Si è concesso due chilometri di festa, inchini ai fotografi, strette di mano ai tecnici, saluti in tribuna e anche il rettilineo finale con tanto di bandiera del Comitato Olimpico Russo. Dopo una prima parte di stagione difficile, a causa di tanti problemi fisici, nel giorno più importante, nel format di gara in cui è campione del mondo in carica, Alexander Bolshunov ha conquistato a 25 anni la sua prima medaglia d’oro olimpica. Il russo l’ha fatto a modo suo, con un’azione da grandissimo campione, dando distacchi d’altri tempi, andando già all’attacco dopo pochi chilometri in tecnica classica insieme a Niskanen, per poi, come prevedibile, prendere il largo a skating fino al trionfale finale, una passerella. Distacchi impressionanti, a dimostrare la grandezza di questo fantastico atleta. Peccato che, per fatti che risalgono ormai a otto anni fa e non riguardano lui, non potrà ascoltare dal gradino più alto del podio, come meriterebbe il proprio inno nazionale quando riceverà la medaglia d’oro dopo questa impresa epica.
Alle sue spalle, a 1’11", ancora Russia, con Spitsov capace di resistere in classico e, come previsto, andare all’attacco a skating, per un piazzamento d’onore che su una pista del genere era anche prevedibile. Anch’egli molto giovane, lo scorso anno addirittura assente al Mondiale di Oberstdorf, Spitsov è un altro componente della nuova generazione di fondisti russi, destinati a vincere tantissimo. Chissà, forse anche in questa Olimpiade, visto che su una pista del genere potrebbe dire la sua nella 50 km.
A completare il podio, sul quale clamorosamente non vi sono norvegesi, è il finlandese Niskanen, che ha conquistato un giusto bronzo. L’ha meritato per quanto fatto nella prima parte di gara, quando è andato all’attacco con grande coraggio portandosi dietro Bolshunov e decidendo di fatto la gara. Poi, per lui, da fondista vero, è stata solo una questione di resistere alla fatica e alla sofferenza nelle gambe. Il distacco? 2 minuti, a certificare la grandezza del trionfatore russo. Attenzione, però, il finlandese si prenota per una medaglia pregiata nella 15 km in classico.
Nulla da fare, per Holund, l’unico norvegese a provarci fino alla fine, sperando in un crollo del finlandese, ma è stato costretto ad accontentarsi del quarto posto. Alle sue spalle Golberg, giunto quinto, mentre Klæbo che si è presto staccato in un format nel quale fa spesso fatica. Meglio, quindi, risparmiare energie in vista della sprint di martedi, anche se con grande sportività ha preferito comunque tagliare il traguardo, onorando i Giochi Olimpici. Chi si è ritirato, invece, è stato un Røthe in evidente difficoltà, terminando la sua gara dopo 10 km.
Bella la prestazione di Francesco De Fabiani, che ha chiuso in 8ª posizione, dopo essere stato ai vertici fin dall’inizio. Il valdostano ha giustamente deciso di non risparmiarsi, si è testato, ha mostrato di essere in ottima forma, lanciando un segnale importante in vista delle prossime gare. Solo nel finale l’alpino ha perso qualcosa, facendosi staccare dal gruppetto con un ottimo Poromaa, sesto a 21 anni, e Hyvarinen, settimo. Distacco di 3’37" per l’azzurro, che ha ottenuto il suo miglior risultato in carriera in questo format, nel quale era entrato in top ten solo ai Mondiali Under 23 della Val di Fiemme. Un gran bel segnale per il resto dei Giochi.
Più indietro gli altri italiani. Paolo Ventura ha terminato al 34° posto nel suo esordio olimpico, chiudendo a 7’50", mentre Salvadori, dopo essersi fatto vedere davanti nei primi chilometri, è andato presto in difficoltà concludendo 48° a dieci minuti.
LA GARA
Meno freddo rispetto a sabato, ma gara ugualmente molto dura su una pista difficile, con la quota a complicare le cose e neve lenta, ma non lentissima come nella giornata precedente.
Dopo cinque chilometri la gara si è accesa, quando, come prevedibile, Niskanen è andato all’attacco cercando di sfruttare la sua competitività in tecnica classica. A seguirlo Bolshunov che, dopo essere caduto al secondo chilometro, rischiando di portarsi dietro anche De Fabiani, è andato all’attacco insieme al finlandese. A inseguire, un gruppo di quindici atleti, guidato ovviamente dai norvegesi, nel quale era presente anche De Fabiani. L’azione dei primi due si è subito fatta sentire, tanto che alle loro spalle sono rimasti appena in tre, Spitsov, Holund e Golberg, seguiti da vicino da Poromaa, De Fabiani e Hyvarinen, mentre Klæbo è andato presto in difficoltà, come spesso gli è capitato in questo format, e ha saggiamente deciso di risparmiare energie in vista della sprint.
Al cambio sci, Niskanen e Bolshunov sono arrivati con un vantaggio di 30” su Spitsov, bravo nel finale di frazione in classico a staccare di poco i due norvegesi. A poco più di un minuto un gruppetto con De Fabiani, Hyvarinen e Poromaa. L’azzurro è stato anche tra i più veloci nel cambio sci.
Appena iniziata la fase in skating, Niskanen si è immediatamente staccato da Bolshunov, che ha quindi preso il largo, mentre Spitsov ha iniziato a recuperare sul finlandese per raggiungerlo e scavalcarlo già dopo 2,5 km. Dietro di loro il gruppo con Holund e Golberg a un minuto, seguiti dal terzetto di De Fabiani, sempre più vicino.
Bolshunov ha continuato a guadagnare costantemente sugli inseguitori, fino al trionfale arrivo in passerella, il meritato premio per un fondista straordinario. Alle sue spalle, Spitsov ha staccato presto Niskanen, andandosi così a prendere un facile argento.
L’interesse è stato tutto alle loro spalle, con il finlandese in difficoltà, a tentare di resistere, mentre dietro di lui Holund ha staccato Golberg, cercando di tenere sperando in un crollo del finnico, mentre alle sue spalle si è formato un quartetto con il suo connazionale, Poromaa, De Fabiani e Hyvarinen. Il finlandese ha però retto, prendendosi uno splendido e giustissimo bronzo.