È stata una stagione indimenticabile per Jonna Sundling che ha vinto la medaglia d’oro nella sprint del Mondiale di Oberstdorf, alla quale ha poi aggiunto quella conquistata nella team sprint.
La svedese ha dimostrato di essere migliorata moltissimo in tecnica classica, dopo le tante soddisfazioni avute in passato in skating. Ma soprattutto Sundling si è presa una bella rivincita in un grande evento dopo le delusioni passate. Nel 2017 non andò a Lahti a causa di una malattia, nel 2018 non venne convocata per le Olimpiadi di Pyeongchang, mentre nel 2019 cadde in finale chiudendo quarta con un bastoncino rotto. «È stato veramente piacevole – ha raccontato in un’intervista rilasciata a Langd.se – avevo preparato tutto nei mini particolari e mi ero allenata così duramente per il Mondiale. Sono stata attenta a tutto ed mi ero isolata per non ammalarmi. Ho pensato che dovevo stare molto attenta a tutto ciò che avrebbe potuto influenzare negativamente la marcia d’avvicinamento al Mondiale. Ho comprato tutto il cibo online e ho sacrificato molto, ma ne è valsa la pena. Ad Oberstdorf avevo un’idea molto chiara su come avrei agito in gara. È stato così bello quando ci sono riuscita».
Ai Mondiali di Oberstdorf, Sundling ha vinto una sprint in classico per la prima volta in carriera: «Già in passato ero arrivata vicina a vincere in classico e sapevo che avrei potuto farcela se tutto fosse andato bene. Non ho mai gareggiato con tanta fiducia in me stessa come avvenuto nella sprint del Mondiale. Mi ero preparata così bene e sapevo esattamente cosa fare. Avevo il mio piano gara e mi concentravo su quello che avrei fatto io. Il piano doveva essere offensivo, dovevo attaccare, sfiancarle. Ci avevo pensato molto e successivamente avevo condiviso l’idea con i miei allenatori Magnus (Ingesson) e Stefan (Thomson)».
La vittoria è stata una grande soddisfazione per lei. «La cosa più bella è stata aver provato a me stessa di poter stare lassù. La cosa migliore è stata che tutto è andato secondo i piani e sono stata ripagata per tutto il duro lavoro. Valeva ogni minuto di tutti gli sforzi fatti. Quando ho avuto dei periodi più difficili, a volte ho anche avuto dei dubbi».
Sundling ha ammesso di aver fortunatamente superato alcuni problemi fisici che l’avevano limitata in passato: «Adesso ho risolto i problemi ai piedi, so cosa possono sopportare e posso tenerlo sotto controllo. Non ho avuto problemi nell’ultimo anno. Tuttavia, devo stare attenta e prevenire. Ho un problema all’alluce e devo quindi fare attenzione soprattutto durante la corsa, prediligendo un terreno asfaltato. Importante anche trovare le scarpe giuste ed avere un buon equilibrio».
Ora la mente vola già a Pechino 2022: «Amo la tecnica libera e le Olimpiadi sono un obiettivo chiaro. Certo, cercherò di salire sul gradino più alto del podio. So che posso fare bene anche ad alta quota ma ho bisogno di acclimatarmi. Come è stato durante il Tour de Ski in Val Müstair, quando si viveva a bassa quota e si gareggiava in alta quota, non è andato per niente bene. Poi ho avuto la sensazione di non poter sciare quando abbiamo gareggiato. Bisogna fare un raduno di due o tre settimana ad alta quota, affinché tutto funzioni».