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Salto – Le ex compagne e l’allenatore ci scrivono in ricordo di Simona Senoner: “Era il sorriso della squadra”

Lo scorso 7 gennaio abbiamo ricordato il decennale della scomparsa della giovane saltatrice azzurra Simona Senoner, venuta a mancare dieci anni fa non ancora diciottenne a Schonach, in Germania, alla vigilia della tappa di Continental Cup. Per parlare di lei avevamo contattato Romed Moroder, che ci aveva lasciato il suo toccante ricordo, ed Elena Runggaldier, la quale ci aveva proposto un’idea: contattare tutta la squadra azzurra di quelle stagioni, dall’allenatore Fabian Ebenhoch, alle sue compagne e amiche, oltre a qualche giovane che si stava affacciando alla squadra, per avere un ricordo da tutti loro.
L’ex saltatrice gardenese ci ha così messo in contatto con le ex compagne di squadra e il loro allenatore per parlare di Simona. Tutti hanno partecipato con grande entusiasmo e la voglia di ricordare una ragazza solare, che il salto italiano non dimenticherà mai.
FABIAN EBENHOCH (Allenatore): «Ho tanti bellissimi ricordi perché lei è sempre stata una ragazza felice e serena. Un mio ricordo molto personale è legato ai momenti vissuti durante i viaggi, quando lei era sempre a metà del furgoncino. Io guidavo e avevo la responsabilità di riportare queste ragazze a casa, solitamente tutte le ragazze dormivano ma lei non lo faceva quasi mai e tante volte quando ero stanco dopo molte ore di guida e una lunga giornata, guardavo lo specchietto e lei con un sorriso riusciva a trasmettermi energia. Come allenatore posso dire che Simona è sempre stata una team player, una ragazza al lavoro per la squadra. Nonostante praticasse uno sport individuale non è mai stata egoista. Non dimenticherò mai come Simona andasse sempre a tenere alto il morale di un’amica, magari dopo un salto sbagliato oppure anche per qualche problema extra sportivo di quelli che si hanno a quell’età. È sempre stata una ragazza molto altruista, sempre a disposizione delle altre. Simona non verrà mai dimenticata dal nostro mondo del salto femminile. Per noi che le siamo stati così vicino, è stata una perdita così grande da ricordarla per tutta la vita e bruciarci per sempre dentro al cuore. All’inizio c’era soltanto il dolore, ma oggi insieme ad esso ci sono anche i ricordi. A volte i miei pensieri tornano al passato e mi portano un sorriso pensando a lei e quel periodo. Purtroppo si è concluso male, ma nessuno potrà toglierci i bellissimi momenti vissuti assieme, questi nessuno potrà rubarceli. Simona ha avuto purtroppo una vita troppo breve, ma penso e mi auguro che grazie a questo sport abbia vissuto tanti momenti belli, forse anche di più rispetto alle sue coetanee, viaggiando tanto, scoprendo nuovi paesi e vivendo esperienze».
ELENA RUNGGALDIER: «Sono già passati dieci anni da quel tristissimo giorno, ma per me è come se fosse ieri. Simona era una mia amica, è nel mio cuore da sempre e vi resterà per tutta la mia vita. Nella mia mente ho tanti ricordi bellissimi vissuti assieme a lei. Con lei ci divertivamo tantissimo, anche perché Simona aveva sempre un buonissimo umore. Con lei attorno c’era ogni volta dell’energia positiva, che riusciva a trasmettere a tutte noi».
VALENTINE PRUCKER: «Simona è stata una compagna sempre solare e allegra. Non solo per me ma per tutta la squadra è stato un punto di forza che ci ha sempre aiutato e dato energia per andare avanti. Mi ricorderò per sempre le risate fatte insieme e la musica che ascoltavamo in pulmino nei numerosi viaggi. Simona, sarai per sempre nel nostro cuore».
EVELYN INSAM: «Sono passati ormai dieci anni da quando la nostra cara amica Samo è prematuramente scomparsa. Ripenso spesso ai bei momenti passati insieme a lei. Ci siamo divertite tanto e ci aiutavamo nei periodi difficili. Sono molto grata dei bei momenti che abbiamo potuto vivere insieme e so che lei ci accompagna ogni giorno. Rimane per sempre nei nostri cuori».
VERONICA GIANMOENA: «Il primo ricordo che ho di lei è legato alla sua gentilezza. Quando ho iniziato a saltare ero l’unica della Val di Fiemme, le altre ragazze erano tutte gardenesi quindi ci allenavamo molto spesso in Val Gardena. Più volte per non farmi fare avanti e indietro Simona mi ha ospitata a casa sua. Poi porto nel cuore la simpatia e l’umiltà che ha sempre avuto. Mi ricordo che grazie a lei ho imparato a fare l’uncinetto, perché una volta per non annoiarci durante un viaggio mi ha insegnato a farlo per preparare assieme fascette e cappellini. Insomma, non fosse stato per lei oggi non saprei nemmeno fare la maglia. Simona era poi una persona molto semplice, ma capace di dare quel qualcosa in più alla squadra che quando se ne è andata è un po’ venuto a mancare. Purtroppo, io quel giorno ero proprio in camera con lei e quel ricordo è molto doloroso per me, uno dei peggiori di tutta la mia vita. Quando se ne è andata c’è stato veramente un vuoto perché lei era il sorriso della squadra, la sua vivacità, la vitalità. Lei ci coinvolgeva, magari ci invitava tutte in camera a guardare un film insieme, portava sempre le torte o si inventava qualcosa per far pesare meno gli allenamenti o i raduni. Lei era una persona genuina. Senza di lei si è perso un po’ quel sorriso, si è spezzato quel filo che lei aveva creato»
LISA DEMETZ: «Simona oltre ad essere un’ottima compagna di squadra era soprattutto una mia amica, in un certo verso quasi come una sorella minore. Le volevo un sacco bene perché era sempre gentile, premurosa, solare, un’avventuriera e soprattutto una guerriera, non si tirava mai indietro, era sempre pronta a competere. Purtroppo, ha dovuto lasciarci troppo presto, quando aveva ancora tanti sogni nel cassetto. Lei è sempre rimasta nei miei pensieri e al mio fianco. Dopo la sua morte, in tanti momenti della mia vita la sento ancora al mio fianco che mi protegge e mi aiuta nelle mie decisioni. Forse a qualcuno sembrerò un po’ superstiziosa, ma ci credo e questo pensiero mi fa star bene. Per fare un esempio, proprio ad un anno esatto dalla sua scomparsa, quindi parliamo del 7 gennaio 2012, ho ottenuto il primo podio in Coppa del Mondo, classificandomi come terza. Era il primo podio italiano nella Coppa del Mondo di salto con gli sci e questo grazie a Simona che in quel momento era con me. Mi manca, e gli voglio bene. So che un giorno o l’altro ci incontreremo di nuovo».
BARBARA STUFFER: «Ora sono passati dieci anni da quando Simona ci ha lasciate sole. Per me è stato uno shock che non passerà mai. Ho perso un’amica, una cugina di secondo grado e soprattutto una compagna di squadra, per me é stato come sentire il vuoto dentro me stessa. Non hanno prezzo le tante risate, le cavolate fatte assieme, i tantissimi ricordi dei momenti che abbiamo vissuto. Aveva un bel carrattere, era sempre di buon umore e aveva quel sorriso bello come il sole. In tanti le volevano un mondo di bene. Sono sicura che in questo momento sta bene, ci sta guardando e ci protegge da lassù. Simona é sempre nei nostri cuori e un giorno o l’altro ci incontreremo di nuovo».
NADINE KOSTNER: «Samo, come riesco a scrivere in alcune frasi, quello che abbiamo vissuto insieme da quando ci siamo conosciute. Mi ricordo delle tue risate a scuola, in pulmino, nelle stanze degli alberghi, nelle uscite serali. Mi ricordo della musica che preparavi prima di ogni partenza e delle tue parole che ci facevano felici e ci davano tanta forza. Mi ricordo delle videochiamate che facevamo la sera e delle giornate, ovvero degli anni, vissuti con te. Ma mi ricordo anche delle piccolezze che facevi per me. Mi sostenevi ogni secondo quando ne avevo bisogno, pure quando mi facevo la ceretta. Mi chiamavi per chiedermi come stavo ed eri sempre pronta a fare nuove esperienze insieme. Conoscevi benissimo tutte le tue amiche e i tuoi amici, tanto che quando c’era da fare un regalo per il compleanno, eri tu quella che aveva sempre le idee pronte. Ci tenevi a tutti quelli che erano accanto a te e non escludevi mai nessuno. Sono stati anni bellissimi e ti ringrazio per tutte le volte che mi ascoltavi e mi tenevi stretta ma soprattutto perché senza di te non sarei la donna che sono oggi».
MANUELA MALSINER: «Io ero giovanissima allora, appena quattordicenne, non giravo tantissimo con loro, soltanto alcuni raduni. Essendo gardenese, però, ci conoscevamo. Ricordo che era gentile, amava la musica ma soprattutto era davvero solare, rideva sempre. Quando arrivò la notizia della sua scomparsa fu uno shock, non volevo crederci. Il suo addio lasciò un grande vuoto all’interno della squadra e di tutto il nostro movimento».
Per le foto si ringraziano Fabian Ebenhoch ed Elena Runggaldier

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