Ryoyu Kobayashi riporta il Giappone sul trono olimpico del Normal Hill, cinquant’anni dopo la storica tripletta di Sapporo 1972. Un trionfo assolutamente meritato dal giapponese che arriva da stagioni di altissimo profilo in cui è spesso mancato l’acuto nel momento decisivo. Un acuto che è arrivato oggi sul palcoscenico olimpico, in una giornata peraltro difficile, per le mutate condizioni di vento tra la prima parte di gara e la seconda. Dopo 36 atleti del primo turno, infatti, la direzione del vento è mutata: da frontale, il soffio di Eolo si è spostato alle spalle dei saltatori, con tanti saluti per molti dei big che si sono trovati in condizioni di impotenza nei confronti di chi aveva saltato prima di loro. E il sedicesimo posto di Marius Lindvik a metà gara è da leggersi proprio così.
Ecco, mentre tutti i big annaspavano affossati dal vento, Kobayashi ha messo sul trampolino tempismo, classe, talento, voglia di vincere e di sfatare una sorta di tabù: ne è uscita una prova spettacolare che gli ha permesso di mettersi al comando delle operazioni, davanti al sorprendente sloveno Peter Prevc e al polacco Kamil Stoch, esperti che hanno sfruttato le favorevoli condizioni.
Meno variazioni nel secondo turno di salti e così Lindvik ha provato a mettere in scena la rimonta clamorosa, con a referto un +9 che gli vale il settimo posto, ma il podio era ormai troppo lontano.
Ma non per altri due veterani del salto, come il polacco Dawid Kubacki e l’austriaco Manuel Fettner che dopo il primo round hanno annusato la grande occasione offerta dal vento e sono stati prontamente capaci di sfruttarla, con il polacco terzo e l’austriaco imprevedibile secondo. Un argento che arriva dopo un triennio oltremodo difficile, in cui l’austriaco ha più volte accarezzato l’intento del ritiro. Poi allontanato.
Il secondo salto di Kobayashi non è stato indimenticabile, ma tanto fa: il miracolo l’aveva fatto in precedenza e la classifica lo celebra con 275 punti complessivi, contro i 270,8 di Fettner ed i 265,9 di Kubacki che di fatto ha sfilato per mezzo punto il bronzo dal collo di Peter Prevc con l’eccellente russo Evgenii Klimov al quinto posto davanti a Kamil Stoch. Le condizioni hanno aiutato, ma in una stagione oltremodo difficile la Polonia ha saputo comunque piazzare due atleti tra i migliori 6, con tanto di medaglia.
La Norvegia, come detto, è stata tenuta a galla dal secondo round di Lindvik mentre la Germania ha mancato l’appuntamento con la top10: undicesimo Constantin Schmid, 15° Carl Geiger.
Il cammino di Giovanni Bresadola sul Normal Hill – il meno indicato per le sue caratteristiche – si è invece concluso al termine del primo turno di salti, quando il trentino non ha saputo ritrovare l’ottimo – quasi sorprendente – feeling evidenziato nel turno di qualificazione, chiudendo al 40° posto per dare appuntamento alla prossima settimana, quando sul "Grande" potrà provare a fare capolino tra i primi 30.
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