L’Italia del biathlon può indubbiamente vantare uno spiccato feeling con la staffetta mista, specialità che ha fatto il suo debutto olimpico a Sochi 2014 e che, in due edizioni, ha regalato altrettante medaglie di bronzo ai nostri atleti.
La prima di esse è arrivata otto anni fa in Russia. Il quartetto italiano era composto da Dorothea Wierer, Karin Oberhofer, Dominik Windisch e Lukas Hofer e la gara iniziò con una frazione pressoché perfetta da parte di Wierer, che fu costretta a fare ricorso a una sola ricarica e diede il cambio a Oberhofer fra le prime. Anche quest’ultima utilizzò una ricarica e cedette il testimone a Windisch a 20 secondi dalla coppia di testa formata da Norvegia e Repubblica Ceca, che poi presero il largo.
Windisch, dal canto suo, fu impreciso al poligono, facendo ricorso in totale a quattro ricariche, ma venne graziato dagli errori altrui, che permisero all’Italia di cambiare ancora in terza posizione. Lukas Hofer, quarto e ultimo frazionista, accelerò sugli sci e al poligono non fallì un bersaglio, sfiorando addirittura un’epica rimonta sulla Repubblica Ceca, seconda classificata: "Sono sicuro che si è trattato di un colpo fortunato, ma sono contento. Mi sono così goduto l’ultimo giro per poi festeggiare al traguardo con tutta la squadra. Spero che adesso avremo degli spettatori in più da casa e che, con questo risultato, potremo motivare più atleti per il futuro".
Clamoroso quanto accaduto un quadriennio più tardi in Corea del Sud, dove la staffetta mista italiana vinse un altro bronzo olimpico. Se Francia e Norvegia si accaparrarono i due gradini più alti del podio, l’Italia contese sino all’ultimo la terza piazza alla Germania: protagonista nella prima frazione fu Lisa Vittozzi, con zero errori al poligono, mentre Dorothea Wierer commise tre errori. Lukas Hofer fu autore invece di una penalità e Windisch addirittura di due, ma diede il meglio di sé sugli sci e arrivò a uno spettacolare testa a testa sul rettilineo finale con Arnd Peiffer.
"È stato tutto molto veloce, arrivavo dalla discesa ed ero davanti al tedesco, ho scelto una linea e non ho danneggiato la sua sciata – dichiarò al termine della volata Windisch –. Ho combattuto fino al traguardo, ma non è bastato e abbiamo dovuto aspettare la decisione dei giudici per gioire".
Sì, perché trascorse oltre mezz’ora prima che il bronzo fosse assegnato ufficialmente agli azzurri, a causa di un ricorso presentato dalla Germania per una presunta manovra scorretta del nostro atleta ai danni di Peiffer. I giudici, tuttavia, ritennero che Dominik non avesse tagliato la strada al rivale e respinsero il reclamo tedesco, per l’immensa gioia dei nostri staffettisti.
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