Come in ogni paese, anche in Norvegia c’è chi non rispetta le raccomandazioni dell’istituto nazionale di sanità pubblica nella lotta quotidiana al coronavirus. Anche se le regole sono meno restrittive, considerato che in Norvegia si può correre o andare a sciare, ci sono persone che non rispettano la distanza di sicurezza, corrono uno al fianco dell’altro o si allenano al parco utilizzando la palestra all’aperto senza indossare i guanti.
È stata quindi Therese Johaug a prendere nuovamente la parola e fare un accorato appello a tutta la popolazione, attraverso un’intervista pubblicata su Dagbladet: «Penso che le persone debbano guardare dentro di sé e seguire i consigli che riceviamo dalle autorità. Questa è una lotta a cui tutti devono unirsi il più rapidamente possibile. Ora si tratta di collettività, non di individualismo».
La campionessa norvegese sta vivendo come tutti le difficoltà legate a questo particolare periodo: «Sono tempi difficili, è doloroso non poter socializzare stando con la famiglia o gli amici, non poter andare al lavoro o tutte le cose che siamo abituati a fare nella vita di tutti i giorni. Ma dobbiamo sopportare, perché alla fine andrà tutto bene. È importante che tutti insieme manteniamo la distanza e seguiamo i consigli delle autorità. Dobbiamo agire tutti nella stessa direzione».
La pandemia certamente provocherà delle problematiche anche agli sciatori e la loro preparazione per una stagione importante come quella del Mondiale di Oberstdorf. Ma per Johaug oggi le priorità sono altre: «La cosa importante oggi è tenere sotto controllo questa pandemia per poi tornare alla vita di tutti i giorni il più rapidamente possibile. Se salto i ritiri in quota per la prossima stagione, so di poter lavorare bene anche a casa. Questo è solo un piccolo problema di fronte a tutto ciò che sta accadendo oggi. Inoltre direi che noi fondisti siamo abbastanza fortunati, perché la nostra stagione non è stata condizionata da questa pandemia. Possiamo anche allenarci. Senza dimenticare che aprile per noi solitamente è un mese tranquillo. Penso invece a coloro che avrebbero dovuto competere alle Olimpiadi di Tokyo. Ma tutto sommato lo sport perde di importanza ora che il mondo intero ha ingaggiato questa dura sfida per la salute».