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Biathlon – Rivivi il live della conferenza stampa di Dominik Windisch: “È il momento giusto per ritirarmi; il mio futuro? Nel biathlon”

Alle ore 18.00 Dominik Windisch ha tenuto la conferenza stampa via web per annunciare il suo ritiro. Un evento molto atteso da tutti gli appassionati di biathlon e i tanti tifosi che nel corso degli anni hanno amato l’azzurro, capace di vincere un titolo mondiale splendido nella mass start di Östersund del 2019 e un bronzo individuale alle Olimpiadi di Pyeongchang, ma anche di ottenere numerosi successi di squadra tra Mondiali e Olimpiadi. Uno degli atleti più amati, anche per il suo carattere, la simpatia, ma soprattutto la semplicità del bravo ragazzo.
RIVIVI IL LIVE.
"Sono più emozionato che alla vigilia di una gara" ha affermato Windisch prima di iniziare la conferenza. 
Dorothea Wierer e compagni fanno irruzione chiedendo il link per assistere alla diretta. Tante risate, ma Domi li manda nuovamente fuori dalla porta, scherzando. 
«Buonasera a tutti, grazie per il vostro tempo dedicato a me in questo momento. Parto da quattro anni fa. Sapete che ho fatto l’anello di fidanzamento con la medaglia delle Olimpiadi, quindi vi comunico che ho deciso la data di nozze (ride).
A parte gli scherzi, come penso che aveto capito tutti e girano anche ormai voci, ho deciso di terminare la mia carriera alla fine della stagione, dopo Oslo.
Per qualcuno può sembrare presto, ma ci ho ragionato bene anche con gli allenatori e sono qui per spiegare a tutti i motivi della mia scelta.

Chi mi conosce sa che sono una persona che osserva, ragiona, parla e poi fa. Ho osservato tutto l’anno, questo pensiero c’era, ma sono partito con certe motivazioni dopo la stagione scorsa, ho trovato obiettivi su cui lavorare, sui quali ero convinto e motivato. Sono partito veramente motivato quest’anno nella preparazione. Ho raggiunto tutti gli obiettivi, mi sono preparato bene, fino a novembre tutto quello che volevo l’ho fatto. È stato un anno molto duro fisicamente e mentalmente, anche il covid non aiutava. Come tutti gli altri, anche noi abbiamo rinunciato a tante cose, ancora più del solito, perché un atleta fa sempre tanti sacrifici. Quest’anno è stato molto duro mentalmente, ho fatto tutto, sono arrivato alla stagione che mi sentivo preparato bene e consapevole di aver dato tutto. Ho detto che non avrei avuto rimpianti, perché certo di aver fatto tutto il possibile.
La stagione è andata poi come è andata. Quello non influisce tanto sulla scelta. Spesso davanti a momenti difficili mi sono detto di tenere duro soprattutto se pensavo che sarebbe stato l’ultimo anno. Anche nella vita privata ho rinunciato a tante cose che mi mancavano e queste mi hanno fatto pensare ancora di più. Sono riuscito a superare le difficoltà e la forma è andata in crescendo verso le Olimpiadi a gennaio.
Mi sono sempre detto di non pensarci (se era o meno l’ultimo anno, ndr) ma concentrarmi su lavorare bene per le Olimpiadi e, solo dopo, analizzare la situazione e decidere. Mi sono quindi preparato bene per le Olimpiadi e sono stato molto contento delle gare fatte, di come sono andate. Ho fatto prestazioni solide. Con la mass start ero ancora più contento, sia per il risultato, che per il lavoro fatto in quella gara, che è stata un po’ una combinazione di tutte le esprienze fatte nella mia vita. Quell’ultimo zero all’ultima serie era importante per me personalmente, sapevo che sarebbe stata l’ultima gara olimpica della mia carriera, valeva ancora di più. Quando ho chiuso quel bersaglio la soddisfazione è stata ancora più grande.
All’arrivo ho avuto la sensazione che fosse arrivato il momento giusto per chiudere il mio percorso olimpico. Ero sicuro di non andare avanti fino al 2026.

Nel corso della settimana che ha seguito le Olimpiadi, ho riposato, ragionato e iniziato a parlare con gente importante, in primis il comandante del CS Esercito. Sono contento di avere il loro supporto in questa decisione, mi hanno ascoltato e capito. Mi hanno aiutato. In quel momento ho parlato con gli allenatori della squadra, per conoscere i programmi futuri. Ma osservandomi ho capito che da atleta non ho più obiettivi su cui lavorare, perché già quest’anno avevo lavorato al cento per cento. Non saprei cosa fare meglio rispetto a quest’anno. 
Ho capito di non avere nuovi stimoli, quando inizi a pensare di smettere, inizi a ragionare anche su cosa fare dopo. Anche lì avevo le mie idee e parlando con l’Esercito, ho capito che mi daranno una mano e mi supporteranno anche in quello che farò dopo. Anche parlando adesso, qualsiasi cosa farò, che si deciderà ad aprile, sento di avere più stimoli rispetto a continuare a essere atleta. È arrivato il momento giusto per lasciare, sia privato che sportivamente, perché smetto a un livello ancora competitivo con i migliori del mondo. Anche quello ha un grande valore, perché negli anni potrei perdere altre qualità e scendere di livello. Dispiacerebbe smettere senza avere un livello buono. Così posso essere contento di quanto fatto fino adesso.
Anche gli allenatori mi hanno appoggiato in questa scelta. In qualsiasi ruolo che avrò più avanti so già di avere degli obiettivi che vorrei raggiungere. Ho delle cose che mi stimolano e so su cosa vorrei lavorare. È arrivato il momento giusto, dopo quest’anno ci sarà un cambiamento grande, perché dopo le Olimpiadi è sempre così, c’è chi smette e chi cambia ruolo. Quindi è il momento giusto se vuoi iniziare un percorso nuovo, meglio lasciare quest’anno e cominciare un nuovo cammino, piuttosto che proseguire un altro anno. In vista del prossimo quadriennio, il sistema si fa quest’anno, se continuassi un altro anno, invece, non avrei poi l’opportunità di far parte di qualcosa. Invece voglio mettere le mie idee (nel biathlon italiano, ndr) e lavorare con passione. Ci metterò l’impegno avuto da atleta anche più avanti in quello che farò.
Vorrei ringraziare sia la squadra per i tanti anni assieme che in generale tutte le persone incontrate, atleti, allenatori, sponsor, federazioni più grandi, il CONI che sostiene sempre noi atleti, la FISI che per noi è la cosa più importante e ringrazio per la fiducia sia da atleta che per quella che magari mi darà futuro, così come ringrazio Centro Sportivo Esercito.
Un futuro da allenatore? Al momento ho sondato un po’ su chi sarebbe disposto a collaborare con me e in quale ruolo. Alla fine sono tutte cose di cui bisogna parlare ancora ad aprile, soprattutto sui dettagli, ma anche con l’Esercito. Posso dire che mi piacerebbe e sicuro rimarrò nell’ambiente biathlon.
Anterselva 2026 poteva essere un motivo sufficiente per continuare, in quanto il sogno di ogni atleta è gareggiare in casa in un’Olimpiade. Parlando anche con gli allenatori, ho capito che se non c’è più la giusta motivazione la nostra vita diventa ancora più dura e perdi anche qualità. Il meglio lo fai solo quando hai la volontà di dare il 100%. Se non sei più convinto, meglio contribuire in un altro modo, posso essere più utile in un altro ruolo.

La reazione dei compagni quando lo hanno saputo? Erano tutti sorpresi, perché durante l’anno sembravo super motivato, ma in realtà lo ero perché pensavo proprio che magari era l’ultimo anno. Sono rimasti sorpresi e dispiaciuti, però a loro non l’ho detto così all’improvviso come a voi adesso. Magari in allenamento spesso si parla anche di futuro, si sono accorti che non ero più convinto, loro erano più preparati di voi su questa mia scelta. Sarà ancora una settimana commovente.
Il matrimonio? Volevo fare una battuta iniziale visto che sapevo che vi aspettavate tutti l’annuncio del ritiro. Comunque il matrimonio sarà fissato al momento per il 16 settembre, è arrivato il momento giusto. Anche Julia ha finito lo studio e inizia una vita nuova, abbiamo finito la casa e speriamo che il covid ci lasci in pace dandoci la possibilità di sposarci bene. Speriamo di poterlo fare senza regole per covid e limitazioni. Durante questo periodo ho rinunciato a tante cose, è cresciuta anche l’idea di volere aspettare ancora qualche anno prima di fare famiglia, perché da atleta sei legato e hai tante limitazioni, lo stesso anche quando metti su famiglia. Magari piccole cose che ti mancano: altri sciano, vanno con la slitta o al bar, noi non possiamo farlo.
Il ricordo più bello? Non ne ho solo uno, ma diversi speciali, non solo medaglie, quelle più grandi, ma ci sono anche le emozioni da bambino quando ottieni i primi successi. Per esempio, anche una gara in bici a Malles in cui a sorpresa arrivai terzo. Sono anche queste piccole cose che rimangono in testa. Parlando di cose grandi, ovviamente, la medaglia olimpica e l’oro ai Mondiali sono state gare speciali. Le gioie grandi le ho provate nelle staffette miste, perché erano medaglie di squadra. Cambia tanto, la pressione è più alta quando gareggi con i tuoi compagni e se vinci una medaglia dà una soddisfazione in più.

Quello più brutto? Difficile dirlo, ci sono tanti momenti anche brutti in una carriera, è normale. Tendo però a dimenticarli perché cerco di tirare fuori la cosa positiva di ogni gara. Alla fine anche le brutte gare sono state utili.

Purtroppo dopo le Olimpiadi, ho avuto il covid a Kontiolahti, che mi ha buttato giù abbastanza di forma fisica. Non ho avuto sintomi gravi, in gara non mi sento malissimo ma so di non essere cento per cento e in coppa quando è così perdi 20 o 30 secondi al giro. Per me l’ultima gara vera è ancora la mass start alle Olimpiadi. In una stagione normale probabilmente avrei chiuso anticipatamente la stagione per non rischiare di peggiorare la salute per la stagione successiva, invece così ho detto di tenere duro per queste ultime gare, più per salutare il mondo del biathlon che per altro.
Ovviamente in Val Martello ci sarò, questo weekend chiuderò solo come Coppa del Mondo, però in quell’occasione sarà più intimo e saluterò tutti.
Se farò un evento ad Anterselva per amici e tifosi? Dorothea farà un super evento con Red Bull, è difficile paragonare (ride, ndr). Un grande saluto vorrei farlo in Val Martello, ma anche all’evento di Dorothea ci sarò, anche lì sarà un momento ancora più tranquillo per chiudere». 

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