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Biathlon , Coppa del Mondo

Biathlon – Esplode Dzinara Alimbekova, le norvegesi provano a calmare Hanna e la coperta corta di Doro

Tiril Eckhoff è tornata a vincere, Hanna Öberg guida la classifica generale, Marte Røiseland pare in rampa di lancio, pur senza essersi ancora imposta, sin qui. In casa Dorothea Wierer (e in quasi tutto il team Italia) la coperta è ancora corta, la svedesi vanno a mille ma le due settimane di Kontiolahti hanno sin qui proposto una nuova protagonista ed il riferimento e a Dzinara Alimbekava (o Alimbekova, la traslitterazione dal cirillico lascia sempre qualche spiraglio).
Definire "nuova" un’atleta che vanta in bacheca un titolo olimpico, quello della staffetta di PyengChang 2018, è di fatto una forzatura, ma ad onor del vero era oltremodo difficile immaginarla interprete di un così corposo salto di qualità. D’accordo, sin qui si è disputata solo una manciata di gare e tutte sul medesimo tracciato, ma il bilancio è poco meno che eccellente per un’atleta che fino a due settimane fa in Coppa del Mondo a livello individuale si era affacciata solo una volta nella top 20, 19ima nella sprint di Oslo 2019. Approdata a Kontiolahti ha invece infilato in sequenza l’ottavo posto nell’individuale d’apertura, una sesta ed una settima piazza nelle due sprint per poi chiudere quarta l’inseguimento di ieri, collezionando in tutto otto errori al tiro (54/60 nelle prove individuali per un 90% complessivo, 93,3% a terra e 86,6% in piedi, percentuali che calano di poco considerando anche i due errori, uno per poligono, nella frazione della staffetta – 88,6% complessivo) e meritare il quarto posto nella classifica provvisoria di Coppa del Mondo, con tanto di pettorale blu di leader della graduatoria Under 25.
Nata nel gennaio 1996 in Kazakistan da padre kazako e madre russa, Dzinara si è trasferita nella bielorussa Chausy all’età di tre anni e come lei stessa ha ricordato "ogni ricordo che ho è legato alla Bielorussia, non posso che dirmi al 100% bielorussa". Danza e pianoforte sono state le sue prime passioni, finchè ad 11 anni non ha "scoperto" gli sci da fondo, per appassionarsi poi al biathlon. La carriera giovanile, a livello mondiale, non l’ha vista particolare protagonista, ma la scelta dei tecnici bielorussi di puntare anche su di lei – allora 22enne – in occasione della staffetta olimpica coreana lascia intendere come, a prescindere dai risultati, Dzinara lasciasse intravvedere cose più che interessanti. Era forse più facile puntare sulla più esperta Nadezdha Pisareva per completare il quartetto che contava anche di Skardino, Kryuko e sua maestà Daria Domracheva, ma la scelta si rivelò azzeccata tanto che l’allora ventiduenne Dzinara seppe in terza frazione mantenersi a livello delle migliori, sfruttando al meglio 3 ricariche (1 a terra, 2 in piedi) per passare il testimone a Domracheva in quarta posizione, a soli 17" dalla leader Ucraina ed in scia a Francia ed Italia (sigh). L’ultima frazione rivoluzionò tutto, con Domracheva a trionfare davanti all’astro nascente Hanna Öberg e alle transalpine, ma sicuramente Alimbekava superò a pieni voti l’esame sul palcoscenico più prestigioso mai calcato.
Sono passati quasi tre anni, da quel giorno. Nel mezzo per Alimbekava pochi sussulti, forse anche perchè il "peso" di un oro olimpico vinto da debuttante ha richiesto tempo per essere digerito: da venerdì ad Hochfilzen sarà interessante capire se questa è davvero la sua nuova dimensione. Una settimana fa dicevamo che due indizi non fanno una prova; ora che gli indizi sono diventati quattro (e sempre più corposi…) è lecito pensare che la Bielorussia possa aver trovato una grande protagonista.

Detto di Dzinara, il secondo fine settimana di Kontiolahti ha parlato soprattutto in favore di norvegesi e svedesi, con Hanna Öberg ancora personaggio copertina, in virtù della vittoria nella sprint (“trainando” al primo podio anche la sorellina Elvira) e della prima storica staffetta, successo che in casa gialloblù mancava da diverso tempo. Ieri ci hanno poi pensato le norvegesi Tiril Eckhoff e Marte Røiseland a rimodellare il bilancio del week-end: Tiril ha piazzato una delle sue migliori gare di sempre per rilanciarsi definitivamente; Marte che proprio oggi spegne le 30 candeline ha confermato ancora una volta di essere atleta temibile per chiunque, probabilmente in assoluto la più equilibrata nella corsa alla sfera di cristallo. Tutto prematuro, per carità, ma i fatti appaiono questi. Specie se Denise Herrmann fatica ad ingranare: come per Doro Wierer, al riscontro dell’individuale di apertura non sono seguite conferme per la tedesca, apparsa lontana dalla miglior condizione sugli sci, pur avendo potuto sciare in Finlandia prima del debutto. Aspettiamola ad Hochfilzen.
Come Dorothea. Anche nel secondo round lappone la coperta si è rivelata corta: la forma fisica non le consente di spingere a tutta e di avere contestualmente la giusta brillantezza al tiro. Nella sprint e nella staffetta i progressi rispetto alla settimana precedente si sono visti, meno ieri quando il chilometraggio è aumentato. Servono allenamenti e tempo, lo si sapeva alla luce delle difficoltà nel percorso di avvicinamento. Fatica molto anche il resto del team: il sesto posto in staffetta è stato prezioso proprio alla luce della condizione generale, ha regalato buoni segnali da Irene Lardschneider (parzialmente confermati nella gara di ieri) ma la strada appare ancora in salita per tutte. Le attenuanti ci sono e sono ben note, la speranza è che prima di Natale possano esserci notizie migliori su tutti i fronti. 

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