Delle otto medaglie conquistate dalla Finlandia ai recenti Giochi Olimpici invernali di Pechino, ben il 62,5% di questo bottino proviene da un piccolo borgo di meno di quattromila abitanti situato nel nord della regione della Savonia che ha dato i natali a due fratelli che nello sci di fondo hanno quasi da soli monopolizzato il medagliere finnico. Parliamo del piccolo comune di Vieremä e dei fratelli Kerttu e Iivo Niskanen.
Situato ad un centinaio di chilometri a nord della più conosciuta Kuopio, questa tranquilla cittadina, prima di essere ben impressa sulle cartine geografiche dall’ avvento dei “Niskanens”, era principalmente riconosciuta in Finlandia per essere la sede di una nota marca di macchine forestali, che da più di un lustro sponsorizza entrambi i fratelli, oltre per essere caratterizzata da un economia dedita alle costruzioni abitative ed in parte all’agricoltura. Ed è proprio da questa gradevole e convenzionale cittadina della campagna finlandese che papà Eero e mamma Tarja Niskanen hanno fin da subito gettato le basi per il futuro successo dei figli.
Eero Niskanen ricorda, quando Kerttu e Iivo erano piccoli, di aver personalmente preparato un percorso che in inverno consentiva ai figli, di buon mattino e con gli sci ai piedi, di recarsi da casa a scuola e viceversa nel pomeriggio. Questo percorso ha da subito creato un forte legame fra i due, oltre a generare una feroce ma simpatica competizione. Il grande pubblico dello sci nordico conosce bene Kerttu e Iivo ma la famiglia Niskanen è anche composta dalla figlia di due anni più giovane di Kerttu, Katri che dopo una anonima carriera nella categoria junior si è ora affermata in patria come una nota stilista di abiti d’alta moda. Conclude il gruppo dei figli, la più giovane Iita che a differenza dei tre fratelli maggiori non è un personaggio noto al pubblico finlandese.
In questa famiglia, che viveva nella sperduta campagna finlandese dove la densità di popolazione è piuttosto scarsa, avere un compagno di allenamento ed un rivale in famiglia è sicuramente un punto di forza ed in questo i fratelli si sono aiutati a vicenda, aumentando la competitività fra di loro. Kerttu Niskanen, prima di gareggiare ufficialmente nelle competizioni regionali giovanili ha contabilizzato sul proprio contachilometri fondistico le prime centinaia di chilometri proprio sulle piste preparate da papà Eero, che ha dato ai figli una positiva base di resistenza che ha portato poi i risultati che si sono visti lungo la loro felice carriera e a Zhangjiakou di recente, oltre ad accendere nella figlia maggiore una luce particolare nei suoi primi mesi con gli sci stretti ai piedi come lui stesso ricorda: «Penso che Kerttu avesse sette anni quando abbiamo guardato i Campionati del Mondo di sci nordico in TV. Quando i ragazzi finlandesi a Thunder Bay si sono messi al collo la medaglia d’argento nella staffetta, Kerttu ha detto che era quello che lei voleva. Da lì è iniziato dentro di lei il desiderio di conquistare una medaglia olimpica.»
Questo lungo cammino, che la trentatreenne fondista finlandese ha culminato a Pechino 2022, è andato avanti fra alti e bassi lungo la carriera che lei, dopo gli inizi nella piccola Vieremä, ha poi proseguito trasferendosi nella vicina Vuokatti per frequentare il famoso liceo dello Sport. ”Kepa”, come viene amichevolmente chiamata negli ambienti del fondo finlandese, a Vuokatti ha avuto la fortuna di trovare come allenatore il maestro dello sci di fondo ed insegnante della tecnica classica con la T maiuscola, in particolare, Esko Paavola. Coach Esko, che oltre ai ”Niskanens” ha lanciato a livello internazionale anche Mäkäräinen, Jauhojärvi, Kyllönen, Pärmäkoski, fra gli altri, ci descrive la Kerttu degli anni liceali che è rimasta pressoche la stessa semplice ragazza come noi la conosciamo in questi tempi: «Vi sono due lati diversi di Kerttu: nella vita normale è una ragazza frizzante, allegra e amichevole in ogni situazione, mentre dal lato sportivo c’è la Kerttu sempre combattente, estremamente seria e determinata quando si presenta sulla linea di partenza. Se devo fare un accostamento credo proprio che lei sia come un ramo di salice fresco: si piega ma non si spezza. Inoltre “Kepa”, come Iivo ha molto coraggio e resilienza, caratteristiche obbligatorie se vuoi emergere in un difficile sport di resistenza come lo sci di fondo. Caratteristiche che loro hanno ben ereditato da papà Eero e mamma Tarja. Non potevano avere migliore famiglia sullo sfondo del loro successo. Per anni i Niskanen hanno portato lungo tutto il paese i due figli sui luoghi delle gare, hanno pagato i costi, supportato e incoraggiato i figli ma senza mai interferire nel coaching che noi davamo a Kerttu e Iivo durante i loro anni liceali.»
Questa perseveranza che Kerttu si è sempre portata dietro durante la sua lunga carriera, viene ben esemplificata da Paavola che spiega che a Kerttu nel Gennaio 2010, a tre settimane dai Mondiali under23 di Hinterzarter, fu diagnosticata una forma di micoplasma che le impediva di allenarsi a pieno ritmo facendole così scendere il morale sotto i tacchi. Non più tardi di venti giorni dopo, nonostante questo impedimento, Kerttu si impose nella 10km in alternato. Risultato abbastanza sorprendente anche per un allenatore navigato come Esko che ha poi utilizzato questo episodio molto spesso come un esempio per motivare i suoi ragazzi del liceo di Vuokatti.
Ma prima di questo successo nelle under 23, Kerttu due anni prima nella categoria junior si era fatta conoscere anche a livello internazionale conquistando a Malles la medaglia di bronzo con la staffetta finlandese. Nella stessa manifestazione iridata giovanile era arrivata a livello individuale al quarto posto nella 5km in alternato. Numero quattro, che per un verso o l’altro farà capolino parecchie volte nel corso della sua oramai lunga carriera. Il primo posto fuori dal podio per lei comincia a Sochi 2014 nella 30km a tecnica libera cui segue però l’argento sia nella team sprint che nella staffetta con 4 atleti. A Falun 2015 giunge quarta sia nello skiathlon che nella 30km in classico. A Lahti 2017 sale di un gradino aggiudicandosi il bronzo nella 4x5km. Alle Olimpiadi coreane del 2018 lei arriva con una condizione precaria per diversi malanni avuti in stagione ed il massimo che riesce a portare a casa è un altra medaglia di legno con le compagne finlandesi in staffetta. Alle ultime Olimpiadi cinesi questa sorta di abbonamento al quarto posto continua nel primo evento in programma: lo skiathlon.
In seguito Kerttu disputa nella 10km in alternato la migliore gara della carriera sfiorando per soli quattro decimi di secondo l’impresa, giungendo seconda alla sola coetanea norvegese Therese Johaug. Dopo il tanto agogniato argento individuale la ragazza di Vieremä termina quarta sia la team sprint e sia la 4x5km, complice in questo caso una composizione del quartetto finnico alquanto discutibile. A Zhangjiakou, nella tormenta di vento che caratterizza la 30km conclusiva, Niskanen con uno sprint finale da leonessa evita l’ennesimo legno e si mette al collo la seconda medaglia olimpica individuale. Quinta medaglia per la famiglia Niskanen a Pechino e nona in totale per loro in carriera.
Le affermazioni olimpiche del fratello sono molto importanti per lei: «Il successo di Iivo mi motiva molto ed il fatto che io posso godermi i suoi successi e viceversa di certo non fa male. Entrambi abbiamo una forte spinta competitiva e un profondo desiderio di avere successo. Siamo una brutta coppia di nerd della neve. Non importa quale sport o gara sia, nessuno di noi vuole mai arrendersi.» Oltre a Iivo, vi è un altra persona nella famiglia di Kerttu che ricopre un ruolo fondamentale per lei tale da portarla all’età di trentatre anni a disputare la migliore stagione della vita: ovvero il compagno di liceo a Vuokatti, storico fidanzato, personal coach dal 2019 e marito da due anni, Juho Mikkonen.
Terminata nel 2010 la collaborazione con Esko Paavola, “Kepa” si è poi affidata alle cure di Jussi Piirainen fino al 2017 e con Pekka Vähasöyrinki fino all’estate 2019, Ma coi due, i risultati non si sono rivelati quelli da lei sperati ed il rapporto non sempre è andato liscio. Da qui la volontà di essere seguita giorno dopo giorno dal marito per ricreare una sorta di fotocopia di ciò che Riitta-Liisa Lassila fece anni addietro con il marito-allenatore Toni Roponen. Da tre anni a questa parte l’ex fondista finlandese Juho Mikkonen è il suo personal coach anche se nei primi due anni il coniuge si è diviso fra la propria discreta carriera e il dover programmare gli allenamenti della moglie. Kerttu racconta questa loro particolare collaborazione dentro le piste innevate: «Dalla scorsa estate dato che Juho ha terminato la propria carriera, lui può concentrarsi interamente sui miei allenamenti. Ha costantemente occhi di supervisione sulla mia tecnica e condizione. Inoltre è ancora in buona forma, quindi può tenere il mio passo e questa è una situazione davvero ideale per me. Lui mi ha portato ad un livello migliore come si è visto in questa mia importante stagione invernale.» Mentre al di fuori dei tracciati e della vita nel circus del fondo, la cooperazione fra la frizzante Kerttu ed il più calmo e razionale Juho è sempre andata liscia.
La fondista del nord Savonia descrive il marito come una persona piuttosto sistematica e quadrata, caratteristiche che vengono riflesse anche nella vita domestica. Nei giorni liberi i due tendono ad escludere dai loro discorsi lo sport concentrandosi sulle attività quotidiane ordinarie come una normale coppia: «Noi non litighiamo nemmeno nella nostra relazione, quindi devo dire che la nostra interdipendenza fra privato e coaching va molto bene. Per me è importante vedere che a Juho piace il lavoro che stiamo facendo assieme.»
In questa stagione 2021-22 all’età di trentatre anni Kerttu Niskanen ha dimostrato che la carta d’identità nel fondo non conta, ma con la passione, la volontà, la tenacia e la giusta programmazione è anche possibile raggiungere il sogno che fin da bambina si era dipinta addosso nonostante solo dodici mesi prima avesse ricevuto la più pesante battuta d’arresto della propria carriera. Ad un mese dall’inizio dei Mondiali di Oberstdorf, il dolore paralizzante che aveva avvertito durante la tappa di Coppa del Mondo a Falun, si era rivelato essere una frattura da stress al perone. Ciò voleva dire addio a Mondiale, fine della stagione e gamba ingessata per sei settimane costringendola a seguire le colleghe dal divano di casa a Vuokatti.
«I Giochi Olimpici di Pechino sembravano un obiettivo lontano anche se vi era ancora tempo per arrivarvi al meglio. Quando ad inizio Aprile ho tolto il gesso i muscoli della mia gamba erano molto atrofizzati ed il piede non ha obbedito ai miei comandi quando ho fatto il primo passo. Una gamba era più piccola dell’altra ed ho dovuto praticamente ricominciare a camminare di nuovo. Anche la mia motivazione durante la riabilitazione era abbastanza sotto i miei tacchi, mi ci è voluto del tempo per riacquisirla completamente. Poi però, quando la stagione invernale si è avvicinata, la giusta motivazione per ottenere la medaglia individuale è stata trovata di nuovo», ricorda la fondista di Vieremä. Inoltre le sue aspettative sono cresciute nel corso dell’autunno dato che la riabilitazione della gamba ed i test erano andati secondo i piani previsti. Aspettative verso se stessa che erano ulteriormente cresciute nel corso del Tour de Ski vincendo a Lenzerheide la 10km in classico, guarda caso nello stesso format che lei si era ben fissata nella sua testa come obiettivo principale a Zhangjiakou. Il nuovo quarto posto ottenuto nella gara inaugurale dei Giochi, lo skiathlon, non aveva abbattuto Kerttu in quanto quella gara le aveva dato ottimi segnali sulla propria condizione fisica.
Prima della 10km in alternato tutti avevano già messo al collo a Johaug una facile medaglia d’oro, ma Kerttu convinta del suo valore, ha sfiorato l’impresa leggendaria facendo gara parallela in tutti gli intertempi e cedendo alla fondista di Dalsbygda per soli quattro decimi solo nei metri finali. Al termine dei Giochi Olimpici, “Kepa” tornata solo per qualche giorno nella sua regione d’adozione del Kainuu racconta divertita di ciò che ha vissuto nelle due notti successive alla conquista della medaglia d’argento: «Per un paio di giorni mi sono svegliata nel corso della notte e ho cercato di allungare la mia gamba lungo il letto e di spingere con più velocità lungo l’ultima salita del tracciato cinese. Ma la medaglia d’argento è rimasta accanto al mio comodino.»
Come l’altra alfiere dello sci fondo finlandese Krista Pärmäkoski, Kerttu Niskanen è da oramai un decennio che òoro portano in alto il fondo femminile ed è improbabile che lei a trentatre anni voglia continuare per un intero quadriennio, ma Kerttu Elina Niskanen alla vigilia dell’ultima tappa di Suomen Cup in programma nel prossimo weekend a Ruka ha confermato che almeno per la prossima stagione ha ancora la voglia die voler essere una protagonista: «Andremo a Planica con obiettivi da medaglia. In questa stagione sono stata nella miglior forma della mia carriera. La collaborazione con il mio marito-allenatore funziona così bene e lo sciare ad alti livelli è quello che voglio ed è quello che continuerò a fare almeno per un altro anno.»
Other sources: Kodin kuvalehti, Helsingin Sanomat, Yle.
Sci di fondo – Kerttu Niskanen, dagli inizi alla 10 km di Pechino: ”Per due notti mi sono svegliata allungando la gamba sul letto per recuperare i 4 decimi”
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