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Sci di fondo

Fondo – L’emergenza coronavirus porterà più gare della prossima Coppa del Mondo nei paesi nordici?

A causa dell’emergenza coronavirus, la prossima Coppa del Mondo di fondo potrebbe avere un calendario più snello con tante gare nel nord, ma nei prossimi anni i paesi scandinavi dovranno accettare una riduzione delle tappe da loro ospitate, lasciando spazio alle altre nazioni in un programma con meno competizioni rispetto ad oggi. Ad affermarlo all’agenzia di stampa TT è stato Niklas Jonsson, ex nazionale di fondo svedese, oggi rappresentante della Svezia nel comitato di sci di fondo della FIS.

Secondo l’ex atleta molti comitati organizzatori potrebbero avere delle difficoltà con gli sponsor ed essere costretti a rinunciare ai propri eventi, senza considerare poi gli spostamenti che potrebbero essere più complicati. «Non si può ignorare il fatto che il pericolo più grande in vista della prossima stagione – ha affermato Jonssonsia la difficoltà nel reperire sponsor da parte dei comitati organizzatori delle gare. La sfida più grande per noi sarà quindi mettere insieme un programma di competizioni».

Al di fuori dei paesi nordici, alcune nazioni hanno già manifestato alcune difficoltà nel poter organizzare alcuni eventi di Coppa del Mondo, l’emergenza coronavirus e le sue ripercussioni economiche dovrebbero rendere ancora più complicate le cose. A breve termine, quindi, potrebbero essere spostati alcuni eventi di Coppa del Mondo in paesi che hanno maggiori opportunità di ospitare le competizioni. Si potrebbero svolgere quindi più gare del solito in Svezia, Norvegia e Finlandia. «A breve termine potrebbe essere così. Una via d’uscita potrebbe essere per noi avere delle località di riserva per le competizioni che non potranno essere organizzate, ma per alcuni paesi potrebbe essere non semplice trovare un altro organizzatore nella stessa nazione. Quindi si tratta di capire quali paesi possono farcela. Per questo motivo c’è il rischio che possa esserci una maggiore concentrazione di gare nei paesi nordici».

Crisi coronavirus a parte, Jonsson ha dato delle indicazioni importanti su quale dovrebbe essere secondo lui l’evoluzione della disciplina per quanto riguarda il calendario: «Quando ho iniziato a correre in Coppa del Mondo nel 1989 le gare erano molte meno, oggi siamo a 40 o qualcosa del genere. Con meno competizioni crescerebbe la possibilità di avere tutti gli atleti migliori sempre presenti. Negli ultimi anni abbiamo visto che non tutti i fondisti più forti puntano alla classifica generale, per esibirsi al meglio solo in alcuni particolari weekend o in grandi eventi».

Jonsson vede quindi meno tappe di Coppa del Mondo in futuro ma con più gare in programma per sede, allo scopo di ridurre il numero di viaggi, che avrebbe anche un effetto positivo sul clima. L’ex atleta svedese ha quindi lanciato un messaggio ai paesi nordici, che nei prossimi anni potrebbero perdere delle competizioni: «A differenza dell’incerta stagione in arrivo, quando insolitamente potrebbero esserci più gare nei paesi nordici, nel lungo periodo questi dovranno rinunciare a una serie di competizioni. Altrimenti rischieremmo di emarginare completamente le nazioni più piccole e l’asse dello sci nordico si sposterebbe eccessivamente verso i paesi nordici».

Infine il dirigente svedese è convinto che ridurre il numero di gare di Coppa del Mondo potrebbe essere un vantaggio anche per le competizioni nazionali e continentali: «Ci sono molte interessanti competizioni nazionali e internazionali, che riceverebbero una maggiore attenzione. Se corri la Coppa di Scandinavia contemporaneamente alla Coppa del Mondo, è chiaro che non riceva la stessa attenzione da parte dei media. Ma se Johaug, Karlsson, Klæbo, Halfvarsson o Niskanen saranno al via di queste competizioni (non essendoci la Coppa del Mondo, ndr), ci sarebbe un interesse completamente diverso e verrebbero sicuramente trasmesse»

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