È stata ottima protagonista a Sjusjøen, vincendo la mass start del Sesongstart norvegese dopo un bel duello con Davidova, risultando freddissima all’ultimo poligono dove è andata all’attacco della ceca accelerando la sua serie e portando l’avversaria al doppio errore. Nell’apertura norvegese, Tandrevold ha mostrato quella maturità che le era spesso mancata in passato, chiudendo con quattro zero, ma soprattutto la sensazione di avere la situazione sotto controllo.
La norvegese non ha però nascosto che come sempre ha sofferto le prima competizioni stagionali: «Per me è sempre il momento peggiore, quello che temo di più, anche rispetto a un Mondiale o cose del genere. Quando sei in Coppa del Mondo sei entrato ormai nel mood e hai gareggiato diverse gare. Ogni anno, alla prima stagionale, mi chiedo sempre perché lo sto facendo di nuovo».
Nella passata stagione Tandrevold ha conquistato la sua prima coppa di specialità, quella mass start, grazie al successo nell’ultima gara della stagione. La biatleta norvegese è però consapevole di dover ancora migliorare tanto e si sta impegnando moltissimo per crescere: «Le mie stagioni sono state un po’ altalenanti in questi anni. L’obiettivo del biathlon è di essere il più stabile possibile. Per me è importante che tutte le singole componenti del biathlon non siano dipendenti l’una dall’altra. Se non hai la tua giornata migliore in pista, devi saperla gestire e non lasciare che ciò condizioni il tiro. Inoltre, ho lavorato molto per adattarmi a diversi tipi di condizioni e anche al non dipendere da esse per sciare bene. Ho inoltre cercato di migliorare nelle condizioni di tiro più impegnative, come vento o altro».
L’obiettivo stagionale sono ovviamente le Olimpiadi di Pechino, ma Tandrevold è convinta sia fondamentale la prima parte della stagione: «Penso molto alle Olimpiadi e voglio arrivarci il più preparata possibile. Ma allo stesso tempo, nel biathlon è importante avere fiducia in se stessi e nei risultati avuti quando si arriva alle Olimpiadi. Quindi per me, penso che la cosa più importante sia fare quante più buone gare possibili prima dei Giochi. Se sento pressione? Non lo faccio. È importante che il percorso di avvicinamento alle Olimpiadi non sia snervante».