È stato un agosto anomalo per Therese Johaug. La campionessa norvegese è stata costretta a fermarsi perché il corpo non stava reagendo bene ai carichi di lavoro, per la prima volta non si è gestita bene e ha dovuto cedere alla stanchezza.
Ovviamente Johaug è subito corsa ai ripari e ha presto recuperato la forma migliore, tanto che nelle ultime settimane è già tornata su ottimi livelli in confronto anche alle sue compagne di squadra. L’attuale detentrice della Coppa del Mondo e di tre titoli mondiali è quindi tornata a parlare di quanto accaduto a inizio agosto, affermando cose molto interessanti nel corso di un’intervista a Dagbladet: «È iniziato tutto quando ho notato che qualcosa non stava andando per il verso giusto dopo una sessione l3 sugli skiroll con Karstein. Ho chiamato subito Erland Hem (fisiologo sportivo e leader del laboratorio dell’Olympiatoppen di Oslo, ndr) per prenotare immediatamente un test per ottenere un profilo del mio lattato. Non volevo andare al Toppidrettsveka con quelle sensazioni».
Eppure la misurazione del lattato sorprendentemente non dava ragione alle sensazioni di Johaug, in quanto dai numeri non risultava nulla di anomalo: «Sulla prima misurazione del lattato i numeri erano buoni – ha ammesso Johaug – ma c’era ancora qualcosa che non mi convinceva. Ho detto che se anche i numeri erano buoni, io avevo una sensazione completamente diversa. Secondo me i numeri mentivano, mi sentivo rigida in piedi. Così ho parlato molto con Pål Gunnar (Mikkelsplass, ndr) , Espen (Bjervig, ndr) e Ole Morten (Iversen, ndr), che pur vedendo i numeri, si sono fidati delle mie sensazioni. Non potevo andare avanti, mi allenavo a Sandnes ma le cose non stavano andando meglio».
Johaug si è quindi allenata a giorni alterni per una settimana, poi è tornata da Erlend Hem all’Olympiatoppen per una nuova misurazione del lattato. «Lì ho avuto le risposte alle sensazioni che avevo. Sono state le peggiori misurazioni del lattato che ho avuto da molto tempo. Questa seconda misurazione ha mostrato che era giusto fidarsi del mio istinto. All’Olympiatoppen abbiamo visto che l’assorbimento di ossigeno e tutto era presente, ma il livello di lattato era troppo alto. Durante il secondo test del lattato non sono riuscita a completare nemmeno ciò che faccio normalmente. Erlend a quel punto ha deciso di interrompere il test perché non aveva senso. Il livello di lattato era troppo alto».
La campionessa norvegese ha poi concluso sottolineando quanto l’avere tanta esperienza l’abbia aiutata a risolvere questa situazione: «Se avessi avuto vent’anni, senza tutta questa esperienza, le cose sarebbero potute andare in un’altra maniera. Ho imparato per esempio che non dovrei mai perdere peso quando sono stanca. È insolito ritrovarsi in una situazione in cui il tuo corpo manda dei segnali diversi, all’improvviso ti sembra di non conoscerlo».
Le cose sono tornate ora alla normalità, tanto che nel raduno di Hafjell, i risultati di Johaug in confronto con le compagne sono tornati alla normalità: «Sento di essere tornata al mio livello. Allo stesso tempo era importante che facessi i passi che ho fatto. Quando inizi a fare delle sessioni difficili in cui hai delle sensazioni negative che non provi da molto tempo, allora è giusto fermarsi ed agire. Fortunatamente è andata bene. Quando sei in questo ambiente da tredici anni, conosci molto bene il tuo corpo».