Una Coppa del Mondo decisa da un test covid sbagliato ed un sistema sanitario che ha un protocollo molto particolare. È quanto accaduto a Marita Kramer, che in una maledetta trasferta a Rasnov ha perso ogni possibilità di vincere la classifica generale della Coppa del Mondo di salto con gli sci.
Un’ingiustizia sportiva che si poteva anche evitare, magari facendo valutazioni diverse ad inizio stagione, quando si sarebbero anche potuti inserire degli scarti proprio in virtù di casi come quello successo all’atleta austriaca.
Ma cosa è accaduto? L’ha spiegato la federazione austriaca in un comunicato. Innanzitutto l’austriaca si è recata in Romania con un test negativo. Lì, invece è risultata positiva ad un test PCR ed è stata subito fermata e messa in quarantena dalle autorità locali. L’atleta si è quindi immediatamente sottoposta a diversi test dell’antigene, che al contrario hanno tutti dato esito negativo, così come un nuovo test PCR effettuato giovedì. Eppure non le è stato consentito ugualmente di gareggiare in quanto il sistema sanitario rumeno non consente di correggere il risultato di un test PCR, anche se discordante rispetto ad altri test. Addirittura, le autorità locali, anche dopo tanti test negativi, non volevano consentirle di lasciare il paese. È allora intervenuta l’OESV che dopo diverse trattative è riuscita a consentire all’atleta di abbandonare la Romania, evitare la quarantena e tornare a casa per preparare un Mondiale che per alcune ore è stato anche a rischio.
L’atleta per il momento non ha commentato l’accaduto, mentre il tecnico austriaco Harald Rodlauer ha spiegato: «È triste. Sono particolarmente amareggiato per Marita e perché alla miglior saltatrice della stagione viene negata la possibilità di vincere la Coppa del Mondo a causa di un risultato errato del test e non corretto».