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Biathlon , Sci di fondo

La lezione del Blinkfestivalen: “Organizzare delle gare è possibile, ma impegnativo”

Da giovedì a sabato in Norvegia è andato regolarmente in scena il Blinkfestivalen. Un evento che, nonostante l’assenza di atleti stranieri e di pubblico, è stato un grande successo. In pista si è visto spettacolo e gare emozionanti, soprattutto nella giornata di sabato, grazie al testa a testa tra Klæbo e Moseby nella 15km di fondo maschile, la clamorosa vittoria di Tiril Udnes Weng nella 10km femminile con Johaug solo terza, la spettacolare e divertente gara di tiro del biathlon, insieme a una mass start di biathlon femminile combattuta fino all’ultimo. Anche i telespettatori hanno premiato la scelta coraggiosa da parte degli organizzatori di andare avanti, se si considera che la la trasmissione televisiva delle gare su NRK ha avuto una media di 1,8 milioni di persone per collegamento tv.

Ma il Blinkfestivalen è stato soprattutto un grandissimo successo organizzativo, arrivato in un periodo a dir poco difficoltoso come quello attuale, nel quale l’emergenza causata dalla pandemia di Covid-19 sembra ormai aver preso possesso delle nostre vite.

Il direttore del Blinkfestivalen, Arne Idland, ha descritto in un’intervista a NRK l’esperienza appena vissuta. Ovviamente bisogna lavorare con grande attenzione, si affrontano difficoltà, ma alla fine con tanto impegno si possono organizzare degli eventi, anche una manifestazione tanto grande come il Blinkfestivalen. «Siamo disposti a condividere con gli altri l’esperienza che abbiamo maturato. Gli altri organizzatori devono sapere, perché il nostro settore è vulnerabile». Purtroppo, a volte bisogna fare anche scelte difficili, come quella di escludere all’ultimo momento la squadra francese, che era già pronta a partire per Sandnes. «Ho avuto un brutto presentimento e ho impedito quindi ai francesi di raggiungere Sandnes, nonostante allora la Francia fosse ancora zona verde. È stato difficile comunicarglielo, gli atleti stavano già preparando i bagagli per partire. Ma questa volta è andata così». Una decisione arrivata anche perché il 56% dei norvegesi ha dichiarato in un sondaggio di essere scettico sull’apertura dei confini.

La Federazione Norvegese di Sci ha quindi chiesto agli organizzatori del Blinkfestivalen un rapporto completo sull’esperienza di questo weekend di gare, per contribuire a trovare un modello valido da proporre per le numerose competizioni invernali. Røste, presidente della federazione norvegese, ha invitato Terje Lund, responsabile del Blinkfestivalen, a scrivere anche alla FIS. «Il Blinkfestivalen è stato il nostro primo banco di prova su come possiamo gestire praticamente e operativamente la situazione – ha affermato Terje Lund la conclusione è che organizzare delle gare è possibile, ma impegnativo. Bisogna certamente affrontare alcune sfide finanziarie, in quanto ci sono molte cose che rendono l’evento più costoso. C’è anche un lavoro extra da fare, legato al fatto che devi avere l’elenco completo dei presenti e sapere dove sono tutti in ogni momento».

Intanto dal 20 al 22 agosto in Norvegia si disputerà anche il Toppidrettsveka, che lo scorso anno fece registrare 1,4 milioni di spettatori. L’organizzatore dell’evento, Harald Fladseth, ha già chiesto consigli ai colleghi del Blinkfestivalen: «Abbiamo inviato loro il nostro programma in via informativa. Gli organizzatori del Blinkfestivalen hanno avuto una visione completa di ciò che abbiamo pianificato. Così abbiamo anche noi acquisito una certa conoscenza grazie al loro feedback. L’unica cosa che non vogliamo è che qualcuno possa ammalarsi durante la nostra competizione».

Insomma i norvegesi hanno deciso di provarci, di andare avanti, di ripartire organizzando degli eventi, pronti anche a fare qualche sacrificio economico. Farlo oggi per essere pronti nel corso dell’inverno e riuscire in questo modo anche a risolvere gli eventuali problemi che potrebbero manifestarsi lungo la strada.

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