Nelle ultime settimane, dopo l’orribile omicidio di George Floyd, che ha scatenato rivolte e proteste negli Stati Uniti e successivamente in tutto il mondo, si è tornato a parlare tanto del razzismo. Fortunatamente in molti si stanno dimostrando sensibili al problema e si ha la sensazione che finalmente qualcosa si stia muovendo.
Questo anche grazie a chi ha avuto il coraggio di esporsi. Infatti non sono mancate le testimoniane anche di tante persone dello sport e dello spettacolo, che in passato hanno subito episodi di razzismo. In Norvegia ne ha parlato anche Tarjei Bø, la cui compagna, Gita Simonsen, ha la mamma della Guyana. Nei giorni scorsi la fidanzata del campione norvegese si è esposta pubblicamente, raccontando quanto ha sofferto a partire dalla sua infanzia, subendo spesso episodi di razzismo e insulti, già quando aveva sei o sette anni.
Nel lungo racconto pubblicato sui social, Gita Simonsen è tornata sulle reazioni suscitate dal post da lei pubblicato su instagram e facebook nel settembre 2017, quando con una battuta annunciò la relazione con lo straordinario biatleta norvegese, accompagnando la loro foto con la frase “Approvato dalla mamma”. Ovviamente tanti i commenti positivi di persone che si complimentavano ed erano felici per la coppia, ma purtroppo anche tante, troppe, frasi orribili, con duri insulti ad entrambi, che preferiamo non ripetere.
«Erano presenti insulti scritti da persone di tanti paesi – ha ricordato Tarjei Bø a TV2 – da Russia, Germania, Repubblica Ceca ma anche dalla Norvegia».
Il campione norvegese è sempre stato consapevole del problema razzismo, presente nel mondo, ma dopo aver iniziato la relazione con la sua Gita, si è reso conto di tante cose: «Ho sempre saputo che c’era un grosso problema con il razzismo, ma penso che molte persone qui in Norvegia pensino che sia qualcosa di distante dalle nostre vite e dalla società in cui viviamo. Questo (il post di Gita, ndr) è stato un promemoria per ricordarci che questo problema è vicino a noi sempre ed è riprovevole». Tarjei Bø non avrebbe mai immaginato potessero arrivare messaggi del genere quando la coppia stava pubblicando il post: «Non ci avevo pensato e credo nemmeno Gita. Ne abbiamo parlato solo quando è successo e sinceramente volevo tirare fuori quanto accaduto e renderlo pubblico. Ero seccato e volevo parlare. In quel momento però Gita aveva preferito non esporsi, non aveva voglia di farlo. A distanza di tempo, è stato naturale per lei menzionarlo nel contesto in cui ha scritto il post».
Proprio attraverso di lei, Tarjei Bø ha capito la gravità del problema, cosa che ora stanno facendo in molti grazie alle proteste esplose negli USA: «Potete dirmi che fossi ingenuo, ma molti hanno fatto come me. Nel corso dell’ultimo mese, le persone in Norvegia sono diventate ancora più consapevoli del fatto che il razzismo è tutto intorno a noi e colpisce molte persone, anche alcune che non immaginiamo. Ci sono molte piccole cose a cui spesso queste persone si abituano e sperimentano per tutta la vita».
Nel suo toccante messaggio social, Gita, che si è aperta moltissimo, ha anche raccontato quando da ragazza non voleva che la mamma venisse a scuola, perché aveva paura che vedendola, i compagni di classe potessero prenderla in giro: «È imbarazzante che pensassi una cosa del genere, ma era un meccanismo di sopravvivenz ».
Tarjei Bø ha così commentato quanto descritto dalla sua compagna: «Noi che non siamo esposti ad esso non siamo in grado di capire tutto ciò che è nascosto al suo interno, non possiamo sperimentarlo sulla nostra pelle. Gita è solo uno dei tanti esempi. Anche se sai che il razzismo esiste, diventa più reale quando colpisce le persone che ti sono vicine. Dobbiamo trattare tutti con rispetto e porre fine al razzismo nella società».