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Biathlon – Un nuovo rapporto inchioda l’ex presidente dell’IBU Anders Besseberg: corruzione, copertura del doping e protezione degli interessi russi

Sono contenute accuse pesanti nei confronti della passata dirigenza dell’IBU nel rapporto della Commissione di Revisione Esterna Indipendente dell’IBU pubblicato oggi dalla federazione, che dimostra così il suo impegno a garantire che le accuse di illeciti nei confronti della precedente gestione siano oggetto di indagini approfondite in un processo equo e trasparente.

Nel novembre 2018, il Comitato Esecutivo dell’IBU aveva nominato questa commissione interna, presieduta da Jonathan Taylor per condurre un’indagine completa sulle accuse mosse contro l’ex presidente dell’IBU, Anders Besseberg e l’ex segretaria generale dell’IBU Nicole Resch.

Come riferito dall’IBU in un comunicato pubblicato poco fa, a seguito dell’indagine approfondita la Commissione ha concluso che sia il signor Besseberg che la signora Resch debbano rispondere alla violazione di diverse regole dell’IBU, sulla base della loro apparente protezione degli interessi della Russia, in particolare per quanto riguarda il doping, senza alcuna giustificazione. Una prova completa del rapporto, che l’IBU ha dovuto pubblicare con alcune parti oscurate per motivi legali, è stata recapitata anche all’Unità di Integrità del Biathlon. La BIU ha la responsabilità di decidere se intraprendere ulteriori indagini e se agire per vie disciplinari per la violazione delle regole IBU allora in vigore.

Il rapporto afferma di aver scoperto prove di corruzione sistematica e condotta non etica dei passati vertici dell’IBU per oltre un decennio, accusando in modo piuttosto pesante l’ex presidente Besseberg, che ha guidato l’IBU per 25 anni prima di dimettersi a causa proprio di alcune indagini penali sul doping, che sfociarono anche in perquisizioni della sede centrale dell’IBU a Salisburgo ed anche in Norvegia, portando anche alle dimissioni di Nicole Resch, ex segretaria generale. I media norvegesi accusarono l’allora presidente di aver addirittura coperto le positività di 65 atleti russi dal 2011 in poi, 17 dei quali presero parte alla Coppa del Mondo del 2017.

Secondo la commissione, Besseberg avrebbe costantemente preferito e protetto gli interessi russi praticamente in tutte le decisioni prese, arrivando alla conclusione che il suo sostegno agli interessi russi andasse ben oltre i limiti razionali. Si ritiene che Besseberg abbia permesso all’allora presidente di RBU, Aleander Tikhonov, di rimanere primo vicepresidente dell’IBU anche dopo aver ricevuto le accuse di un grave crimine (cospirazione per commettere un omicidio nel 2007 per il quale venne condannato a tre anni di prigione, che non scontò grazie ad un’amnistia). Nel documento si ritiene che Besseberg non abbia fatto nulla per cacciare Tikhonov, nonostante quest’ultimo abbia presumibilmente tentato di corrompere Resch per far cadere le accuse di doping all’EPO nei confronti di tre atleti russi nel 2009. Besseberg non è nemmeno intervenuto quando nel 2014 al Comitato Esecutivo dell’IBU venne presentata la prova che l’allora presidente della RBU Alexander Kravtsov aveva provato ad acquistare dei voti o quando una siringa per epo usata venne trovata in pista in occasione della tappa di Coppa del Mondo ad Anterselva nel 2015.

Besseberg è stato accusato, anche a seguito dell’istituzione di una task force congiunta delle autorità austriache e norvegesi, creata a seguito delle accuse mosse da Rodchenkov nei confronti dell’ex presidente dell’IBU, di aver cercato di minimizzare lo scandalo doping russo scoppiato a fine 2014 e nel 2015. Secondo quanto riportato dalla commissione, nel 2016 l’allora presidente dell’IBU aveva riferito che si potevano concedere i Campionati Mondiali di Biathlon del 2021 a Tyumen, nonostante la WADA avesse invitato a non assegnare Mondiali alla Russia, la cui agenzia antidoping non aveva la conformità. I Campionati del Mondo sono stati tolti a Tyumen solo successivamente. La Commissione ha ammesso anche di non aver raccolto sufficienti prove, pur disponendo di informazioni pertinenti, per sostenere le accuse secondo cui i delegati del Congresso IBU 2016 sarebbero stati corrotti per votare la candidatura russa. Tyumen ha anche ospitato le finali della Coppa del Mondo 2018. Besseberg avrebbe anche usato il suo doppio voto per respingere una mozione del Comitato Esecutivo per spostare l’evento dalla località russa. Un legame quello con la Russia speciale, tanto che il rapporto riferisce anche di alcuni viaggi di Besseberg in Russia per battute di caccia ovviamente a lui offerti, così come l’ex presidente IBU non avrebbe rifiutato l’accompagnamento di prostitute ed anche alcuni regali di lusso in particolare orologi dal grande valore.

Dall’altra parte, la segretaria generale Resch era preoccupata per la posizione pro Russia di Besseberg, ma in diversi casi avrebbe lei stessa violato regole IBU. Nel 2014, per esempio, Resch non reagì mai ai continui valori anormali del biatleta russo Evgeny Ustyugov. La Commissione ha ritenuto che Resch non avrebbe scuse per non aver ordinato una raccolta di ulteriori campioni di sangue e urine dell’atleta russo. La segretaria generale potrebbe quindi dover rispondere di una potenziale complicità nella violazione delle norme antidoping da parte di Ustyugov. Allo stesso tempo Resch potrebbe anche affrontare un’azione disciplinare per la presunta collusione con Besseberg nel soffocare l’indagine sulla siringa usata in occasione della tappa di Coppa del Mondo del 2015 ad Anterselva.

La Commissione ha anche ritenuto però che Resch non avrebbe agito per depistare o ritardare le indagini sul doping russo da parte del rapporto McLaren. Inoltre la segretaria generale era favorevole allo spostamento delle finali della Coppa del Mondo 2018 da Tyumen e non aveva colpe per il ritardo del gruppo di lavoro dell’IBU sui quattro casi basati sui dati LIMS. Ma la Commissione ha tuttavia riferito che Resch potrebbe aver violato le regole IBU fornendo dei consigli strategici su come procedere negli appelli al TAS di Zaitseva, Romanova e Vilukhina ed offrire loro assistenza sotto copertura.

Nell’indagine sono stati esaminati ben 70mila documenti e file, inclusi fascicoli investivativi delle autorità, della WADA, documenti interni IBU, altri documenti forniti da RBU e RUSADA, dati di alcuni test IBU e analisi su campioni di doping della WADA. Sono state anche interrogate sessanta persone. Besseberg ha rifiutato di parlare mentre l’indagine penale era in corso, mentre Resch non ha potuto farlo per motivi di salute. La Commissione ha comunque ricevuto un rapporto sugli interrogatori di Besseberg e Resche alle autorità.

Jonathan Taylor presidente della Commissione ha così dichiarato: «Questo rapporto finale rappresenta un caso di studio sull’importanza del buon governo nello sport. La totale mancanza di salvaguardia della governance di base precedentemente in atto presso l’IBU ha consentito all’ex leadership dell’IBU di operare senza controllo ed alcun equilibrio, senza trasparenza e responsabilità. Il rapporto mostra perché tutte le decisioni sull’integrità dovrebbero essere prese da un organismo indipendente che si dedichi esclusivamente alla protezione dei valori etici dello sport, non da un consiglio di amministrazione che deve occuparsi di una serie di interessi diversi. Tuttavia la Commissione elogia il nuovo presidente dell’IBU e i membri del comitato esecutivo per aver affrontato questi problemi. L’IBU ha rafforzato la costituzione e si è mossa nel modo migliore per ridurre al minimo la possibilità che determinati illeciti si ripetano».

Anche l’attuale presidente dell’IBU, Olle Dahlin ha dichiarato: «Siamo scioccati dal comportamento illecito descritto della relazione della commissione di revisione esterna. Tuttavia siamo ad essa grati per aver portato alla luce queste prove ed assicurato che si tenga conto della cattiva condotta nel nostro sport. Grazie alla creazione dell’Unità per integrità e alle numerose riforme della governance che abbiamo introdotto negli ultimi due anni, ora disponiamo delle certezze per garantire che questo tipo di illeciti non si ripetano. Ma continueremo a lavorare sodo per rimanere in prima linea sostenendo i migliori standard di buon governo».

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