Ce l’ha fatta! Dopo aver vinto quasi tutto nel corso della sua magnifica carriera, Therese Johaug ha conquistato la sua prima medaglia d’oro individuale in un’Olimpiade, l’unica che le mancava. Proprio la medaglia olimpica del metallo più prezioso è stata la motivazione di Johaug in questi anni, durante quella lunga squalifica che ha vissuto come una ingiustizia, in particolare quando venne prolungata di un altro anno proprio alla vigilia della stagione olimpica di Pyeongchang. Dopo il suo ritorno, mentre vinceva tutto, dominando ogni gara di Coppa del Mondo e conquistando sei titoli iridati in altrettante gare individuali tra Seefeld 2019 e Oberstdorf 2021, la norvegese ha sempre ammesso di pensare all’obiettivo olimpico.
Oggi, dopo aver preparato tutta la stagione in maniera certosina, facendo attenzione a tutto, seppur con l’incubo covid che ha fatto capolino all’interno della sua squadra, complicando non poco la marcia di avvicinamento all’appuntamento olimpico, Johaug ha fatto ciò che doveva, andando a prendersi il suo oro, dominando lo skiathlon rifilando 30" a Natalia Nepryaeva e una fantastica Stadlober. Un podio che commuove, le lacrime di Johaug per il suo primo oro, quelle della russa, ma soprattutto dell’austriaca, che ha sofferto tanto in questi anni prima di arrivare a questo enorme risultato.
Gara durissima, pista difficile, pochi recuperi, neve lentissima e molto freddo. Lo skiathlon femminile, da 7,5 km per tecnica, è stata una competizione di resistenza esagerata, che ha fatto subito selezione, con le atlete sempre fuori binario nella parte in classico, in quanto pieno di neve.
Johaug si è messa subito in testa, ha immediatamente imposto un ritmo altissimo, mandando lentamente tutte in difficoltà. Al cambio sci la norvegese è arrivata con 2”7 di vantaggio su un’ottima Kerttu Niskanen, 4”1 su Karlsson e 5”3 su Parmakoski, poi un gruppetto a 10” con Stadlober, Andersson e Nepryaeva. Le altre? Già tutte oltre i 40”.
La fenomenale norvegese ha cambiato ulteriormente passo quando è iniziata la fase di pattinaggio, quando ha preso il largo e abbandonato la compagnia per il suo personale monologo, incrementando di 10” il proprio vantaggio in un chilometro e trecento metri. Alle spalle della norvegese, Frida Karlsson è riuscita a staccare la compagnia delle due finlandesi, raggiunte da Stadlober e Nepryaeva, mentre Andersson è crollata. L’idea di inseguire Johaug, non si è rivelata forse la migliore per Karlsson, presto raggiunta dalle tre inseguitrici, guidate da Nepryaeva. Così, mentre Johaug si è gustata la passerella finale godendosi anche le lacrime scese dal suo volto, Natalia Nepryaeva e Teresa Stadlober hanno staccato le altre, andandosi a prendere le medaglie con la russa che ha conquistato l’argento e l’austriaca un bronzo che la risarcisce dell’errore commesso a Pyeongchang a costarle la medaglia, mandando anche un bel segnale agli altri atleti del gruppo Cramer. Poi Niskanen ai piedi del podio, quindi Frida Karlsson, dispiaciuta per non aver raggiunto il podio, quindi Diggins che ha recuperato molto a skating. In top ten anche Parmakoski, Rygalina, l’ottima Claudel ed Ebba Andersson, che ancora una volta ha sofferto la quota, chiudendo a 1’27".
Buona la prova della tedesca Sauerbrey, giunta 13ª a 2’23"8, prima della Germania. Brava anche la giovanissima polacca Marcisz, sedicesima. In difficoltà, prevedibile visti i risultati stagionali, Fossesholm e Kalla, giunte 18ª e 19ª. In ventesima posizione la canadese Browne, ottima 21ª la giovane svizzera Kaelin. Da segnalare la 29ª piazza di Haga, arrivata in fretta e furia a sostituire Weng.
Molto indietro le azzurre, con un quartetto davvero giovane al via. Martina Di Centa è stata la prima italiana al traguardo concludendo al 36° posto davanti a Anna Comarella. Più indietro Pittin, 41ª e Ganz 42ª.
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