Venerdì la FISI ha annunciato le squadre di salto e combinata nordica per la stagione 2020/21. Federico Rigoni è stato confermato nel ruolo di direttore tecnico delle due specialità e ha lavorato moltissimo in queste settimane, insieme alla federazione, per formare uno staff tecnico di alto livello, in grado di lavorare sul presente ma anche costruire qualcosa di importante in ottica futura, guardando a Milano-Cortina 2026. Proprio il lavoro svolto dalla FISI è stato il primo pensiero di Federico Rigoni, quando l’abbiamo contattato telefonicamente per parlare delle nuove squadre: «Voglio ringraziare il Presidente Flavio Roda per la fiducia e per averci dato la possibilità di portare a casa dall’estero due allenatori di altissimo livello. Dico grazie in modo particolare al consigliere Carlo Del Pozzo, che mi ha aiutato in questo periodo, senza dimenticare Gabriella Paruzzi, che da quando ho iniziato questo percorso, ha sempre avuto a cuore le nostre discipline e mi ha sempre stata vicino. Non posso dimenticare chi in federazione lavora con grande professionalità dietro le quinte. Infine ringrazio tutti i corpi militari che ci aiutano con tecnici e atleti, e per quanto mi riguarda, l’Arma dei Carabinieri per la disponibilità data nel passato e per quella che vorrà darmi nel futuro».
Il riferimento è agli arrivi di Andreas Felder e Danny Winkelmann. Il primo ha vinto tanto alla guida della nazionale maschile austriaca di salto e sarà l’allenatore referente delle squadre azzurre, dettando le linee guida del settore, che si concentrerà sul gruppo femminile del quale ha il ruolo di allenatore, affiancato da Sebastian Colloredo, visto che la squadra maschile sarà cura di Andrea Morassi.
L’allenatore in campo nella combinata nordica maschile di Coppa del Mondo sarà il tedesco Danny Winkelmann, ex tecnico della Polonia, aiutato sulla parte del salto da Ivan Lunardi (Fiamme Gialle), mentre il fondo sarà sempre compito di Pietro Frigo. Invariati gli ski man (Luca Rigoni e Giuliani Michele), così come lo staff medico.
Ivo Pertile, nelle ultime stagioni a capo del settore giovanile, sarà l’allenatore referente della combinata, ma in particolare guiderà la neonata squadra femminile. Di tutto questo abbiamo parlato con Federico Rigoni nella seguente intervista.
Buon pomeriggio Rigoni. La struttura delle squadre di salto è cambiata molto quest’anno.
«Abbiamo seguito alcune linee guida chiare. Cercheremo di lavorare, nel corso dei periodi estivi, coinvolgendo le principali squadre maschili e femminili per fare gruppo, ma soprattutto per avere maggiori stimoli. Abbiamo la fortuna di aver acquisito Andreas Felder, che lo scorso anno ha vinto la Coppa del Mondo con Kraft e ottenuto grandi risultati anche con tutto il resto della squadra austriaca. La sua presenza sarà importantissima per imparare cose nuove, dovremo trarne beneficio. Felder darà delle linee guida sul lavoro, in particolare dal punto di vista tecnico, dandoci nuove idee che faranno crescere tutto il nostro staff. Siamo umili e consapevoli che la scuola austriaca sia al top a livello mondiale. La sua presenza è una grande occasione da sfruttare, Morassi, così come Colloredo, Oballa, Di Lenardo e Cecon, accresceranno molto le loro conoscenze stando al suo fianco».
Anche nella combinata nordica ci sono stati notevoli cambiamenti sia nello staff tecnico che nelle squadre; abbiamo notato una svolta giovane.
«Si l’idea è stata di dare spazio ai giovani. Per questo motivo Ivo Pertile, che seguiva proprio il settore giovanile, è l’allenatore referente per dare le linee guida e allenerà in particolare la prima squadra femminile che abbiamo formato. Anche in questo caso, cercheremo per quanto possibile di fare raduni collettivi, coinvolgendo uomini e donne. In questi giorni abbiamo avuto diverse riunioni virtuali per creare una linea di lavoro comune. Ognuno sta contribuendo con le proprie idee e l’esperienza maturata nel suo campo. Frigo è il riferimento nel fondo, Winkelmann e Lunardi nel salto, Ivo per le donne. Tutti stanno condividendo i rispettivi metodi di lavoro per trovare la miglior soluzione possibile. Siamo consapevoli che sul fondo non abbiamo nulla da invidiare agli altri paesi, mentre sul salto dobbiamo crescere e Winkelmann con la sua esperienza e le capacità saprà darci le giuste direttive».
Insomma l’obiettivo principale sono le Olimpiadi del 2026?
«Dobbiamo cercare di puntare anche ad obiettivi a breve termine! Con determinazione e convinzione. Non dimentichiamo che tra nove mesi abbiamo un Mondiale, tra 21 un’Olimpiade, poi sei anni dopo Milano e Cortina. Abbiamo cercato quindi di investire a breve, medio e lungo termine, cercando di avere quanto prima i migliori risultati possibili e crescere quei giovani che lo scorso anno hanno dato segnali positivi. Come più volte detto, profilo basso,lavorare con impegno e costanza, poi se tutto andrà per il verso giusto, si potrà pensare nei risultati».
Nel salto maschile avete proposto una squadra A con il solo Insam e una Squadra B con tutti giovani. Si alleneranno insieme?
«Gireranno sempre assieme, perché è importante sia per loro che per lo stesso Insam. L’obiettivo, però, è non far bruciare le tappe a questi ragazzi, andare avanti e crescere un passo alla volta. Dovranno innanzitutto fare risultati nel proprio circuito di riferimento e quindi salire di categoria. Prima far bene in Alpen Cup, poi in Continental e allora, forse, pensare di portarli in Coppa del Mondo. Non abbiamo tanti atleti e non possiamo certo permetterci di bruciarli. Un discorso simile vale anche per Insam. Viene da una stagione difficile, nella quale a metà anno ha fatto un passo indietro ripartendo dalla Continental Cup. Ora si ripartirà da lì, per ottenere soddisfacenti risultati e tornare in Coppa del Mondo. È importante fare dei buoni risultati nel proprio circuito e salire, anziché rischiare di prendere delle bastonate che poi fanno male. Si deve essere sempre realisti e lavorare step by step».
Discorso simile quindi anche per le donne.
«Certo le due della Squadra A e le tre giovani della B lavoreranno il più possibile insieme, anche per essere seguite da Felder. Poi ovviamente molto dipenderà dalle direttive governative sul covid-19, ma vogliamo certamente fare squadra e far lavorare tutti assieme, anche con gli uomini».
L’arrivo di Felder è senza dubbio un gran colpo. Com’è nata l’idea?
«Parte da molto lontano. C’erano diverse possibilità sul tavolo, alla fine si è deciso di puntare su di lui. Ha ottenuto risultati top a livello mondiale. Con la sua presenza è arrivata molta energia. Pensando anche ai risultati immediati, siamo consapevoli di avere un’atleta molto competitiva come Lara Malsiner, che ha ancora margini di crescita, ma è già stata in grado di salire sul podio in Coppa del Mondo. Vogliamo far crescere il settore. Basti pensare a sua sorella Manuela, che non dimentichiamoci aveva fatto degli ottimi risultati prima dell’ennesimo infortunio. Alle loro spalle ci sono tre giovani che hanno ottenuto risultati molto positivi. Felder è stato attratto da questa prospettiva, sa di avere un gruppo di grande qualità».
Tanti cambiamenti nella combinata nordica. Una scelta anche coraggiosa, se si pensa al Mondiale di Oberstdorf, restare con soli quattro atleti con esperienza in Coppa del Mondo.
«Dal gruppo sono usciti atleti presenti da anni come Lukas Runggaldier, Manuel Maierhofer, Parolari e Luca Gianmoena. Abbiamo deciso di investire su quattro atleti per la Squadra A, tutti nati negli anni novanta, e a lungo termine sui giovani post 2000, che hanno mostrato un grande potenziale. I fatti ci diranno se è stata la scelta migliore, noi teniamo i piedi per terra e lavoriamo. I giovani saranno seguiti dal tecnico Andrea Bezzi (Polizia, ndr). Vogliamo permettere a questi ragazzi di fare il loro percorso, poi se ci sarà bisogno di loro più in alto, vedremo, in fin dei conti Kostner ottenne degli ottimi risultati già giovanissimo a Seefeld. Ma non mettiamo loro fretta, come per il salto, non vogliamo bruciare i giovani».
Per la prima volta l’Italia avrà una squadra A femminile di combinata nordica. Come vi presentate al via di una stagione storica con Coppa del Mondo e Mondiali?
«Abbiamo un terzetto in Squadra formato da Veronica Gianmoena, insieme ad Annika Sieff e Daniela Dejori, due giovanissime che hanno ottenuto già buoni risultati a livello giovanile. Saranno seguite da Ivo Pertile, che le conosce bene, e Francesco Benetti per il fondo. Inoltre abbiamo voluto inserire nel gruppo anche una figura femminile, che ritengo sia fondamentale soprattutto con le atlete più giovani. Abbiamo così deciso di affidarci a Veronika Broll. C’è tanto entusiasmo nel gruppo e voglia di far bene in una stagione storica».
Le atlete si concentreranno quest’anno soltanto sulla combinata nordica?
«Il loro obiettivo è la combinata nordica, poi faranno anche delle gare di salto, soprattutto per allenamento, visto che non ci sono tante competizioni di combinata nordica in programma. È importante per loro migliorare tecnicamente nel salto e anche allenare in qualche modo la competizione, lo spirito di gara».
Avete già valutato ogni scenario possibile durante la preparazione? Spesso vi radunate su trampolini austriaci e sloveni. Cosa fareste se fosse impossibile viaggiare?
«Se dovesse essere impossibile uscire dall’Italia, ovviamente sfrutteremmo il trampolino di Predazzo. Mi sembra e mi auguro che le cose migliorino, speriamo si aprano i confini e non serva più fare quarantena per viaggi da e per l’estero, il che vorrebbe dire potersi allenare anche “fuori”, ma soprattutto che le problematiche che hanno messo in ginocchio il mondo e relative al coronavirus sarebbero venute meno. In ogni caso, dovremo comunque adeguarci agli scenari che si presenteranno, in Italia e all’estero, facendoci trovare pronti a ciò che accadrà. La mia filosofia di vita è pensare sempre positivo, quindi sono convinto che troveremo la soluzione per allenarci al meglio».
Tornando al salto. Il ritiro di Elena Runggaldier è stato un fulmine a ciel sereno, la sua presenza in squadra sarebbe stata sicuramente utile. Le è dispiaciuto?
«Ovviamente, da un punto di vista sportivo, dispiace quando un’atleta del suo livello abbandona l’attività, anche perché, a mio avviso, aveva ancora la possibilità di ottenere ottimi risultati. Inoltre sarebbe stata utilissima, con la sua esperienza, alla crescita delle atlete più giovani. Sono però strafelice dal punto di vista umano, si sposa ,è un grande passo di vita, ha preso la decisione migliore per sé e posso solo augurarle il meglio».