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Sci di fondo

Fondo – Dietmar Nöckler: “Le motivazioni sono alte, negli anni ho capito quanto mi piace questo sport e l’allenamento”

Ha esordito in Coppa del Mondo nel febbraio 2009 e da allora vi ha sempre preso parte. A 32 anni compiuti lo scorso 29 settembre, Dietmar Nöckler ha ancora tante motivazioni e si sta allenando più duramente che mai per riuscire a meritarsi la convocazione anche per il tredicesimo anno consecutivo. L’azzurro delle Fiamme Oro si è allenato in estate con la squadra di sede della Polizia e ha deciso anche di aumentare le ore di allenamento. Vincitore di due medaglie mondiali, sempre in team sprint con il collega e amico Federico Pellegrino, Diddi si sta scoprendo sempre più appassionato del suo sport e dell’allenamento.
Corsa, bici, skiroll, palestra e tutto il resto, non sono solo le competizioni e gli obiettivi a spingerlo ad andare avanti, ma proprio questa passione che cresce quotidianamente e lo porta ad essere ancora oggi il primo a presentarsi in pista la mattina, come qualche giovane fondista ha documentato la settimana scorsa con una stories su Instagram. «In realtà sono loro che arrivano tardi» ha scherzato il poliziotto di Brunico, innamorato dello sport a 360 gradi, da praticare e anche guardare, con un tifo quasi viscerale per Roger Federer, per lui autentico idolo sportivo.

Quando l’abbiamo contattato per intervistarlo, l’abbiamo trovato sereno e disponibile come sempre, ma forse ancora più deciso nel descriverci la sua grande passione per lo sci di fondo, che è da sempre la sua vita e lo sarà anche in futuro.

Ciao Diddi. Innanzitutto come stati? La preparazione sta procedendo bene?
«Sono molto contento di quello che ho fatto fin qui. In primavera mi ero prefissato un programma e sono riuscito a rispettarlo. Mi sono allenato più del solito, ho aumentato il numero di ore perché avevo voglia di cambiare qualcosa, anche per curiosità. Per il resto sono sempre stato bene, non ho avuto alcun problema durante l’estate. Anche perché mi piace tantissimo questo sport, così sono riuscito ad allenarmi con piacere e motivazione».

Oltre ad aumentare le ore, hai cambiato qualcosa nella metodologia di allenamento?
«Ho provato ad allenarmi in modo semplice, facendo il più possibile allenamenti di qualità su pista con skiroll e corsa, ma anche corsa in salita e ovviamente bicicletta. Mi sono concentrato su poche cose, ma cercando di farle bene e con costanza. Mi sono allenato tanto e ho fatto anche tanta fatica come piace a me. Dalla primavera ho iniziato ad aumentare gradualmente le ore fino ad arrivare a luglio, quando mi sono allenato di più. A settembre ho svolto due blocchi di intensità, mentre ottobre è stato un mese con tanto volume. Adesso arriva novembre e andrò a Livigno a sciare, dopo averlo già fatto sullo Stelvio».

È stata un’estate diversa per te. In passato avevi sempre fatto parte della nazionale, mentre lo scorso anno ti eri allenato con un gruppo folto grazie ai raduni interforze. Quest’anno invece hai lavorato con una squadra più ristretta nelle Fiamme Oro.
«Avevo apprezzato moltissimo l’iniziativa dei raduni interforze con tutti i corpi sportivi assieme. Mi ero trovato molto bene, ma era impossibile ripetere questa esperienza nella situazione sanitaria attuale. Quest’anno mi sono quindi allenato con la squadra di sede delle Fiamme Oro, guidata da Bordiga. Siamo partiti più tardi, a causa dell’emergenza sanitaria, ma mi sono trovato molto bene in questo gruppo. In estate, infatti mi sono allenato con tanti giovani aggregati alla Polizia, che secondo me hanno dimostrato di essere ottimi atleti e avere anche altri valori importanti. Spero per loro che si possa fare la stagione, perché possano così dimostrare il loro valore. Per me è stata una bella opportunità lavorare con loro. Ci tengo poi a ringraziare le Fiamme Oro, in quanto nella situazione attuale siamo riusciti a organizzare ugualmente tutti i raduni programmati, rispettando tutte le regole che ci troviamo giustamente a dover rispettare in questa fase. Mi sono sempre sentito al sicuro. L’allenamento in caserma è andato molto bene grazie al grande impegno dello staff tecnico e di tutti coloro che lavorano negli uffici delle Fiamme Oro a Moena».

Come hai già accennato anche tu, ci sono ancora molte incertezze sulla prossima stagione; queste possono incidere sulle motivazioni?
«Ovviamente le incertezze ci sono e lo sappiamo, ma io ho pensato sempre e soltanto ad allenarmi nel miglior modo possibile con l’idea di disputare una stagione regolare. Negli ultimi anni ho capito sempre di più quanto mi piaccia allenarmi e fortunatamente lo sci di fondo mi dà l’opportunità di farlo moltissimo e di variare anche mezzi e metodologie. Quindi ho vissuto l’estate sempre con motivazioni altissime, ho provato sempre piacere nell’allenarmi anche nelle giornate più dure».

Quindi la pensi come Holund, che qualche giorno fa ha dichiarato di avere intenzione di proseguire la sua carriera anche oltre Pechino 2022, perché con il tempo ha capito che la cosa che più ama del fondo è proprio l’allenamento.
«Se avessi i risultati di Holund non penserei nemmeno a ritirarmi (ride, nde). A me questo sport piace, poi vedremo cosa riserverà il futuro. Io voglio andare avanti, se poi non dovessero arrivare i risultati in Coppa del Mondo potrei anche concentrarmi su qualche gara di lunga distanza, oppure cambiare vita. So solo che io sono felice di essere uno sportivo, ma sono consapevole che lo sport agonistico richiede i risultati e le medaglie, il resto conta poco. La Federazione ha mostrato che oggi la linea è di puntare sui giovani. Se l’atleta più anziano vale dei buoni risultati allora ha spazio, altrimenti si punterà sui giovani. Una visione che è condivisibile e giusta».

Insomma l’obiettivo è di dimostrare che il valore ancora c’è, magari per arrivare a Pechino 2022?
«Io spero di andare bene e sono convinto che se faccio le mie gare, ho ancora buone possibilità di mostrare di valere qualcosa anche in Coppa del Mondo. Poi sinceramente non ho mai pensato all’obiettivo Pechino. Al momento ho in testa solo la prossima stagione e ovviamente voglio qualificarmi per i Mondiali, perché mi piacerebbe disputare la 50km ai Mondiali di Oberstdorf».

Proprio le incertezze sul regolare svolgimento della stagione potrebbero causare qualche difficoltà in più a chi parte stando fuori dalla nazionale.
«Quest’anno sicuramente sarà un po’ più difficile, perché si andrà all’estero probabilmente con contingenti più ridotti. Bisognerà fare tantissimi tamponi e non sarà facile da gestire ed organizzare. Chi parte dalla Coppa del Mondo ha ovviamente qualche possibilità in più, ma avremo delle gare che saranno valide come qualificazione per la Coppa del Mondo e lì avremo tutti le stesse possibilità. Poi chi salirà in Coppa del Mondo, dovrà ovviamente dimostrare di meritarselo. Ci troviamo comunque di fronte ad una stagione molto particolare a causa della pandemia».

Nonostante l’emergenza covid, il calendario della Coppa del Mondo non è cambiato, si viaggerà ancora tanto. Ti sei fatto un’idea in merito?
«Sicuramente altre federazione hanno ragionato in maniera diversa, mentre la FIS vuole portare avanti il programma iniziale. Vedremo cosa accadrà, ma sinceramente già adesso mi sembra molto difficile riuscire a realizzare le prime quattro tappe secondo il programma attuale. Sinceramente non so qual è la situazione in Scandinavia, ma vedendo cosa sta accadendo in Europa Centrale, mi viene difficile pensare che tra un mese sarà tutto così semplice come sembra guardando il calendario della Coppa del Mondo».

Ne hai parlato già tu prima: potremo vederti al via anche di qualche gara a lunga distanza?
«Le lunghe distanze mi piacciono e anche quest’anno mi piacerebbe essere al via di qualche competizione come la Marcialonga. Vedremo se riuscirà a conciliarsi con il mio programma stagionale. Sicuramente ho fatto un allenamento che mi permetterebbe di essere pronto per questo genere di competizioni».

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