È orgoglioso della sua prestazione nella 15 km di Tesero, da lui chiusa al 23° posto. Maicol Rastelli ha vissuto una stagione tutta a inseguire, essendo rimasto fuori dalla squadra nazionale e ripartito così da quella di sede del CS Esercito. Quando ha ritrovato la nazionale in occasione proprio del Tour de Ski, ha saputo farsi trovare pronto.
«Sono contento – ha affermato Rastelli a Fondo Italia – ci tenevo a ottenere un risultato del genere, entrare nei trenta o giocarmela con i migliori. Nel corso del Tour de Ski mi sono sempre sentito bene, ma è dall’inizio della stagione che la condizione è sempre stata ottima. Peccato, nel corso del Tour, essere stato costretto a partire sempre in fondo al gruppo, per i punti distance veramente alti che avevo. Ciò mi ha un po’ penalizzato soprattutto nella 15 di Lenzerheide e nella mass start di Oberstdforf. Oggi mi sono mosso bene nella prima parte di gara, riuscendo a rimontare il gruppo spendendo il meno possibile. Grazie agli ottimi materiali e e alla mia condizione, sono riuscito a fare un bel risultato e sono contento».
Alla vigilia del Cermis, Rastelli può già fare un bilancio molto positivo del suo Tour de Ski. Ora l’alpino di Le Prese vede le Olimpiadi. «Sicuramente l’obiettivo è sempre stato di qualificarmi per i Giochi Olimpici. Sapevo di dover passare per il Tour de Ski e di conseguenza non sbagliare alcuna gara da inizio stagione in poi. Così ho fatto. In questo Tour credo di aver confermato il mio valore, penso di essermi fatto vedere e aver mostrato di valere una qualificazione olimpica».
Rastelli ha reagito nel modo migliore al mancato ingresso in nazionale e il ritorno nella squadra di sede, nella quale ha lavorato con Simone Paredi e Sergio Bonaldi. «Sicuramente aver cambiato gruppo di lavoro è stato di grosso stimolo, anche partire dalla Coppa Italia con l’obiettivo di riconquistarmi il posto mi ha stimolato ulteriormente. Essendoci le Olimpiadi avevo anche qualche motivazione in più, perché è l’appuntamento più importante, tutta un’altra cosa rispetto a ogni altra competizione. Sono contento di aver dimostrato che lavorando duramente sono riuscito a essere nuovamente qui e tornare al livello che avevo alcuni anni fa nelle sprint e nelle distance».
Inevitabile anche un commento su Klæbo, che ha eguagliato il record di vittorie in Coppa del Mondo di Dæhlie. Non male ad appena venticinque anni. «In questo Tour de Ski, Klæbo ha mostrato di avere un livello nettamente superiore rispetto a tutti gli altri, un fuoriclasse assoluto. Nel gareggiare con un atleta del genere c’è solo da imparare, guardare cosa fa sulle piste. È un talento, ne servirebbero di più, non solo in Norvegia ma anche in altre nazioni, perché al momento fa gara a sé. A lui si possono fare solo complimenti».