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Sci di fondo

Sci di Fondo – “Non posso chiamarle amiche”; nel documentario di SVT, la lite tra le svedesi dopo Ruka

Negli ultimi anni i documentari sportivi stanno ottenendo sempre maggior successo, catturando l’attenzione anche di coloro che non sono grandi appassionati della disciplina di cui si parla. Lo abbiamo visto con tante serie di documentari sul ciclismo, oppure con il successo di "The Last Dance" sui Chicago Bulls di Michael Jordan, oppure sulla serie dedicata alla Formula 1 "Drive to Survive", fino ad arrivare alla consigliatissima "The Untold Story", che tratta vicende sportive più scottanti, oppure alcune bellissime serie sul calcio, tra le quali vi consigliamo quella sullo sfortunatissimo Sunderland.
Ispirata da questo successo, l’emittente televisiva svedese SVT ha girato una serie documentario al seguito della nazionale svedese di sci di fondo durante la stagione 2020/21, catturando anche dei dietro le quinte piuttosto particolari e interessanti. Tutto molto vero, senza particolari filtri, anche le liti. 
Nella presentazione del documentario, è stato mostrato un estratto girato in occasione della pursuit di Ruka, quando nella lotta per il podio, alle spalle di una insuperabile Johaug, vi era un folto gruppo che aveva al suo interno diverse fondiste della nazionale svedese. Nel finale avvenne il caos, quando, secondo quanto riferito dalle altre concorrenti, Ebba Andersson mandò a terra Svahn e di conseguenza anche Dahlqvist e Nepryaeva, arrivando così sul podio. Immagini dello scontro non ve ne erano, ma le colpe di Andersson vennero riferite ai media dalla stessa arrabbiatissima Svahn, che al termine della gara aveva immediatamente lasciato il campo gara.
Nel documentario viene mostrato quanto accaduto nel post gara, senza particolari filtri. Si vede una Ebba Andersson che, dopo aver ricevuto accuse da tutte le parti, esplode in uno sfogo di rabbia: «Sono dannatamente delusa dalle mie compagne di squadra. No, non posso nemmeno chiamarle amiche. Vengo indicata come colpevole senza avere un cavolo a che fare con questo incidente. Sono piuttosto io che dovrei essere infastidita perché stavo per cadere. Non doveva farlo (riferendosi alle accuse di Svahn, ndr). Non importa quanto tu sia infastidito, si risolve internamente. Penso che sia dannatamente brutto»
I microfoni hanno anche raccolto lo sfogo di Dahlqvist con l’allenatore Thomson: «Ci sarà sempre questo schifo tra noi svedesi. Certo che vuoi il meglio da te stessa, ma da qualche parte c’è un limite». Lo stesso allenatore ha poi costretto una arrabbiatissima Svahn a parlare con i media, minacciando di multarla. Una mossa in realtà non azzecatissima visto poi il suo attacco a Ebba Andersson. Si sente la stessa Svahn rispondere al suo allenatore: «Allora vale la pena prendere la multa, perché non parlerò con i media»
A distanza di mesi, Andersson ha commentato a Sportbladet quanto si vede sul documentario: «Direi che riflette davvero com’era la situazione in quel momento. Non ci sono filtri, è girato nella gravità del momento ed è un’immagine onesta che gli spettatori possono seguire. Quello che ho detto sulle mie compagne? Era frutto del momento, ma l’abbiamo chiarito così oggi posso davvero chiamarle mie compagne di squadra. Abbiamo chiarito le cose e siamo di nuovo buoni amici. Penso che sia importante dare un’immagine onesta e non mostrare sempre solo la facciata, ma anche ciò che sta realmente accadendo dietro di essa»

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