È una Maren Lundby molto arrabbiata quella che si prepara a partire per Ramsau dove si svolgerà la tappa di apertura della Coppa del Mondo femminile di salto. La campionessa norvegese si è detta frustrata dall’attuale gestione del salto femminile, in quanto ritiene che alle donne non siano state date le stesse opportunità degli uomini.
Nel programma originale il mese di dicembre vedeva per le donne in programma solo la tappa di Lillehammer, che sarà recuperata questo weekend a Ramsau, dove si disputerà soltanto una gara rispetto alle due previste in Norvegia. Al momento nel calendario FIS della Coppa del Mondo è previsto che le donne tornino in gara direttamente il 22 gennaio a Ljubno, dal momento che sono state cancellate le tappe di Sapporo e Zao senza avere al momento una nuova località dove svolgere questi eventi. Fortunatamente a Titisee-Neustadt si potrà gareggiare al posto di Hinterzarten, mentre non è stata sostituita nemmeno la tappa preolimpica di Pechino, in programma a metà febbraio. Questo ha mandato su tutte le furie Lundby, che ha notato come ben tre tappe della Coppa del Mondo femminile siano saltate senza trovare alcuna nuova località che si prendesse la responsabilità di ospitare le competizioni.
La norvegese si è innevosita in modo particolare nella giornata di ieri quando la FIS ha annunciato che la Polonia ospiterà le gare maschili in programma a Pechino. «E le donne?» ha chiesto Lundby su twitter. Perché le gare femminili faticano ad essere recuperate, mentre quelle maschili trovano sempre una località in grado di ospitarle? È un argomento che innervosisce la campionessa della specialità: «Quando vedi che in tutti gli altri sport il resto del mondo gareggia mentre noi dobbiamo sederci e guardare, allora percepisci che il problema non è solo il controllo delle infezioni – ha affermato Maren Lundby a TV2 – in un certo senso, è sempre difficile organizzare le gare per noi, per un motivo o per l’altro».
Lundby ha lavorato tanto per garantire che le donne abbiano le stesse condizioni degli uomini nel salto internazionale. È stata una delle atlete che più si sono battute affinché venisse programmata la competizione dal large hill per i Mondiali di Oberstdorf a febbraio. Ora però la norvegese appare stanca di lottare per l’uguaglianza: «È molto frustrante quando ci dedichi così tanto tempo e ti sei allenata giorno dopo giorno da marzo, senza poter gareggiare nemmeno una volta. Poi alla fine ti senti piuttosto frustrato».