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Sci di fondo

Fondo – Klæbo: “Il covid mi spaventa, non conosciamo gli effetti a lungo termine”

Ha dominato la sprint in classico che ha aperto il weekend del Beitosprinten, ma dopo la competizione odierna Johannes Klæbo ha nuovamente manifestato tutte le sue preoccupazioni per l’emergenza covid-19. Da mesi il fenomeno norvegese sta prendendo tantissime precauzioni costringendo se stesso e le persone attorno a lui a molte rinunce. Klæbo vuole poi evitare ogni rischio, al punto da aver rinunciato di recarsi ad Oslo per gli impegni con gli sponsor federali e non essersi nemmeno presentato alla conferenza stampa prima delle competizioni di Beitostølen, preferendo parlare ai giornalisti per telefono.

Le paure di contrarre il virus sono anche cresciute dopo quanto accaduto anche alla nazionale norvegese di calcio a seguito della positività di Joshua King. «La tendenza nel mondo è spaventosa, anche il fatto che molti atleti si siano ammalati– ha affermato Klæbo a VG – ma la cosa più preoccupante è vedere un così grande aumento dei casi di covid-19. Questo mi rende scettico. Dobbiamo stare attenti. Sono stato molto attento nelle mie scelte in questo periodo».

Klæbo ha paura di viaggiare all’estero, perché teme di contrarre il virus, una cosa che lo spaventa. «Non conosciamo quali effetti questo virus possa avere a lungo termine – ha spiegato il norvegese – si sente di persone che non hanno riacquistato l’olfatto, quindi il corpo ne risente. Conosciamo così poco sugli effetti del virus sul lungo periodo e sappiamo che colpisce i polmoni».

Proprio per questo motivo il campione norvegese vuole evitare di correre rischi: «Se ho intenzione di puntare sullo sci di fondo, dipendo dal fatto che i miei polmoni funzionano. Se non avessi praticato uno sport di alto livello e soprattutto di resistenza, non sarei stato così estremamente attento come lo sono ora. Ma ho bisogno di tutta la capacità polmonare. Penso che il giorno in cui avrò il tre percento in meno di capacità polmonare, non vincerò nello sci di fondo».

Sicuramente oggi i suoi polmoni funzionavano bene, come si è visto nella salita conclusiva.

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