Alla vigilia della mass start in classico che domani aprirà il weekend della Val di Fiemme, decisivo per il Tour de Ski, la redazione di Fondo Italia ha contattato Enzo Macor, direttore di gara delle competizioni fiemmesi. Con lui abbiamo presentato tecnicamente le gare, ricevendo subito un messaggio importante: saranno durissime.
Buon pomeriggio Macor. Come si presentano le piste di Tesero a questo importante fine settimane?
«Benissimo, queste condizioni hanno reso il tracciato e il panorama attorno eccezionali. Abbiamo dovuto addirittura togliere la neve dalla pista nella zona d’arrivo, altrimenti non si vedevano i banner pubblicitari. Da anni non nevicava così in Val di Fiemme e ne gioverà lo spettacolo. La neve è più lenta rispetto alle ultime stagioni, quando si è gareggiato sempre su neve artificiale veloce e compatta. Con neve nuova avremo invece gare molto più dure. Insomma pista impegnativa e neve lenta, sarà davvero una gara difficile, in particolare prevedo grandi distacchi tra le donne».
Condizioni che possono favorire rimonte nella classifica generale del Tour.
«Molto difficile ciò possa accadere in quella maschile, anche perché solitamente con gli uomini abbiamo gare più tattiche. Le donne invece andranno all’attacco e ci saranno distacchi importanti. Se Frida Karlsson dovesse stare bene e gareggiare, tra mass start e Cermis potrebbe anche rientrare».
Ci può descrivere il tracciato della mass start.
«Si partirà dalla parte più bassa della pista, prima di andare ad affrontare la prima salita abbastanza impegnativa, quella della Valena, che ha un tratto anche relativamente ripido sul quale si può fare la differenza. Difficilmente ciò accadrà già nel primo giro. Arrivati in cima, gli atleti affronteranno un breve piano, prima di tuffarsi sulla discesa dell’Agnesa, alla quale seguirà un’altra salita molto impegnativa, quella del Pojer, in cima alla quale ci sarà il bonus sprint. Successivamente avremo un lungo pezzo in piano, che anticiperà la terza salita, quella del Brink, che con la sua lunghezza non permette agli atleti di recuperare. A quel punto gli atleti sono attesi da una nuova discesa, prima di affrontare la salita del Zorzi, che sarà l’ultima prima dell’ingresso nello stadio. Gli uomini copriranno questo percorso sei volte, mentre le donne quattro. La pista è impegnativa già per conto suo, figuriamoci in queste condizioni di neve».
Come sarà il tracciato della sprint?
«Gli uomini avranno un anello di 1550 metri, le donne di 1200. In questo caso gli uomini copriranno la prima parte del circuito della mass start, con salita Valena, discesa dell’Agnesa, quindi salita Pojer e la discesa molto tecnica che porta allo stadio, dove Klæbo fece la differenza. Le donne, invece, non avranno la salita Pojer».
Tra gli uomini si aspetta una doppietta di Bolshunov?
«Il russo è il grande favorito per la mass start. Ovviamente l’augurio è che ci sia battaglia. Sicuramente tutta la squadra russa è in grande forma, ma a Dobbiaco abbiamo visto un ottimo Manificat. Inoltre l’augurio è sempre di vedere De Fabiani ottenere un grande risultato, ne avrebbe bisogno. Per la sprint credo che Bolshunov dovrà vedersela con il nostro Pellegrino. Chicco può lottare per la vittoria, perché prima dello scorso anno non aveva mai fatto una sprint di questo livello a Tesero. Ora ha preso le misure e dopo l’esperienza dello scorso anno può fare molto bene».
Il sogno degli organizzatori è vederlo sul Cermis.
«Si, ho questa speranza di vederlo concludere il Tour de Ski. Ce lo auguriamo, credo possa essere l’anno giusto per farlo, anche se senza pubblico è un peccato».
Passiamo proprio al Cermis. In queste condizioni sarà ancora più dura.
«Sicuramente sarà molto più difficile del solito, anche perché saliranno in skating e non troveranno la neve compatta degli scorsi anni. Perderanno molte più energie. Sarà una gara molto lunga, non si potranno certo prendere i riferimenti cronometrici degli anni scorsi».
Il covid ha cambiato in qualche modo il suo lavoro?
«L’ha reso ancora più complicato, perché devo occuparmi degli allestimenti del centro Covid, dove ieri gli atleti si sono sottoposti al test una volta tornati da Dobbiaco. Inoltre bisogna organizzare tutte le bolle per garantire il distanziamento degli atleti. Ma è da maggio che stiamo lavorando su queste cose. Una volta finito ci dedicheremo subito al weekend della Coppa del Mondo di combinata nordica. Sarà uno sforzo duro che porterà via tante energie, ma sono contento perché mi piace tantissimo. Noi del Comitato Oganizzatore siamo animali da evento, l’adrenalina ci porta a lavorare ancora di più».
Quanto le dispiace immaginare Tesero e Cermis senza pubblico?
«Ovviamente dispiace, ma viste le premesse dell’autunno sono già contento così. Abbiamo bisogno che si gareggi, anche per i giovani che possono legarsi maggiormente a questo sport. Ai quali, poi, bisogna anche garantire l’organizzazione delle loro competizioni, altrimenti rischiamo di perderli».