L’allenatore responsabile della nazionale azzurra di biathlon, Andreas Zingerle, sotto la cui guida l’Italia ha ottenuto i migliori risultati nella sua storia, ha annunciato che lascerà la nazionale azzurra al termine della stagione.
Dopo aver vinto da atleta, regalando all’Italia una storica medaglia in staffetta ai Giochi Olimpici di Calgary, Andreas Zingerle ha reso grande il biathlon italiano anche da allenatore, facendo parte dello staff tecnico azzurro per dodici anni, quelli più belli nella storia del nostro biathlon, nei quali sono arrivati successi in serie che probabilmente nemmeno il più fiducioso dei tifosi italiani avrebbe mai immaginato. Prima da allenatore delle squadre giovanili, poi da tecnico della squadra A dell’allora responsabile Patrick Oberegger, infine nel ruolo di massima responsabilità quando il suo bravissimo collega ha preso la strada della Norvegia.
Sempre molto pacato e tranquillo, umile, Zingerle ha lasciato che fossero giustamente gli atleti a prendersi tutti i meriti dei successi, ricevendo però da essi tanti meritati apprezzamenti, come dai suoi colleghi dello staff tecnico azzurro del presente e del passato (i vari Oberegger, Favre, Inderst, Zattoni, Pozzi, Romanin, solo per citarne alcuni, ndr). A 61 anni, però, l’impegno di continuare a girare il mondo a seguito della Coppa del Mondo di biathlon è diventato sempre più pesante, una vita con la valigia pronta, prima da atleta e dopo da allenatore.
L’allenatore azzurro ha annunciato il suo addio in un’intervista rilasciata alla RAI, nella quale ha prima di tutto commentato i risultati delle Olimpiadi, dicendosi soddisfatto di quanto fatto dalla squadra azzurra: «Non c’è stato solo il bronzo di Dorothea, ma abbbiamo anche ottenuto buoni piazzamenti. Ecco perché dobbiamo essere soddisfatti».
Una medaglia, la prima individuale nella carriera di Dorothea Wierer, ha rappresentato anche l’ultima di Zingerle: «Queste di Pechino sono state sicuramente le ultime Olimpiadi per me. A marzo abbiamo altre tre settimane di Coppa del Mondo, poi avrò sicuramente finito». Insomma, una scelta che forse Zingerle avrebbe già fatto dopo il trionfale Mondiale di Anterselva, ma ha deciso di proseguire e andare avanti fino a Pechino con grande spirito di servizio, sempre pronto a mettersi a disposizione della nazionale azzurra. Ora però meglio farsi da parte, troppo pensare di guidare la squadra azzurra per un altro quadriennio fino a Milano-Cortina 2026 e chissà, magari è anche meglio evitare di dover mischiare lavoro e sentimenti personali, in caso di arrivo in nazionale della figlia Linda.
Quelle appena terminate sono state le ottave Olimpiadi di Zingerle, prima da atleta e successivamente da allenatore. Quattro vittorie da atleta, compreso il titolo Mondiale del 1993 nell’individuale di Borovetz, più due oro mondiali e il bronzo olimpico a Calgary in staffetta e ovviamente anche qualche battuta d’arresto nella sua carriera da atleta prima e da allenatore poi, nella quale ha raccolto tantissimi successi, con la bellezza di quattro titoli mondiali arrivati con Wierer e Windisch, oltre alle due coppe del mondo generali sempre con Wierer, e quelle di specialità con Wierer e Vittozzi. Ma anche una lunga serie di tappe consecutive con podi da fare invidia. «Il momento migliore nei grandi eventi è quando vinci una medaglia, e il peggiore quando ne perdi una, ma spesso impari più dalle sconfitte che dai successi» ha affermato.
Nessun allenatore italiano ha portato più successi all’Italia nella storia del nostro biathlon. Ora Andreas Zingerle potrà godersi il meritato riposo e ci auguriamo anche quegli onori che merita nel momento del suo addio. Il biathlon italiano deve solo ringraziarlo.
Biathlon – Andreas Zingerle dice basta: a fine stagione lascerà dopo anni di successi
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