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Sci di fondo

Sci di Fondo – Välbe ricorda quando si scusò davanti ai norvegesi per la positività al doping di Egorova

In Russia prosegue la pubblicità al film sulla vita di Elena Välbe, ormai uscito da diversi mesi. La pellicola “White Snow” ripercorre la carriera della campionessa russa, dall’infanzia fino alle vittorie nello sci di fondo internazionale. Nel film, il punto focale è il Mondiale di Trondheim del 1997, quando l’attuale presidente della Federazione Russa di sci di fondo vinse la bellezza di cinque medaglie d’oro, le quattro individuali tutte davanti all’azzurra Stefania Belmondo.

La 5 km in tecnica classica, però, non aveva in realtà premiato Elena Välbe, che quel giorno era arrivata al secondo post, con Belmondo terza. A vincere era stata la sua compagna di squadra Lyubov Egorova. Nei giorni successivi, però, arrivò la notizia che quest’ultima era risultata positiva a un controllo antidoping. Quando la squadra tornò in hotel dopo la corsa serale, gli allenatori avevano facce tristi, al punto che le atlete avevano pensato fosse morto un allenatore che in quel periodo non stava bene. Invece, venne data la notizia della positività di Egorova.

Ovviamente nel film sulla vita di Välbe, è stato messo in evidenza questo momento, in quanto fu proprio lei a prendere in mano la situazione. La campionessa russa rimase infastidita dal fatto che la sua compagna di squadra, senza nemmeno richiedere le controanalisi, tornò immediatamente in Russia senza dire nulla, senza farsi nemmeno vedere dalle compagne, ma soprattutto senza tenere una conferenza stampa o almeno scusarsi. Nell’albergo della Russia erano tutti sotto shock, soprattutto si temeva la reazione delle migliaia di fan norvegesi, che il giorno dopo avrebbero potuto fischiare i russi. «Io non avevo paura – ha raccontato Välbema ero terribilmente arrabbiata nei confronti di Lyuba e dei responsabili della nostra squadra. Lei aveva rifiutato di aprire le controanalisi, ammettendo così di essere colpevole e aver assunto una sostanza proibita. A quel punto, però, anziché tenere una conferenza stampa e scusarsi, venne portata sotto copertura in Russia. In quel momento la nostra squadra era in preda al panico, al punto che qualcuno nemmeno voleva gareggiare. I massaggiatori volevano andarsene, gli skiman non volevano prepararci gli sci per il giorno dopo. Temevano tutti la reazione del pubblico. A quel punto pensai tutta la notte a cosa avrei potuto fare».

La soluzione di Välbe fu molto coraggiosa, prendere il microfono e parlare al pubblico, anche se non conosceva il norvegese. Un gesto che la campionessa russa fece nonostante all’interno del team non fossero tutti d’accordo con lei. «L’allenatore era contrario al mio intervento. Chi mi conosceva, però, sapeva che ormai non mi sarei fermata. Così presi il microfono e parlai».

La FIS consentì a Välbe di portare avanti la sua iniziativa, ma contrariamente a quanto previsto, non fu presente alcun interprete. Così la russa parlò soprattutto in tedesco, aggiungendo però anche altre parole in altre lingue, quel poco che conosceva, cercando di far però passare il messaggio di scuse. «Avevo studiato il tedesco a scuola, poi quando sono arrivata nel mondo dello sport, ho scoperto che non era stata una cosa inutile. Adesso capisco qualcosa anche in italiano e inglese, ma in tedesco comunico abbastanza tranquillamente».

Il pubblicò si calmò immediatamente e anche nei giorni successivi Välbe ricevette diversi complimenti e non solo per le sue vittorie, ma soprattutto per il suo discorso. Non furono solo le vittorie in pista a renderla protagonista di quel mondiale, che per lei fu da record: «Tutti, specialmente alla cerimonia di premiazione, mi dissero che avevo fatto la cosa giusta. Penso che se una persona è colpevole, allora deve scursarsi. Non c’è niente di umiliante in questo, non credo di aver fatto nulla di speciale».

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