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Sci di Fondo – Simone Daprà: “A Davos voglio tagliare il traguardo con la consapevolezza di aver dato tutto”

Nella passata stagione è riuscito a mettersi sulle spalle un buon bagaglio di esperienza in Coppa del Mondo, disputando diverse gare e prendendo parte anche al Tour Scandinavo, nel corso del quale ha anche ottenuto i suoi primi punti in carriera. Simone Daprà è ora pronto a tornare in Coppa del Mondo, anche se non è molto soddisfatto della sua ultima prestazione in OPA Cup a Goms, nella quale però molto probabilmente doveva solo rompere il ghiaccio. Il trentino delle Fiamme Oro si prepara a scendere in pista a Davos, nella 15km in skating di domenica, con l’obiettivo di fare del suo meglio, al di là di quello che sarà poi il risultato finale. L’abbiamo sentito per conoscere le sue sensazioni alla viglia del ritorno nel massimo circuito dello sci di fondo, nel quale non ci saranno i big norvegesi, svedesi e finlandesi.

Ciao Simone. Dopo le esperienze della passata stagione, è arrivata subito una nuova convocazione. Felice di aver ricevuto la fiducia dei tecnici?
«Sono veramente contento per questa convocazione che mi riporta in Coppa del Mondo. Devo però ammettere che non sono felice della mia gara di OPA Cup a Goms, sicuramente non una delle migliori. Nei primi tre giri non sono riuscito ad andare al ritmo che volevo, ma quando mi è venuto a prendere il russo Ardashev sono riuscito a restargli attaccato e questo mi ha aiutato a trovare il ritmo, tanto che alla fine ho anche guadagnato alcuni metri su di lui. Ora però spero e voglio fare meglio a Davos».  

Come arrivi a questa tappa di Coppa del Mondo?
«Sicuramente con maggiore conoscenza dell’ambiente della Coppa del Mondo rispetto allo scorso anno. Cercherò di fare la mia gara e giocarmi tutte le carte a mia disposizione senza pensare ad altro. Poi vada come vada, anche se mancheranno in tanti».

Non ci saranno norvegesi, svedesi e finlandesi. Sei dispiaciuto oppure pensi che almeno crescono la possibilità di ottenere punti?
«No, sono molto dispiaciuto perché credo perda di credibilità anche la gara. Penso che chi vincerà la gara avrà comunque il rammarico di averlo fatto senza sfidare tutti i migliori. Sarei sicuramente più felice se ci fossero tutti. Per esempio, se andassi a punti, avrei comunque il pensiero di averlo fatto con la loro assenza».

Qual è il tuo obiettivo per Davos?
«Sarei contento se riuscissi a fare una gara avendo belle sensazioni e se tagliassi il traguardo con la consapevolezza di aver dato tutto, al di là del risultato finale. Non voglio crearmi troppe aspettative, ma soltanto trovare un bel ritmo e andare bene, al di là della posizione finale».  

In estate, dopo alcuni anni hai cambiato allenatore; ci sono state novità nella tua preparazione?
«Da quest’anno abbiamo Fulvio Scola alla guida del gruppo e ha portato alcune novità. Ho lavorato di più sulla parte bassa del corpo, allenando molto le gambe, oltre alla capacità sia di gambe che di braccia. Fisicamente mi sento meglio rispetto allo scorso anno, anche perché proprio le gambe sono sempre state il mio punto debole e mi sembra siano più forti. Per quanto riguarda le braccia aspetterei una gara in classico per sbilanciarmi, visto che fin qui non ne abbiamo fatte».

A proposito di questo. Fin qui avete gareggiato in skating, stile nel quale lo scorso anno avevi ammesso di dover migliorare. A che punto sei?
«Secondo me sono leggermente migliorato. In estate ho fatto un lavoro particolare, ho l’impressione che lo sto ancora immagazzinando e uscirà fuori durante la stagione. Ho lavorato anche sulla tecnica, oltre che sulla capacità delle gambe e la parte bassa, quella che andava prima in difficoltà nelle gare in skating».

Qual è il tuo obiettivo stagionale?
«Difficile porsi un obiettivo specifico, viste tutte le incertezze legate all’emergenza covid-19. Mi concentrerò su una competizione alla volta, cercando di migliorare sempre, dare il massimo e vedere ciò che arriverà».

Fare parte di un gruppo denominato Milano-Cortina 2026 deve essere un bello stimolo per te, visto che proprio nel tuo Trentino si svolgeranno le gare di fondo di quelle Olimpiadi.
«Sicuramente far parte di questo gruppo rappresenta una grande opportunità, anche perché vuol dire che chi ha formato questa squadra crede negli atleti che ne fanno parte. Quindi si, per me è uno stimolo ulteriore. Speriamo di andare forte in questi anni per arrivare all’obiettivo finale, che sarebbe qualcosa di fantastico. Ci tengo a sottolineare che se oggi ho questa opportunità, lo devo alle Fiamme Oro che mi permettono di allenarmi nel migliore dei modi senza farmi mancare nulla, alla mia famiglia che è sempre presente, ed anche all’aiuto di aziende, come il Pastificio Felicetti, che mi danno una grossa mano».

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