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Salto con gli Sci – La sfortuna di Bråten, ferma da 15 mesi per le conseguenze di una commozione cerebrale

Nel 2019 aveva vinto la medaglia di bronzo mondiale nella gara a squadre femminile e rappresentava una delle grandi promesse del salto con gli sci norvegese. Poi la sfortuna si è accanita su Ingebjoerg Saglien Bråten, esclusa oggi dalla Squadra A della nazionale norvegese di salto.
La ventunenne di Etnedal è ormai ferma da quindici mesi, dopo una brutta caduta in allenamento a Lillehammer. Quel giorno Bråten aveva battuto violentemente la testa sulla neve una volta caduta in fase di atterraggio, subendo una forte commozione cerebrale. Si pensava che presto potesse tornare, tanto che nella passata stagione era stata anche inserita in squadra, invece da quella caduta la giovane non è più tornata a saltare, in quanto è ancora alle prese con le conseguenze di quell’incidente.

«Voglio prima che si senta bene nella vita di tutti i giorni – ha chiarito oggi l’allenatore della squadra femminile Christian Meyer all’agenzia NTB – dobbiamo partire da lì. È stata visitata di recente in un ospedale di Oslo ed è in attesa di una risposta. Sembra che debba seguire di nuovo un periodo di allenamento a bassa intensità senza salti ed urti. Ha ancora le vertigini. È difficile dire quando potrà tornare ad allenarsi normalmente».

Meyer ha chiarito che pur essendo rimasta fuori dalla squadra maggiore, Bråten sarà seguita in maniera molto professionale dalla federazione norvegese: «Anche se non fa parte della squadra, sarà seguita da Line Jahr nel progetto 2025 e avrà anche tutto ciò di cui ha bisogno dallo staff medico. Insomma avrà gli stessi vantaggi della nazionale. Per noi la cosa più importante è torni ad una vita normale, poi vedremo se potrà tornare ad essere un’atleta di alto livello. È un po’ presto per dirlo».

Dopo il bronzo vinto nel 2019, Bråten è stata perseguitata dalla sfortuna, prima con una frattura al braccio, poi con un infortunio alla schiena ed infine con questo brutto problema alla testa post caduta in allenamento. Due mesi fa, in un’intervista a Dagbladet, la giovane aveva ricordato quel brutto incidente: «Era l’ultimo salto della mia sessione di allenamento a Lillehammer. Ero riuscita ad atterrare su entrambi gli sci, ma uno sci fece una rotazione ed io finii a terra sbattendo violentemente la testa. Ero cosciente, ma non ricordo molto. L’unica cosa che ricordo è proprio la botta sulla testa. Il casco era danneggiato ed è il motivo per cui oggi ho ancora problemi. Ricordo che avevo molto dolore, rimasi sdraiata urlando per il dolore. Maren Lundby fu la prima ad arrivare da me. Poi fu chiamata un’ambulanza e mi portarono in ospedale. Una squadra traumatologica si occupò di me. Non trovarono nulla oltre alla commozione cerebrale».

Nel frattempo Bråten non è rimasta ferma e ha accelerato per ottenere la laurea in pedagogia. Dopo l’incidente si augurava inizialmente di tornare a saltare in poche settimane, poi lo stop forzato si è prolungato a causa dei forti mal di testa, le difficoltà con la memoria e la tendenza a stancarsi molto velocemente. I medici hanno quindi suggerito di restare ancora ferma, in attesa che il cervello possa riprendersi completamente dalla commozione cerebrale. Evidentemente però questo anno e mezzo non è bastato.

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