Il biathlon nella sua essenza nella staffetta mista che ha aperto il suo programma olimpico, il miglior spot a una delle discipline più spettacolari ed emozionanti nel mondo sportivo, non solo invernale, che amiamo alla follia. Una gara che ha cambiato più volte padrone tra poligoni da fuoriclasse, impressionanti prestazioni sugli sci, ma anche errori, dolore, fatica, fino alla gioia finale, quella norvegese, grazie a un campione senza eguali nel biathlon attuale, Johannes Bø, capace di tirare il fuori il meglio da se stesso dopo una settimana davvero difficile per motivi extra sportivi. A vincere la nazione che da anni è la più forte, la Norvegia che cambia quartetto ma non il risultato nel corso degli ultimi anni, salendo sul gradino più alto del podio con una fantastica Røiseland, una Eckhoff non al meglio, un Tarjei Bø saggio nel risparmiare i cavalli per il finale e uno Johannes Bø che nel giorno più importante ha tirato fuori la sua miglior prestazione in stagione.
Alle spalle della Norvegia, dopo una volata che in pratica non c’è stata, visto il netto vantaggio preso e mantenuto da Bø nella parte iniziale del rettilineo conclusivo, è giunta la Francia con Fillon Maillet che nulla ha potuto con il norvegese ma bravissimo nella sua prova, salendo così sul secondo gradino del podio con una imprecisa Chevalier-Bouchet, una bravissima Simon e un Jacquelin velocissimo quanto pasticcione. Terza quindi la Russia che ha assaporato la vittoria grazie a uno splendido Loginov, ma Latypov non ha potuto nulla nell’ultimo giro rispetto ad avversari oggettivamente più veloci. Con loro sul podio anche Nigmatullina e Reztsova, brave a limitare i danni nelle prime due frazioni.
Solo nono posto per l’Italia che aveva sognato grazie a una splendida Vittozzi in prima frazione e la solita perfetta Wierer in seconda. Nelle due frazioni maschili, oggettivamente difficili visto anche il livello messo in campo dalle nazionali più competitive, Bormolini e Hofer sono andati entrambi in penalità. Peccato perché si è sognato fino alla prima serie in piedi del livignasco che era con Ponsiluoma alle spalle di Jacquelin. La sensazione, però, è che viste anche le prestazioni degli avversari e una pista così dura che ha esaltato gli atleti più prestazionali e in miglior condizione sugli sci, anche senza i giri di penalità sarebbe stato molto difficile salire sul podio, dal quale è rimasta giù anche una Svezia che non ha fatto la differenza nel fondo, chiudendo al 4° posto. Da segnalare la quinta piazza della Germania, messa fuori dai giochi dalla brutta prima frazione di Voigt, ma rientrata poi con il resto della squadra. Ovviamente molti in Germania si chiederanno come sarebbero andate le cose senza lo sfortunato infortunio a Preuss. Meglio non pensarci in casa tedesca e guardare alle prossime gare, in quanto nelle prove individuali potrebbe arrivare qualcosa di buono, soprattutto da Herrmann.
Sorrisi per Stati Uniti e Svizzera, con il quartetto statunitense che ha sognato il podio grazie a una bravissima Egan e l’ottimo Doherty.
LA GARA.
La prima frazione ha dimostrato che per le medaglie individuali c’è una grande favorita, la più forte in stagione, la più continua in questi anni, Marte Olsbu Røiseland. La norvegese, che ha avuto notevoli problemi alla carabina nella prima serie, è riuscita a uscirne usando una sola ricarica, ma soprattutto ha mostrato un ritmo sugli sci pauroso e una serie in piedi in cui ha mandato a scuola tutta la concorrenza. L’Italia ha cambiato in seconda posizione con una Lisa Vittozzi perfetta a terra e bravissima in piedi con una ricarica. L’azzurra ha anche mostrato una buonissima condizione sugli sci lanciando segnali importanti per le prossime gare. Al cambio la sappadina era a 16"7 dalla norvegese. Più indietro Alimbekava a 31" con due ricariche, Hanna Öberg a 44" con tre, non impressionando sugli sci, poi Nigmatullina a 57", mentre Chevalier-Bouchet ha girato chiudendo a 1’25".
Nella seconda Wierer si è difesa bene, pur non nella sua miglior giornata sugli sci, l’azzurra ha resistito stringendo i denti, ma soprattutto ha mostrato freddezza e cervello quando nell’ultima serie ha coperto le tre ricariche, a differenza di Eckhoff e Sola che hanno entrambe girato più volte. Insomma la due volte vincitrice della Coppa del Mondo ha risposto presente cambiando a 4" dalla vetta, nel frattempo presa dalla Francia, grazie a una Simon superlativa sugli sci e al poligono, che ha dato ragione ai tecnici nello schierarla al posto di Bescond, nonostante qualche polemica esplosa dall’altra parte delle Alpi. Dietro Francia e Italia, la Svezia a 15", con Elvira Öberg che si è ben difesa sugli sci pur non sembrando l’atleta irraggiungibile dei primi mesi. Nonostante una settimana in Cina, forse la svedese deve ancora adattarsi alla quota. Alle spalle delle prime tre, a 30", gli Stati Uniti guidati da una Egan straordinaria e la Norvegia con Eckhoff, in difficoltà al tiro ma buona sugli sci. Russia a un minuto perché Reztsova ha girato.
La terza frazione ha visto uno Jacquelin perfetto per due terzi di gara, capace di staccare la concorrenza prima di perdersi nella serie in piedi, quando in condizioni difficili non ha saputo lavorare nel modo giusto finendo per girare due volte. Ma la serie in piedi ha stravolto completamente la gara, perché anche l’Italia ha girato con Bormolini, quando era in lotta per il podio, mentre Ponsiluoma ha perso tanto per non finire in penalità, così come Tarjei Bø. A uscirne in testa, così, addirittura la Russia con Loginov, velocissimo nonostante due ricariche, insieme agli Stati Uniti di uno splendido Doherty, poi Ponsiluoma e Jacquelin a 5", Bormolini a 16" e Tarjei Bø a 24". Nell’ultimo giro il russo è andato a tutta incrementando il proprio vantaggio fino a cambiare con 17" sul terzetto inseguitore e 22" su un ottimo Tarjei Bø, a tutta nell’ultimo giro. Purtroppo, invece, Bormolini ha perso una trentina di secondi, cambiando a 46".
L’ultima frazione ovviamente non ha tradito le attese, dopo quanto visto in precedenza. Latypov ha resistito, perfetto al tiro e bravo a difendersi sugli sci, tanto da uscire dal primo poligono con 22" di vantaggio su Fillon Maillet, 24" su un bravissimo Johannes Bø e 29" su Samuelsson. Alle spalle del russo Bø e Fillon Maillet hanno cambiato ritmo nel secondo giro, mettendo sotto pressione Latypov, che nell’ultima serie è stato però bravo a utilizzare una sola ricarica. Eppure non è bastato, perché Fillon Maillet è stato velocissimo nel colpire i cinque bersagli, così come Bø nonostante una ricarica, tanto che Samuelsson, pur senza sbagliare non ha nemmeno avuto la possibilità di avvicinarsi al podio, mostrando anche di non essersi ancora adattato alla quota.
L’ultimo giro ha visto Latypov presto ripreso da Fillon Maillet, ma Johannes Bø si è immediatamente agganciato. Il russo ha lottato con caparbietà, ma nulla ha potuto quando Johannes Bø è andato all’attacco nel finale con un passo impossibile anche per Fillon Maillet. Il norvegese, che negli ultimi giorni è stato isolato perché ritenuto contatto stretto di Riiber, positivo al covid, ha mostrato di essere un fuoriclasse, tagliando il traguardo con buon margine, cacciando un urlo per sfogare tutta la rabbia accumulata negli ultimi giorni. Fillon Maillet è riuscito di un soffio ad avere la meglio sul russo, ma entrambi hanno esultato all’arrivo per un bel risultato di squadra. Hofer ha chiuso al nono posto, girando anch’egli nella serie in piedi.
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