Non c’è centimetro senza un controllo e senza incontrare persone con le tute. Il close loop di Pechino è sigillato per davvero. Non un metro a piedi fuori dagli alberghi, anche per percorrere 300 metri è obbligatorio prendere la navetta. I Giochi Olimpici invernali iniziano oggi, ma le misure di sicurezza sono imponenti da tempo. Per questioni sanitarie in primis e non solo, anche per la pubblica sicurezza.
Pazienza e flessibilità stanno alla base di tutto, per vivere giornate che da oggi in avanti saranno frenetiche. Tra una navetta da non perdere per acciuffare le coincidenze successive, il quotidiano tampone di controllo e i collegamenti che sulla carta erano agevoli e invece si sono rivelati essere assai più difficili.
Difficili come le procedure per raggiungere la Cina, dal doppio tampone molecolare alla serie di qrcode necessari per imbarcarsi. Una trafila che per chi è dovuto partire si è trasformata in settimane, se non mesi, di ansia e preoccupazione, fino all’ora del decollo, dimenticandosi per qualche ora delle difficoltà.
Arrivati a Pechino le operazione sono riprese una dietro l’altra, fino all’arrivo in albergo. Un giorno intero di incontri ravvicinati con una popolazione cinese che vorrebbe sorridere e abbracciarti, ma che invece è sempre vestita con tutoni, occhialoni e calzari. Dall’aeroporto all’albergo: il personale di servizio è tutto uguale. E poco conosce anche l’inglese. Girano armati di tablet per farsi capire attraverso traduttori automatici.
Un primo giorno di pazienza, non tanto per la burocrazia in loco, tutto sommato ancora snella, quanto per la complessa macchina dei trasporti che è forse stata presa un po’ in contropiede, tra affluenza e reali esigenze degli accreditati.
Questa sera, alle 20 ora di Pechino e alle 13 in Italia, si è svolta la cerimonia di inaugurazione di questi Giochi invernali, i primi a svolgersi in una città che ospitò già quelli estivi. Era il 2008.
Olimpiadi 2022 – A Pechino tra tamponi, controlli e trasporti non agevoli.
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