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Sci di Fondo – La scelta di Sundby: ritiro da Coppa del Mondo ed Olimpiadi, ma farà le lunghe distanze

I tanti problemi fisici avuti negli ultimi anni lo stavano spingendo a lasciare lo sci di fondo, ma Martin Johnsrud Sundby andrà avanti, pur con un cambiamento importante: niente più inseguimento alla Coppa del Mondo o alla qualificazione olimpica, bensì solo gare sulle lunghe distanze.
    
Il ritiro definitivo sembrava dietro l’angolo per un atleta che il prossimo settembre compirà 37 anni, dopo una preparazione travagliata, iniziata con l’esclusione dalla nazionale e passata per i tanti problemi alla schiena. Nessuna convocazione per la Coppa del Mondo nella stagione del Mondiale di Oberstdorf, per il quale aveva il pettorale già assicurato grazie alla vittoria del 2019 nella 15 km di Seefeld. Quella iridata in terra tedesca doveva essere l’ultima gara della sua carriera, invece è arrivata una prestazione mondiale di altissimo livello, da lui chiusa al settimo posto ad appena una ventina di secondi dal podio. Quel pomeriggio, Sundby aveva gli occhi colmi di orgoglio, quelli di chi era consapevole di tutto il percorso fatto per arrivare a quel risultato, valso forse anche più di una medaglia perché gli ha fatto capire di essere ancora competitivo.

La notizia del suo ritiro dallo sci di fondo di Coppa del Mondo e andare avanti solo sulle lunghe distanze è stata data venerdì nell’ultima puntata del documentario sull’atleta norvegese, trasmesso da NRK, nel quale è stato mostrato il privato di Sundby nel corso dell’ultima stagione. Non sono mancate nemmeno le discussioni in famiglia, come quella tra l’atleta e sua moglie Marieke Heggeland dopo il ritorno dell’atleta dal Mondiale di Oberstdorf. Se prima della partenza il campione norvegese era certo di smettere, quella gara gli ha dato la voglia di continuare. Una cosa che inizialmente non è stata presa bene dalla moglie, memore delle difficoltà e delusioni avute dal marito nell’ultimo anno.

«Prima del Mondiale eri così sicuro su cosa fare – ha tuonato la moglie – ora torni a casa ed è come se tu avessi avuto una rivelazione. Non dovresti. È come se tu soffrissi di Alzheimer ed avessi dimenticato tutto. Non puoi continuare a stancarti troppo per seguire atleti più giovani, andare in giro ed essere mezzo stressato perché non sei abbastanza allenato». La situazione si è però calmata quando Sundby ha spiegato alla moglie le sue reali intenzioni: «È stato importante capire che nonostante gli infortuni e le difficoltà alla schiena, sono ancora dannatamente bravo a sciare. Siamo d’accordo su questa cosa e lo eravamo anche prima che partissi. Prendiamo una strada leggermente diversa. Se resto nello sci di fondo, non sarà per inseguire ancora medaglie e qualificazioni. Andrò a fare le gare di lunga distanza per poter gareggiare nel modo migliore possibile lì. Avevo detto che ci sarebbe stato un cambiamento e sarà questo. Credo tu possa essere felice di questo».

Effettivamente i due si sono trovati subito d’accordo su questa decisione di concentrarsi sulle lunghe distanze, gare alle quali Sundby ha già preso parte con ottimi risultati. Una decisione presa quindi dopo Oberstdorf: «Ero certo che il Mondiale sarebbe stato la mia ultima danza. Quando mi sono allenato il martedì prima della 15 km, ho pensato che fosse l’ultima sessione di allenamento con l’obiettivo di una gara. Mentalmente avevo chiuso. Quella gara ha però cambiato le cose».

Fortunatamente. Lo sci di fondo potrà ancora ammirare Sundby, seppur lontano dalla Coppa del Mondo, dove ha ottenuto 19 vittorie e 43 podi individuali oltre a tre globi di cristallo, dai Mondiali, nei quali ha conquistato un oro, tre argenti e due bronzi individuali più tre ori in staffetta, e dalle Olimpiadi, nelle quali non ha mai trovato l’oro individuale ma un argento ed un bronzo, ma ha conquistato due ori (entrambi a Pyeongchang) ed un argento a squadre.
Intanto l’account Fondisti Senza Gloria saluta così l’addio del campione norvegese alla Coppa del Mondo

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