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Olimpiadi , Sci di fondo

Giochi di memoria – Sci di fondo, 50 km maschile: le imprese alle Olimpiadi di Maurilio De Zolt, Giorgio Vanzetta e Giorgio Di Centa

Le Olimpiadi e la 50 km maschile di sci di fondo rievocano puntualmente ricordi strepitosi per l’Italia, che vanta una tradizione importante in termini di medaglie a cinque cerchi su questa distanza, inaugurata ai Giochi di Calgary 1988 con Maurilio De Zolt, capace di agguantare un meraviglioso argento alle spalle dello svedese Gunde Svan.
Il "Grillo" bissò quel risultato alle Olimpiadi di Albertville 1992, con Giorgio Vanzetta che completò la strepitosa giornata azzurra mettendosi al collo il bronzo. Furono dunque due i nostri portacolori che esultarono il 22 febbraio 1992, giorno peraltro in cui si concluse la kermesse a cinque cerchi in landa transalpina.
Più dettagliatamente, De Zolt, partito in sordina, cominciò ad aumentare i giri del motore e a trovare ritmo con il passare dei chilometri, in un crescendo che gli valse la seconda posizione. Da incorniciare anche la performance di Vanzetta, che risultò quarto al secondo e terzo intermedio alle spalle del tedesco Johann Muhlegg. Quest’ultimo ebbe un crollo però nel finale, mentre Aleksej Prokurorov, il russo che distava soli 6 secondi al quarto intermedio dall’italiano, chiuse staccato di 24" dal podio.
Arriviamo, infine, all’impresa di Giorgio Di Centa a Pragelato, sulle nevi di Torino 2006, nella gara conclusiva delle Olimpiadi invernali. Fu una sfida incredibile, controllata, tattica, massacrante, decisa in volata, complice anche il mancato strappo sulla salita finale dell’altro azzurro, Pietro Piller Cottrer, che nel finale non trovò brillantezza e si classificò al quinto posto, dopo una comunque ottima prestazione.
Nel mentre, il gruppetto arrivò al rettilineo finale, dove scattò lo sprint verso la gloria. Di Centa si mosse per primo e nessuno riuscì a ricucire lo strappo che creò con una prova fatta di tenacia, forza fisica e nervi saldi. "Re Giorgio" battè il russo Eugeni Dementiev e l’austriaco Mikhail Botvinov, entrando così nell’Olimpo del nostro sport: "Non ho mai vinto una Coppa del Mondo e ora è successa una cosa che non speravo mai – dichiarò, euforico, ai giornalisti dopo la vittoria –. Non ero favorito, ma ho fatto tutto in modo perfetto".
Subentrò, di conseguenza, la consapevolezza di avercela fatta per davvero: "Mi sono risparmiato nell’ultima salita, anche se non amo le gare così tattiche. Il rettilineo d’arrivo è lunghissimo. Sono scattato, non sentivo più il rumore degli sci degli avversari. Non ci credevo, non ci credevo… Non mi rendo ancora conto di cosa ho fatto…”. E giù lacrime: sue, delle sue figlie in estasi per il loro super papà e di tutti i tifosi italiani, che saranno eternamente grati a Giorgio Di Centa.

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