Tre titoli per la Norvegia con Tiril Eckhoff comun denominatore; uno a testa per la Svezia di Martin Ponsiluoma e per la Francia di Emilen Jacquelin in un medagliere che ha sin qui trovato posto solo per il doppio argento dell’Austria di Lisa Hauser e per il sorprendente bronzo della bielorussa con la "debuttante" Hanna Sola.
Evidente l’assenza della Germania, meno clamorosa quelle di Italia e Russia: la prima settimana dei Campionati Mondiali di Pokljuka non ha mancato di sorprendere. Ed allora proviamo a tastare il polso della "borsa" del biathlon.
+++ Tiril Eckhoff – Tre gare, tre titoli mondiali. Con tanti saluti alla "vecchia" Tiril che alternava gioie e dolori. L’anno scorso sembra aver preso le misure, quest’anno va come un caterpillar. Ed ha pure imparato a gestire i poligoni nei momenti di difficoltà, come nella sprint iridata. Il back to back sprint-inseguimento la mette in fuga anche nella generale. Sbagliatissimo cantare vittoria troppo presto, ma questa Eckhoff vale un posto tra le grandissime.
+++ Emilien Jacquelin – Difficile immaginare una gara migliore del suo inseguimento. Solido sugli sci, impressionante al tiro con 85 secondi complessivi per coprire tutti i 20 bersagli. Forse più che impressionante il termine giusto è irreale. Nei grandi appuntamenti si esalta, specie se può sorprendere. E se un giorno dovesse imparare a gestirsi… potrebbero essere dolori per tutti.
+++ Francia – Il debutto a Pokljuka è stato doloroso, con la medaglia "certa" nella staffetta mista vanificata dal giro di penalità di Anais Chevalier. Ma da quel giorno in casa Francia è girato tutto alla perfezione, tanto che i transalpini hanno raccolto più medaglie di tutti: 5. La stessa Chevalier si è riscattata alla grande (che risposta, soprattutto mentale!!), Jacquelin ha fatto il fenomeno, Desthieux ha risposto presente. E all’appello mancano ancora Fillon Maillet e Simon…
++ Lisa Hauser – Un nome che comprende l’intero team, capace di due argenti in cinque gare: la stagione di Hauser è sensazionale, da top-player, e fa da traino all’intera squadra che si affaccia nella top10 anche con Simon Eder nell’inseguimento. L’impressione è che il raccolto oltreBrennero non sia ancora concluso.
++ Svezia – Oro a sorpresa per Ponsiluoma nella Sprint, argento per Samuelsson nell’inseguimento, bronzo nella staffetta mista: il bilancio in casa Svezia non può che essere molto positivo. Eppure non tutto gira alla perfezione nel team gialloblù, specie per via delle sorelle Öberg che sembrano aver smarrito lo smalto del recente passato, faticando a mettersi in evidenza nelle prove individuali. Sapranno sollevare la testa nella seconda settimana?
+ Thomas Bormolini e Michela Carrara – Arrivare ai Mondiali e regalarsi le migliori giornate della stagione (o della carriera) non è un brutto biglietto da visita. E per entrambi le chance di qualificarsi per la mass start non sono poche. Solidi e convincenti, pur in un contesto complicato: se per il valtellinese si tratta della conferma di quanto visto in stagione (e mercoledì nella 20km può fare molto bene), per la valdostana sembra completarsi un deciso cambio di passo. Bene così.
+ Bielorussia – Ha iniziato Alimbekava, poi è spuntata Kruchinkina ed ai Mondiali ecco Hanna Sola. A Minsk e dintorni (tralasciando "naturalizzazioni") stanno lavorando evidentemente bene ed il termine sorpresa potrebbe risultare utilizzato a sproposito. Ed attenzione a non distrarsi nella staffetta…
= Italia – Ci sarebbero motivi per un segno positivo, vedi le medaglie sfiorate da Lisa Vittozzi e Dorothea Wierer o per la sprint da "grande" di Didier Bionaz, ma il bilancio complessivo deve tenere conto dei tantissimi errori disseminati al tiro in queste prime gare iridate. Per molti di loro (Wierer, Hofer, Sanfilippo, chissà chi altri) il malessere pre-mondiale è costato molto, per altri la continuità non è ancora al meglio e si passa da giornate di gloria ad altre di somma difficoltà. Ma i segnali sono incoraggianti, come testimonia la sprint di Irene Lardschneider.
– Sturla Lægreid – Non brillantissimo nella mista, lontano dalle medaglie individuali. Il ventitreenne norvegese non ha sin qui rubato l’occhio come avvenuto tra dicembre e gennaio. Normale, vista l’età. Ma non è colpa nostra se ci ha abituati troppo bene.
– Marte Røiseland – Un anno fa ad Anterselva non si tirava giù dal podio in nessun modo; ora da leader della generale ha faticato notevolmente (emblematici i 5 errori in piedi tra sprint e inseguimento) e abdicato (momentaneamente?) in favore della scatenata Eckhoff. Che stia pagando una stagione più partecipata del solito? Lo capiremo presto…
– Russia (o come si dovrebbe dire) – tradita da Loginov, il team russo si è sin qui appoggiato al solo Latypov, mai visto a questi livelli (mista esclusa); per il resto si gareggia nelle retrovie.
— Johannes Bø – Chiude la prima settimana con un oro, un bronzo ed un quinto posto. Si può parlare di delusione? Sì, nel suo caso. Perchè avrebbe in canna i colpi per dominare in lungo e largo, ma ancora non ci riesce. E nei finali sull’uomo è spesso battuto. E sì che gli stimoli, con questo Jacquelin, non dovrebbero mancare….
— Norvegia maschile – Due gare, un bronzo: i Norge hanno dominato la scena fino a fine gennaio ed ora sul palcoscenico salgono gli altri. Eppure la condizione sembra esserci. Per fortuna c’è Tiril Eckhoff… ma l’umore non è dei migliori.
—- Germania – A secco. Come Italia e Russia, d’accordo, ma il potenziale tedesco è ben altra cosa. Impalpabile al maschile, il BundesTeam ha mancato l’appuntamento col podio anche al femminile, pur raccogliendo il quarto posto di Herrmann (ma se con un errore una come lei non arriva sul podio…) ed il quinto e sesto della coppia Preuss & Hinz nell’inseguimento. Serve il cambio di passo, evidente.