In Russia si sono immediatamente scatenate le polemiche, dopo quanto svelato da Marit Bjørgen nella sua biografia, nella quale vengono raccontate le sue due settimane di tensione, seguite alla positività dell’atleta a un controllo antidoping a Lahti del 2017. Dopo aver dato tutte le spiegazioni del caso, la FIS decise di archiviare, riconoscendo l’innocenza dell’atleta. I russi però sono subito partiti all’attacco.
Sul proprio canale Telegram, il commentatore Dmitry Guberniev ha scritto un messaggio piuttosto chiaro ad accompagnare la notizia di Bjørgen: «Cosa sono tutti pietosi bugiardi e ipocriti … ugh …. Tutti loro lo assumono sempre per sbaglio …. Non capisci, questo è diverso …» chiudendo il commento con la faccina di un pagliaccio.
Successivamente ha detto la sua anche l’argento olimpico del 2010, Alexander Panzhinsky, che intervistato da Championat si è detto convinto che se al posto di Bjørgen ci fosse stato un atleta russo, la FIS si sarebbe comportata diversamente: «Da quanto ho capito, secondo i criteri, questa è un’informazione che solitamente non viene resa pubblica. Quando succede a noi, però, viene subito divulgata la notizia. A volte l’allenatore lo scopre direttamente sul web. Forse i nostri giornalisti sono veloci. Ma questa informazione solitamente deve restare tra atleta, allenatore e federazione. Se c’è poi un verdetto di squalifica, allora viene reso pubblico». Quindi l’attacco: «Se una situazione simile fosse accaduta con gli atleti russi, allora dubito che la decisione della FIS sarebbe andata a favore dell’atleta. Probabilmente ha avuto un peso il fatto che Bjørgen sia norvegese, allora l’atleta simbolo della squadra. Se tutto è come è stato scritto, sembra giusto che non sia stata squalificata, ma la medicina dello sport in Norvegia è sviluppata a un livello tale che Bjørgen, dopo aver praticato sport per decenni, doveva capire e assumere farmaci che sicuramente non sollevavano dubbi e non formavano delle droghe illegali nel corpo. Se al posto suo ci fosse stato un atleta di secondo livello, in particolare russo, non sarebbe stata presa la stessa decisione».