In occasione dei di Sjusjøen interni alla squadra norvegese, Tiril Eckhoff non è riuscita mai ad andare oltre il terzo posto, battuta sia nella sprint che nella mass start da Røiseland e Lien. Un risultato non dovuto soltanto agli errori al tiro, ma anche al fatto di non essere riuscita a fare la differenza sugli sci, cosa inusuale per lei.
Si è pensato che il problema fosse dovuto alle difficoltà di sciare su una neve al limite della regolarità, ma in realtà Eckhoff ha svelato a NRK di aver avuto dei problemi respiratori. La seconda classificata dell’ultima Coppa del Mondo ha fatto molta fatica soprattutto lunedì scorso nella sprint, disputatasi in un clima di grandissima umidità con pioggia e nebbia. «Non riuscivo a respirare» ha dichiarato dopo la prima giornata di gara, ma anche nella mass start di martedì le cose non sono migliorate. «Ingrid (Tandrevold, ndr) ha detto che suonavo come un flauto di pan» ha affermato Eckhoff riferendosi al commento della sua compagna di squadra con la quale ha svolto tutta la gara assieme fino alla volata.
Eckhoff vuole vederci chiaro prima dell’inizio della stagione: «Ho faticato a gareggiare con tanta umidità, quindi voglio scoprire perché. Se sono preoccupata? Non sono abituata ad avere questi problemi, quindi voglio sentire qualcuno che ne sa di più. In ogni caso sarei più insicura se quello che ho fatto in estate non fosse stato abbastanza buono. Ma sono sicura di aver fatto un ottimo lavoro e ho fiducia in quello che ho fatto» ha poi rassicurato.
Anche il tecnico Sverre Huber Kaas ha chiarito la situazione: «È una cosa piccola che allo stesso tempo crea incertezza, quindi andiamo dai medici e cerchiamo di ottenere delle risposte a quanto accaduto. Lei non ha mai avuto problemi simili e non sa da cosa possa derivare questa difficoltà a respirare. Se lo scopriamo ora, allora è quasi una cosa buona che tu scopra ora di avere un problema, così puoi risolverlo. Covid? Tutti siamo stati testati più volte e abbiamo seguito un regime di controllo delle infezioni durante il raduno fino alle gare, quindi è molto improbabile immaginarlo».