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Biathlon – Patrick Braunhofer a Fondo Italia: “Darò il massimo per sfruttare questa nuova occasione”

La passata stagione doveva essere quella del salto per Patrick Braunhofer, inserito per la prima volta in Squadra A dopo i buonissimi risultati ottenuti l’anno precedente, che l’avevano portato anche a fare l’esordio in Coppa del Mondo. In primavera, però, la sfortuna si era accanita su di lui, sotto forma di un infortunio alla caviglia, con interessamento dei legamenti, che l’aveva costretto a fermarsi e saltare tutta la prima fase della preparazione. La determinazione e la voglia di allenarsi con la Squadra A, insieme all’ottimo lavoro dei fisioterapisti, l’avevano portato a bruciare le tappe e tornare già a metà giugno, quando i medici inizialmente avevano indicato ottobre come periodo per il rientro.
La stagione però non è stata delle migliori. Brauni, come lo chiamano i compagni, non ha mai trovato la giusta condizione fisica e anche faticato ad adattarsi al salto di categoria, non riuscendo così a ottenere risultati e ritrovandosi presto nuovamente con gli Juniores. A fine stagione, però, con caparbietà ha trovato la medaglia agli Europei Juniores, che gli hanno aperto una porta per lui inattesa: la conferma in Squadra A. Una bella soddisfazione per il giovane carabiniere della Val Ridanna, che vuole ripagare la fiducia a lui data dai tecnici azzurri. Braunhofer ha già ripreso ad allenarsi, trovando un punto di riferimento importante da seguire proprio vicino casa, Federica Sanfilippo. L’abbiamo raggiunto telefonicamente mentre riparava la sua bici, mezzo utilizzato moltissimo in questa prima fase.

Ciao Patrick. Sei stato confermato in Squadra A, una bella notizia per te. Lo immaginavi? Come ti sembra il gruppo in cui lavorerai?
«Sono sincero, non me l’aspettavo perché nella passata stagione non sono riuscito a mostrare il mio valore, soprattutto in IBU Cup. Quando Klaus Höllrigl mi ha chiamato per darmi questa notizia, sono stato felicissimo. Inoltre mi piace come gruppo. Tommy (Giacomel, ndr) e Dido (Bionaz, ndr) ho avuto modo di conoscerli molto bene durante l’ultima stagione e ci ho fatto amicizia; con Cappe (Cappellari, ndr) siamo ormai in squadra da tempo e siamo amici. Inoltre potro allenarmi anche con Luki (Hofer, ndr) e Domi (Windisch, ndr), due grandissimi atleti che conosco molto bene».

Dover battagliare con due 2000, quindi più giovani rispetto a te, molto competitivi come Bionaz e Giacomel, ti dà ulteriori stimoli?
«Certamente. Quei due ragazzi sono veramente bravi. Mi piace potermi confrontare con loro, perché devi sempre dare il meglio di te stesso per provare a star loro davanti, non è per niente facile. Ti spingono quindi ad andare a tutta. Entrambi hanno raggiunto dei livelli già altissimi per la loro età, si vede che hanno fatto un grandissimo lavoro in questi anni e imboccato la strada giusta. In Coppa del Mondo già dimostrano di poterci stare. Ecco, io spero di poter prendere la stessa strada e percorrerla».

Quando esordisti in Coppa del Mondo, ci raccontasti di quanto Lukas Hofer ti fu d’aiuto nel tuo primo weekend di gara. Sei felice di poterti allenare con lui?
«Tantissimo, perché Luki ha moltissime cose da insegnarti, ha esperienza, conoscenza ed è sempre a disposizione per aiutarti. Nel passato inverno, per esempio, non abbiamo avuto l’occasione di incontrarci, avendo gareggiato in circuiti diversi, ma siamo sempre rimasti in contatto. Dopo le gare ci siamo spesso sentiti e mi ha dato tanti consigli. Le cose per me stavano andando male e lui mi consigliava cosa fare per riprendermi. È importante avere una persona così all’interno del gruppo. Con lui ho un bellissimo rapporto, che si è creato naturalmente. Finalmente, per la prima volta avrò l’opportunità di allenarmi con lui durante la preparazione».

Insomma un’altra bella motivazione per te.
«Veramente, non vedo l’ora di ricominciare a far raduni, sono molto motivato quest’anno. Lo ero anche in quello passato, ma ebbi praticamente subito quell’infortunio che non mi ha dato la possibilità di esprimermi fino in fondo. Ora ho una nuova occasione, voglio dare il massimo e sfruttarla. Mi sono già allenato tanto in questo periodo insieme a Federica Sanfilippo qui in Val Ridanna».

Molto importante, anche in questo caso, avere vicino casa un’atleta con l’esperienza di Federica Sanfilippo, capace anche di salire sul podio in Coppa del Mondo.
«Importantissimo, perché allenarsi in due è tutt’altra cosa. Abbiamo fatto tanti allenamenti in bici, qualche corsa e adesso anche un po’ di skiroll. Qui in Ridanna, al di là dei raduni con la nazionale, ci seguirà anche Alex Inderst. In ogni caso voglio provare a muovermi, andare anche in Val Martello o Anterselva per fare skiroll e allenamento combinato. Qui in Val Ridanna, posso fare le due cose separatamente, in quanto non abbiamo una pista da skiroll. Tornando a Federica, lei mi mostra tante cose in allenamento, dalle quali cerco di trarre spunto, devo imparare dalla sua esperienza e competitività. Inoltre è veramente importante avere un’atleta di alto livello con la quale allenarsi, perché è motivante, ci si può spingere a vicenda».

Le stagioni negative sono utili, soprattutto quando si è giovani, per fare esperienza ed imparare. Cosa ti ha lasciato l’annata passata?
«Ho imparato tanto anche dallo scorso anno. Ricordo quando in primavera entrai in Squadra A e tutti qui in paese erano convinti avessi il posto fisso in Coppa del Mondo. Invece no, devi lottare, impegnarti, cercare di conquistarti tutto. Inoltre, quando sei giovane, ti trovi di fronte a un allenamento diverso rispetto a quello cui eri abituato e devi quindi adattarti. In ogni caso credo di essere migliorato al tiro, sento di avere maggiore sicurezza. Una buona base da cui partire il prossimo anno, perché adesso devo mantenere la stessa padronanza al tiro ma aumentando la velocità. Inoltre l’anno passato ho fatto anche tanta tecnica sugli sci, mi sento migliorato, nonostante non si sia visto in pista. Purtroppo, causa infortunio, mi sono mancate tante ore di allenamento e la condizione non è mai arrivata. In ogni caso so che avrei potuto fare di più, soltanto due o tre gare sono state abbastanza positive. Al di là dei tempi sugli sci, mi mancavano proprio le buone sensazioni, la consapevolezza di sentirmi bene».

Fabrizio Curtaz ci spiegava che se un giovane fa fatica a inserirsi tra i senior, ciò non significa che è perso e va recuperato, ma soltanto che deve concludere la sua crescita. Ecco, cosa ti manca per fare il salto di qualità?
«Sicuramente non tutti in Coppa del Mondo riescono a fare subito delle prestazioni come quelle di Tommy e Dido, che da juniores hanno già fatto quel passo in più per esprimersi con i senior, tirando fuori delle gare pazzesche. Sono felicissimo per loro, lo meritano. A me fino ad oggi è mancato quel salto di qualità per salire di livello. Un miglioramento che, oltre sugli sci, deve arrivare anche al poligono, in quanto nell’ultimo anno ho sparato tante volte bene, al tiro mi sento sicuro, ma devo velocizzarmi, perdo troppo tempo al tiro. Se possibile dovrò avere più coraggio».

È presto per parlare di obiettivi?

«Si. Diciamo che il mio primo pensiero, quest’anno, è stare bene, trovare la miglior condizione fisica, che è la chiave di tutto. Spero di poter fare tutta la preparazione senza problemi, perché so che ho tanta strada da fare per migliorarmi. Per il resto non mi sono ancora prefissato obiettivi per quanto riguarda i risultati, è troppo presto»

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