Dodici anni dopo Therese Johaug è tornata sul gradino più alto del podio olimpico.
Ma stavolta l’ha fatto da sola.
Vancouver e Pechino sono separati da qualche migliaio di chilometri, ma nel mezzo c’è una storia intera, la storia di una delle atlete più vincenti di sempre che da oggi può fregiarsi davvero dell’etichetta, vincitrice di tutto.
Perchè questo oro individuale mancava, eccome, nella sua bacheca. Dodici anni fa in Canada era la "giovane" della staffetta, pur avendo già dato chiari ed evidenti segnali di talento e classe. Poi a Sochi qualcosa era andato storto ed erano arrivati – individualmente – "solo" un argento ed un bronzo, mentre quattro anni fa a PyeongChang Therese semplicemente non c’era, di fatto "rinchiusasi" nella sua Alpe di Siusi a sbollire rabbia e delusione nell’impossibilità di poter partecipare, sospesa per la vicenda doping dell’autunno 2016.
Già allora, nel mirino della trentatreenne norvegese c’era questo 5 febbraio. Era l’appuntamento che si era dato per cogliere finalmente quel trionfo che ancora le mancava. Quel successo che sognava.
"Quando sali sul gradino più alto del podio nella mente si rincorrono tanti pensieri – ha confessato a fine gara la neo campionessa olimpica – Era il mio sogno da bambina, volevo vincere questo oro olimpico e mi sono allenata follemente per farlo. Tante ore di allenamento, settimane e mesi lontano da casa per arrivare qui dove sono ora. E ce l’ho fatta".
Ed ancora.
"E’ stato un anno molto particolare, in cui ho voluto privilegiare non appena possibile la quota, togliendo spazio alla famiglia e agli amici" sottolinea la già 10 volte campionessa iridata, senza contare le staffette che poi torna sulla gara.
"La tattica era molto importante in questo tipo di gara ed in queste condizioni. Ed il nostro piano principale ha funzionato. Ho provato ad allungare prima del cambio degli sci, per poi partire subito forte nella frazione a skating e credo fosse importante avere quei pochi metri di margine".
E dire che nei frangenti iniziali, la norvegese sembrava non avere scii performanti, specie in salita. Qualche scalciata di troppo, ma che evidentemente non ha influito su una superiorità apparsa evidente.
E tra le delusissime di giornata, non può non esserci la svedese Frida Karlsson che ha mancato l’appuntamento con un podio che sembrava scritto. "Non so cosa dire, solo che sono stanca, mi sono sentita vuota", ha dichiarato.
C’è invece solo gioia negli occhi lucidi di Therese Johaug, che non ha trattenuto le lacrime una volta tagliato il traguardo. Una prova di forza che si inserisce nel campionario di un fenomeno assoluto che ora nel proprio palmares individuale può vantare 79 successi individuali in Coppa del Mondo, 10 titoli mondiali ed un oro olimpico.
Campionessa di tutto.
Sci di Fondo – Le lacrime di Therese Johaug, “il sogno di una bambina”
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