La notizia della decisione di Johannes Bø di cambiare la carabina alla vigilia del Mondiale ha fatto giustamente molto scalpore nell’ambiente, per una scelta apparsa molto coraggiosa ed anche un po’ folle sotto certi punti di vista. A rendere ancora più intrigante la storia sono i nuovi particolari arrivati dalla Francia, dove è stato rilevato che la nuova carabina del fenomeno norvegese è stata costruita dal fratello di uno dei suoi più grandi rivali, quell’Emilien Jacquelin che proprio ad Anterselva l’ha beffato due volte in volata, un anno fa nella pursuit del Mondiale e poche settimane orsono nella staffetta maschile di Coppa del Mondo.
Per la nuova carabina, infatti, Johannes Bø si è rivolto ad Athletics 3D, l’azienda di Clement Jacquelin, già noto nel corso del primo lockdown per aver utilizzato la tecnica della stampante 3D per fabbricare maschere per l’ossigeno ed aiutare così a curare i malati di covid. Ora è tornato ad un progetto sportivo, contattato dal campione norvegese per il quale produceva già alcuni pezzi della carabina. A raccontarlo è stato lo stesso Clement Jacquelin a Nordic Magazine: «Siccome lo stavo già equipaggiando con alcune piccole parti della sua carabina, ci parlavamo spesso e lui mi scrisse dopo Oberhof dicendomi che voleva cambiare la sua carabina. Mi ha detto che non era a suo agio con la sua posizione e gli sarebbe piaciuto avere lo stesso setup di Emilien, in quanto aveva un buon feedback sul mio lavoro». Una volta scelta la configurazione della carabina, Jacquelin voleva che fosse l’atleta a fare le sue scelte seguendo ciò che sentiva dentro, perché «se qualcuno sceglie qualcosa con il cuore è più capace di abituarsi soprattutto in così poco tempo».
Clement Jacquelin ha quindi utilizzato le sue stampanti 3D e dopo le correzioni inviate da Bø a seguito delle gare di Anterselva, ha quindi progettato quasi il completo fucile, mentre la parte in legno è stata fatta in Norvegia. Nel frattempo, ovviamente, anche Emilien Jacquelin era a conoscenza della collaborazione: «Con Johannes avevamo parlato del mio fucile per alcune settimane, di dettagli tecnici. Abbiamo parlato molto di tiro, è stato bello condividerlo con Johannes perché non c’è animosità fuori dai duelli in pista. È stata una cosa utile ad entrambi».
L’idea di Clement Jacquelin è stata che fosse Johannes Bø stesso a scegliere la sua carabina ed idearla ed è soddisfatto di tutto questo processo lavorativo: «Doveva togliersi i dubbi che aveva in testa, altrimenti avrebbe avuto problemi al Mondiale. È bellissimo che Johannes sia stato l’ideatore del suo progetto. È bello aver combinato i know-how francese e norvegese nello stesso prodotto, mettendo l’utente al centro. È stato Johannes a definire con le sue parole il progetto e il percorso per renderlo operativo in modo rapido ed efficiente. Sono più soddisfatto del processo che del risultato finale».
In pratica Bø ha modificato non l’intera carabina, come sembrava, ma solo una parte di essa. Clement Jacquelin gli ha quindi costruito un nuovo pezzo per la mano sinistra e in Norvegia hanno dovuto rifare un nuovo calciolo, che però è identico a quello precedente, per rendere il lavoro di modifica più semplice e meno rischioso.