Nell’articolo dell’IBU, Giacomel ha ricordato i primi incontri tra i due giovani azzurri: «Conosco Didier da quando ho iniziato a gareggiare in Coppa Italia. Ricordo molto bene quel bocia, perché era piccolo e magro. Penso che siamo diventati amici quasi subito perché ci troviamo molto bene». Bionaz ha aggiunto: «Siamo diventati amici molto presto, ma non avremmo mai immaginato che le nostre carriere sarebbe andate su corsie parallele, perché abbiamo finito per fare assieme ogni passo delle nostre carriere. È qualcosa a cui tengo molto, perché condivido con lui, un amico, tutte le emozioni e le esperienze della mia carriera».
I due azzurri sono quindi tornati sul loro esordio in Coppa del Mondo. Giacomel in quell’occasione fu protagonista di una bellissima gara, coprendo tutti i bersagli e chiudendo 27°. «Devo ammettere che non è stato come lo sognavo, perché i posti erano vuoti e tutto era così surreale, dato che si gareggiava a Nove Mesto con quelle tribune enormi. È stato bello incontrare tutti i miei idoli. Non dimenticherò mai quando in mixed zone, Johannes Bø e Quentin Fillon Maillet mi hanno fatto i complimenti per il risultato della sprint». Sulla stessa lunghezza d’onda anche Bionaz: «È stata un’esperienza così irreale essere lì, sciare accanto ad atleti che avevo visto in tv fino a due settimane prima. Ricordo un momento durante la mia seconda gara di quel fine settimana, la staffetta, quando eravamo secondi allo scambio finale ed ero in piedi accanto a Johannes Bø, che mi augurava buona fortuna. Significava davvero molto per me».
Entrambi hanno quindi apprezzato il modo in cui sono stati accolti dalla famiglia internazionale del biathlon. Ma ancora meglio le cose sono andate fin dall’inizio con la squadra azzurra, quando hanno iniziato ad allenarsi con i big azzurri. «Il gruppo è stato così accogliente fin dalla prima volta che ci siamo uniti a loro – ha affermato Bionaz – ci siamo integrati molto bene e credo che ora siamo una sola grande famiglia».
Stesso discorso anche per Giacomel: «Essere in squadra con tre atleti straordinari, ma anche persone meravigliose, come Doro, Luki e Dominik è una fonte infinita di ispirazione. Doro è come una mamma per noi, perché ci tiene. Per esempio, quando andiamo in bici insieme, ci dice di andare piano in discesa, di stare attenti e non farci male. Tutti ci hanno insegnato molto, ma soprattutto ad essere pazienti, perché alla nostra età è normale essere presi a pugni di tanto in tanto quando ti alleni così duramente come facciamo noi. Penso che siamo un grande gruppo di allenamento, andiamo d’accordo e ogni campo è divertente».
Nel servizio dell’IBU, sono state belle anche le parole che l’allenatore azzurro Andrea Zattoni ha speso nei confronti dei due giovani. Per leggere l’intero articolo sul sito dell’IBU cliccate qui.