Nell’ultimo episodio di Kant ut, il podcast di Ingrid Landmark Tandrevold e Tiril Eckhoff, riportato da TV2, alle atlete è stato chiesto un pensiero su quanto accaduto tra Bolshunov e Mäki nella Coppa del Mondo di fondo, chiedendo se anche a loro è capitato in pista di avere qualche conflitto con delle avversarie. Alla domanda Tandrevold ha svelato di aver avuto l’impressione che un’atleta italiana, della quale non ha fatto il nome, avesse tentato di sabotarla nel corso del primo giro della pursuit di Nove Mesto.
Lo scorso anno, la norvegese era stata accusata da Dorothea Wierer di aver provato ad ostacolarla nella pursuit di Kontiolahti che assegnò all’azzurra la Coppa del Mondo, per favorire Tiril Eckhoff. Tandrevold ha svelato che proprio con Wierer aveva avuto un nuovo contatto a Hochfilzen, ma in quel caso del tutto fortuito: «Ero rimasta chiusa e le ho calpestato uno sci, ma non era intenzione farlo» ha raccontato la norvegese. Dorothea finì a terra in quell’occasione (anche se forse dopo un contatto con Hanna Öberg) e dopo la gara, proprio a Fondo Italia, si sfogò: «Peccato per quanto accaduto nell’ultimo giro. Alcune ragazze sono un po’ troppo aggressive. A volte servirebbe più rispetto in pista».
Tandrevold ha poi proseguito il suo discorso raccontando che nella pursuit di Nove Mesto, evidentemente quella di due settimane fa, ha avuto la sensazione di essere volontariamente ostacolata da una delle due star italiane, quindi una tra Lisa Vittozzi e Dorothea Wierer, che erano con lei nel corso del primo giro. «Nel primo giro – ha raccontato – le due italiane stavano andando una a fianco all’altra ed una di loro, della quale non dirò il nome, mi ha dato la sensazione che tentasse volontariamente di ostacolarmi, tentando di chiudermi ogni volta che provavo a passarla. Mi sono detta di stare molto attenta e non farmi prendere dal nervoso, così ho cercato di stare attenta e sono rimasta buona in gruppo. Ma alla fine ho notato che c’era questo atteggiamento tra tutte. Fortunatamente è finito tutto dopo il primo tiro ma lì ho iniziato a chiedermi se forse in plotone non fosse presente una brutta atmosfera che prima non avevo notato e se qualcuna avesse potuto darmi fastidio. Forse sto generalizzando ora, ma credo che gli uomini stiano più attenti in pista, si aggrappano meno al bastoncino dell’altro. Mi sembra che se qualcuno fa un sorpasso più rischioso o comunque una manovra abile, sia più rispettato perché si ritiene quasi abbia fatto qualcosa di figo. Tra le ragazze c’è più cattiveria e ci si lamenta di più».
Eckhoff ha poi commentato quanto affermato dall’ascoltatore su Bolshunov: «Anche io tiro fuori gli artigli quando c’è da battagliare. Ci sono anche tra noi dei conflitti, non come nel caso di Bolshunov, ma a volte ci si lancia delle occhiatacce».