All’alba del 22 gennaio, il Covid si è portato via Elso Fontana, storico Referente Fondo del CAE che ha coperto questa funzione per una quarantina di anni.
Elso era nato a Frassinoro ne 1937 ed aveva avuto un’infanzia poco fortunata . Il padre, Giuseppe, per mantenere la famiglia era stato costretto ad emigrare in Algeria dove morì prematuramente (1938) lasciando la moglie con Elso e la sorella orfani in tenera età. Trascorse in paese gli anni della guerra e quelli immediatamente successivi. Finite le scuole dell’obbligo, fu avviato al lavoro da uno zio falegname. Appena fu in grado di assumere incarichi da adulto, emigrò in Svizzera alle dipendenze di un’importante impresa edile dove si fece apprezzare come affidabilissimo carpentiere .
Verso la fine degli anni sessanta rientrò in patria stabilendosi a Modena dove venne assunto dalla Fiat diventando negli anni capo settore in officina. Nel 1969 sposò la compaesana Olga Capitani. Pur risiedendo a Modena, Elso e la moglie hanno sempre tenuto un fortissimo legame col paese d’origine, dove avevano mantenuto casa e ritornavano il più spesso possibile.
Sfortunatamente, la coppia non ebbe nessun figlio ed Elso riversò tutta la sua passione oltre che sul lavoro, sulla disciplina sportiva che fa di Frassinoro un paese famoso nel mondo: lo sci di fondo. Entrò nel Consiglio Regionale del CAE negli anni settanta, sotto la Presidenza di Guglielmo Zanni, e da subito fu Referente per il fondo. Nel corso della sua carriera sportiva si è distinto per la serietà, le capacità, ed il rigore con cui assolveva le sue funzioni. Presa l’abilitazione di giudice di fondo, divenne un punto di riferimento per la sua competenza sui regolamenti, di cui conosceva a memoria anche virgole. Personaggio burbero e diretto, nelle riunioni di Consiglio difendeva con vigore le ragioni della sua disciplina, soprattutto quando si trattava di questioni di bilancio e di assegnazione dei fondi. Quelli per i discesisti erano sempre troppi, quelli per i fondisti troppo pochi.
Chi scrive, ricorda discussioni concitate e e vere e proprie litigate , durante le quali Elso si infervorava e batteva i pugni sul tavolo. Non era diplomatico Elso. Quello che riteneva di dover dire, lo diceva con franchezza. Da montanaro parsimonioso, quale si vantava di essere, era attentissimo a non sprecare denaro. Proverbiale era l’attenzione con cui controllava la velocità a cui procedeva il pulmino durante le trasferte. Guai se superava i 110; avrebbe consumato troppo.
Con gli atleti che accompagnava alle gare aveva un comportamento da nonno burbero e brontolone. Ma viveva per loro. Curava scrupolosamente la logistica e stava attento alle loro necessità. Si preoccupava se si accorgeva che qualcuno aveva poco appetito.
Nel corso degli anni, accompagnando i ragazzi della Squadra Regionale alle gare Nazionali ed ai Campionati Italiani, aveva conosciuto tutto il mondo del fondo italiano ed aveva stretto amicizia con dirigenti della FISI e delle Società, con allenatori, tecnici e persone comuni di tutti i Comitati, con molti dei quali si teneva in costante contatto. Restò nel Consiglio del CAE, per qualche tempo anche come vice-presidente, fino al 2010.
Il 23 e 24 gennaio, a Clusone (BG) si sono svolti i Campionati Italiani Sprint di fondo dedicati alla figura di Beppe Barzasi, una delle prime vittime del Covid, scomparso nel marzo dello scorso anno. Era Referente Fondo del Comitato Alpi Centrali ed era un grande amico di Elso. Accomunati dalla stessa sorte, adesso si sono ritrovati. Guarderanno le gare di fondo sul canale Paradiso Sport e riprenderanno le loro lunghe chiacchierate .