La 20 chilometri di biathlon alle Olimpiadi ha regalato nella sua storia due medaglie all’Italia: una nel 1988, di bronzo, con Johann Passler, e una, nel 1998, d’argento, con Pieralberto Carrara. Due prestazioni stratosferiche, che avrebbero potuto assumere sfaccettature fors’anche più gloriose, se tutti i tasselli in quelle giornate comunque gloriose per il nostro medagliere fossero andati al posto giusto.
Partiamo dal terzo posto di Passler a Calgary, il 20 febbraio 1988. L’azzurro si presentò al via della gara non certo da carneade, avendo conquistato tre anni prima il bronzo ai Mondiali e, due anni prima, un altro bronzo nella staffetta. Sulle nevi canadesi, il nostro portacolori firmò un autentico capolavoro, rimontando nel finale il sovietico Tchepikov e strappandogli il terzo posto con il tempo di 57’10"1, con un distacco minimo dalla medaglia d’oro, il tedesco dell’Est Frank Peter Roetsch (56’33"3) e dal secondo classificato, Valeri Medsetsev (56’54"6). Senza i due minuti di penalità rimediati al tiro, sarebbe stato probabilmente un serio candidato al trionfo.
Strepitoso anche dieci anni dopo, ai Giochi di Nagano 1998, Pieralberto Carrara, capace di agguantare una medaglia d’argento che profuma ancora adesso d’oro. Innanzitutto, per una mera ragione statistica: da dieci anni, infatti, l’Italia del biathlon non conquistava un podio olimpico (proprio dall’impresa di Passler a Calgary, ndr). Non solo: Carrara, all’epoca 32enne, era alla sua terza partecipazione alle Olimpiadi e realizzò la miglior prestazione di sempre ai Giochi per il nostro Paese, perlomeno nella 20 chilometri, giungendo al traguardo senza neppure un errore al poligono.
Solamente il norvegese Halvard Hanevold riuscì a superarlo con una progressione inenarrabile sugli sci stretti nell’ultima porzione di gara. Infatti, alla quarta serie di tiri Carrara era medaglia d’oro e aveva 15”2 di vantaggio sullo scandinavo, impreciso al tiro, ma nell’ultimo trasferimento di 2,5 chilometri Hanevold risalì, superò l’orobico e gli rifilò cinque secondi di distacco.
Resta comunque la grandezza di quella performance, che Pieralberto Carrara ha recentemente ricordato in un’intervista, nella quale ha sottolineato l’emozione di rappresentare la propria nazione e di conquistare una medaglia, "un istante immortalato per sempre nella storia dello sport".
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