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Sci di fondo

Fondo – Elia Barp, vincitore dell’OPA Cup Junior: “Sono migliorato grazie ad una squadra che è come una famiglia”

Alla sua prima stagione internazionale ha subito vinto la classifica generale dell’OPA Cup Junior, conquistando due vittorie e quattro podi in questa competizione, più il bronzo con la staffetta azzurra al Mondiale Juniores, ancora una volta rendendosi protagonista di una splendida ultima frazione, come fece già anche a Losanna alle Olimpiadi Giovanili nella staffetta mista dello sci nordico. Elia Barp si è confermato un atleta molto promettente ed al suo primo anno nella nazionale juniores ha anche fatto dei notevoli progresso, migliorando costantemente nel corso della stagione.
Il veneto, classe 2002 cresciuto nello Ski College Veneto Falcade, arruolato dalle Fiamme Gialle proprio alla vigilia di questa stagione sportiva, ha talento ed entusiasmo che vanno coltivati nel modo giusto nei prossimi anni. Sicuramente oltre alla passione, come dimostrano le sue prestazioni quando si trova a correre sull’uomo, ha anche grinta da vendere. Con lui abbiamo parlato dopo la vittoria di domenica scorsa nella pursuit di Pokljuka che ha chiuso la stagione dell’OPA Cup, sancendo la conquista del pettorale di leader della classifica.
Ciao Elia e complimenti per questo successo. Partiamo dalla gara di domenica, nella quale ti sei imposto con un grande finale.
«La gara di domenica è stata una stupenda emozione. Sono partito praticamente assieme ai primi due, Alessandro ed il tedesco Dörks. Nei primi due giri siamo andati davvero piano, infatti ci hanno ripreso molto facilmente da dietro. Si è formato un gruppetto composto da nove atleti, ma io sentivo di stare bene, ero sicuro di quello che potevo fare e verso metà gara ho aumentato un po’ il ritmo, andando quasi in progressione, e ho iniziato a fare la differenza. Nel corso dell’ultimo giro il francese Arnaud ha provato a rientrare ma ormai era troppo tardi. Ero sicuro di avere un buon margine per poter controllare tutto».
Hai conquistato la vittoria della classifica generale di OPA Cup Junior. Alla vigilia della stagione era uno dei tuoi obiettivi, oppure sei sorpreso?
«Ad inizio stagione, la classifica generale non era assolutamente un obiettivo, non avevo mai gareggiato in OPA e non sapevo con chi avrei avuto a che fare. Però, nel corso della stagione, ho notavo che avevo cominciato a fare delle belle cose e dopo il Mondiale, che era il mio obiettivo principale, abbiamo iniziato a pensare alla classifica generale».

Già lo scorso anno alle Olimpiadi Giovanili eri stato protagonista di una grande ultima frazione nella staffetta di sci nordico; ti sei ripetuto anche ai Mondiali Giovanili di Vuokatti ed ora hai impressionato nella pursuit di Pokljuka. Sembra quasi che le gare sull’uomo ti esaltino in modo particolare. È così?
«Le gare sull’uomo mi piacciono di più perché c’è anche la tattica di mezzo, l’effetto sorpresa, il fatto che potrebbe succedere di tutto da un momento all’altro. Credo che forse il mio interesse particolare per questo tipo di gare nasca dal passato come ciclista, mi ricorda quel tipo di competizione».
Qual è il segreto dei tanti miglioramenti fatti quest’anno?
«Sinceramente non so se ci sia un segreto, anzi probabilmente non c’è. Forse i miglioramenti avuti sono dovuti al fatto che con Luciano (Cardini, ndr) siamo riusciti a costruire un bel gruppo e questo porta ad una leggerezza mentale che ti aiuta quando sei sotto pressione in gara o in determinati appuntamenti fondamentali come il Mondiale. La capacità di Luciano è quella di riuscire ad unire gli atleti e fare in modo che si aiutino a vicenda come una vera e propria famiglia. È questo il punto di forza della nostra squadra e abbiamo dimostrato che questo metodo ripaga».
Hai qualche ringraziamento o dedica particolare per gli ottimi risultati ottenuti quest’anno?
«Devo ringraziare in primis Luciano che ha sempre creduto in me e nella squadra durante tutta l’estate e la preparazione; le Fiamme Gialle che sono sempre presenti in caso di necessità e di problematiche, e mi danno una grossa mano nella mia carriera; certamente la mia famiglia senza la quale in questo periodo critico non sarei dove sono adesso; infine al mio allenatore o ex allenatore, Omar Genuin, che mi ha fatto crescere e che tutt’ora mi segue in ogni allenamento»

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