La passata stagione è stata un po’ travagliata per Emil Iversen, partito con obiettivi importanti e ottimo protagonista nelle prime due tappe di Coppa del Mondo, avendo chiuso al secondo posto il mini tour iniziale di Ruka e terzo lo skiathlon di Lillehammer. Poi qualche malanno, lo stop durante il Tour de Ski e la fatica a tornare in forma fino allo Ski Tour, quando respirata l’aria di casa a Meraker, Iversen ha ritrovato il podio, chiudendo anche quarto il Tour, realizzando anche il miglior tempo di giornata a Trondheim, fino al terzo posto nella 50km di Holmenkollen.
«Ancora non riesco a capire cosa abbia portato a questa discontinuità nella mia forma – ha affermato Iversen a VG – non so davvero cosa sia accaduto. Comunque non mi pento di nulla di ciò che ho fatto. Penso di essermi allenato più forte che mai. Inoltre credo che i risultati ottenuti nelle prime settimane della passata stagione confermino che non mi fossi preparato male. Purtroppo ho avuto un malanno durante il Tour de Ski, che probabilmente mi ha rovinato più di quanto avessi potuto immaginare anche nel peggiore degli incubi». Addirittura Iversen ha deciso pochi giorni fa di effettuare un test sierologico, per capire se quel malanno fosse riconducibile addirittura al covid-19: «Ho pensato di fare questo controllo perché ero davvero molto malato dopo il Tour de Ski. Ho avuto un forte dolore alla testa e tanti altri problemi. Non ho saputo nulla, quindi presumo che non fosse coronavirus».
Iversen è convinto che la maggiore sensibilità da parte di tutti all’igiene e l’attenzione generale a non prendersi virus influenzali possa essere positiva anche per lui: «Sono fiducioso di non correre rischi e avere problemi come lo scorso anno. Oggi nella società sono tutti più focalizzati nel lavarsi le mani, fare attenzione e restare a casa quando si è malati. È così che noi sciatori di fondo abbiamo sempre vissuto la nostra vita. Immagino che ora coloro che non stanno bene eviteranno di mettersi in viaggio, quindi di conseguenza saranno minori anche le possibilità di ammalarsi. Può essere un vantaggio per me, che ci siano nuovi modi di comportarsi in questi casi».
In carriera il fondista norvegese ha vinto due ori mondiali, entrambi a Seefeld nelle due gare a squadra, senza raccogliere però alcuna medaglia individuale. Per questo motivo Iversen ha già cerchiato sul calendario il Mondiale di Oberstdorf: «Il mio obiettivo della prossima stagione sarà il Mondiale, punto alla vittoria di una medaglia individuale. Se dovessi riuscirci sarei super felice».
