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Lo sport norvegese stima di aver perso 135 milioni di euro a causa dell’emergenza coronavirus

La Norges Idrettsforbund, il corrispettivo norvegese del nostro CONI, ha informato attraverso un comunicato stampa apparso stamane, che lo sport norvegese ha perso circa 1,5 miliardi di corone, pari a 135 milioni di euro, a causa della crisi economica generata dall’emergenza coronavirus.
   
Questo dato è il risultato di un’indagine nazionale sulle perdite finanziarie dello sport norvegese nei mesi da febbraio a giugno 2020, calcolato tenendo in considerazione il 57% delle squadre sportive del paese e alcune federazioni.
   
Secondo la Federazione Sportiva Norvegese, a causa della crisi, quattro società sportive su dieci potrebbero considerare una riduzione permanente dell’offerta di attività, se le perdite non venissero compensate. Mentre il 23% ha dichiarato che ulteriori licenziamenti sono una misura possibile. Le perdite sono legate principalmente a eventi saltati, altri ricavi mancati e ovviamente il funzionamento delle proprie strutture.

Il presidente Berit Kjøll ha spiegato: «Gran parte delle squadre sportive norvegesi viene gestita esclusivamente su base volontaria e questo sondaggio mostra la precaria situazione di liquidità in cui si trovano molte società sportive. Bisognerà prendere misure che possano rapidamente aiutare le squadre sportive che stanno affrontando queste serie difficoltà di liquidità».

Mentre il Governo norvegese ha stanziato aiuti allo sport per circa 1 miliardo di corone per il periodo da marzo al 15 giugno, la Norges Idrettsforbund ha chiesto venga prodotto un pacchetto simile fino al 31 agosto. Inoltre sono stati richiesti anche 50 milioni di corone a sostegno dei migliori atleti, in vista di Tokyo 2021. Intanto, per aiutare le società in difficoltà di liquidità, in un’intervista a VG, Berit Kjøll ha chiesto un sacrificio alle famiglie: «Incoraggerei tutti i genitori e le persone coinvolte nelle squadre sportive di tutta la Norvegia a contribuire, pagando le quote associative e prendendosi così cura della propria società sportiva durante la crisi. È certamente doloroso pagare un’attività che oggi non può svolgersi, ma siamo in attesa, in quanto gli sport stanno ripartendo in questi giorni. Chiedo a tutti di aiutarci, ciò vale anche per la comunità imprenditoriale locale».

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