«Sono veramente felice che in Russia stiano girando un film sulla vita di Elena Välbe, lo merita». Stefania Belmondo prova sempre grande piacere nel parlare dell’avversaria che più ha stimato, anche perché a distanza di anni le due campionesse sono ancora in contatto. «Abbiamo un’amica in comune – spiega Stefania – che in estate viene spesso in vacanza nella provincia di Cuneo, dove vivo. Per questo motivo ho avuto modo di incontrare spesso Elena e già da tempo mi aveva svelato di avere l’intenzione di far girare un film sulla sua vita. Sono contenta ci sia riuscita».
Nel film sarà rappresentato anche il personaggio di Stefania Belmondo, interpretata da un’attrice italiana, che avrà un ruolo molto importante in quanto una delle principali avversarie con le quali Välbe battagliò: «Mi fa piacere essere stata inserita nel film, anche perché le sfide con lei erano bellissime, sono quelle che ricordo con maggiore piacere. Anzi penso proprio che la mia vittoria più bella arrivò dopo un magnifico duello sportivo tra noi due. Se non ricordo male eravamo a Silver Star, in Canada, nel dicembre del ’91. Nella 5km del giorno precedente Elena si impose con una decina di secondi di vantaggio. Nell’inseguimento la raggiunsi e ingaggiammo una bellissima lotta. Prima mi misi in testa io e cercai di superarla, poi fece altrettanto lei. Andammo avanti così per un po’, quindi feci un tirone ed ebbi la meglio, riuscendo a staccarla. Mi capita sovente di pensare a quella gara, una delle più belle che abbia mai fatto. Ma anche dopo una gara così, ci facevamo sempre i complimenti. Spesso è toccate a me farglieli, come a Trondheim, quando ai Mondiali del ’97 vinsi quattro argenti sempre alle sue spalle. L’inseguimento fu davvero emozionante, perché arrivammo in volata e l’oro venne assegnato a lei al fotofinish. Quando avevamo tagliato il traguardo il tabellone segnava vincitrice me. Ma anche di quella gara ho un bellissimo ricordo. A me Elena piace proprio come persona, ogni volta che ci vediamo ci abbracciamo e spesso ci mandiamo messaggi. Alle fine è proprio questo il bello dello sport».
Ovviamente il fulcro del film sarà proprio il Mondiale di Trondheim, nel quale Välbe vinse cinque ori: «Lei a Trondheim ebbe un ruolo importante in pista e anche fuori – ricorda Stefania – perché quando venne scoperta la positività di Egorova, che aveva inizialmente vinto la 15km, fu Elena a parlare davanti a tutti noi leggendo un messaggio. Fu un momento emozionante. Nutro veramente un grande affetto per lei, è l’avversaria contro la quale più mi piaceva gareggiare. Ho imparato tanto da lei, come bisogna sempre fare quando si incontra un’avversaria veramente brava».
Stefania è felice che tanti giovani fondisti possano vedere questo film, perché ritiene che da Välbe ci sia tanto da imparare: «Elena aveva un talento enorme, ma anche tanta determinazione. Anni fa sono stata a casa sua, viene da una città povera, da lì ha ricevuto tanta fame e voglia di riscatto. Anche quella è stata la sua forza. Aveva un tale talento, una forza e delle capacità che hanno pochissime, perché oggi ci sono brave atlete ma non ne trovo paragonabili a lei. Il suo modo di sciare era unico. Ma poi la vedevo allenarsi, era impressionante, così come le sue compagne. Lavoravano e faticavano tanto, allenamenti durissimi, ma li eseguivano senza fiatare. La sua capacità di soffrire era pazzesca. Per batterla bisognava andare fortissimo e fortunatamente in diverse occasioni ce l’ho fatta. Mi dispiace però che lei non abbia mai vinto un oro individuale alle Olimpiadi, la trovo quasi un’ingiustizia, perché l’avrebbe meritato per coronare una fantastica carriera».
Ma Stefania Belmondo si sarebbe mai immaginata che la sua storia finisse un giorno all’interno di un film, anche se in questo caso non nel ruolo di protagonista? «Vi svelo un segreto. Tanti anni fa insieme ad Antonella Saracco, la scrittrice che ha pubblicato la mia biografia, volevamo fare della mia storia un film. Purtroppo però ci siamo fermate perché i costi erano improponibili. Sono comunque contenta di finire ora nella storia di una grande campionessa come Elena. Sono molto curiosa e spero di poter vedere questo film anche in Italia».
In conclusione l’olimpionica azzurra spera che in tanti possano conoscere di più su Elena Välbe. «Da lei c’è tantissimo da imparare: capacità di soffrire, sacrificarsi, volontà di arrivare, riscattarsi, essere forte in tutte le situazioni. Tutte doti notevoli che l’hanno resa una campionessa nello sport e nella vita. Per me è anche molto brava come direttrice agonista. È una tosta».