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Biathlon – Giacomel racconta il suo esordio: “Che bello quando Johannes Bø si è complimentato con me”

Difficilmente poteva immaginarlo migliore il suo primo weekend in Coppa del Mondo. Tommaso Giacomel non si è fatto prendere dall’emozione ma è sceso in pista facendo il suo biathlon, correndo dei rischi, ma mostrando di avere il carattere dell’atleta che vuole emergere. Un 27° posto nella sprint con un doppio zero e i migliori range e shooting time non sono certo passati inosservati, tanto che anche Johannes Bø gli ha fatto i complimenti di persona per la bella prestazione e Fourcade su Instagram.
Una bella emozione per un classe 2000 che anche in staffetta si è confermato, mostrando freddezza, pure dopo aver aperto male nella serie a terra, utilizzando in modo perfetto la ricarica. Poi una serie in piedi ancora una volta pazzesca, miglior shooting e range time, quindi come giusto che fosse un po’ di sofferenza nell’ultimo giro. Insomma una due giorni da sogno per questo ragazzo, che resta con i piedi per terra, consapevole di dover ancora fare tanta strada, ma anche del fatto di essere entrato nel modo giusto nel circo della Coppa del Mondo, deciso a imparare il più possibile da questa esperienza.
L’abbiamo contattato in Repubblica Ceca dopo la staffetta odierna, per sapere come ha vissuto questo suo esordio, cosa l’ha maggiormente colpito e come lui e Didier Bionaz sono stati accolti dagli altri azzurri.
Ciao Tommaso. Cosa hai provato ieri durante la gara e che significa per te aver esordito così?
«Sicuramente non pensavo di fare un doppio zero (ride, ndr), però avevo chiarissimo in testa cosa dovevo fare, perché sono consapevole di poter prendere i bersagli anche con velocità. Devo però ammettere che sono rimasto meravigliato anch’io della mia serie a terra. Andare subito a punti è stato bellissimo. Non stavo benissimo sugli sci, ma mi sono comunque difeso bene».
Hai avuto il miglior range e shooting time all’esordio in Coppa del Mondo, dando l’impressione di non sentire nemmeno un po’ di tensione. Come hai fatto?
«La verità? Non ero assolutamente teso, perchè sapevo di dover scendere in pista cercando soltanto di divertirmi e fare ciò che so. Nessuno mi aveva chiesto di vincere oppure fare chissà quale risultato. Dovevo solo divertirmi ed è quello che ho fatto».
Come hanno reagito i tuoi parenti a casa?
«Penso che mia mamma abbia pianto tutta la sera (ride, ndr)».
Passando alla staffetta di oggi: parlaci della tua frazione.
«Nei primi due giri ho tenuto bene con Moravec e Horn, poi nell’ultimo ho avuto un calo, ma è anche difficile tenere a diciannove anni contro atleti di venticinque o trenta. Penso di aver fatto una buona frazione, un buon tiro e in generale una prestazione solida».
Qual è la cosa che più ti ha colpito della Coppa del Mondo?
«L’ambiente, perché sono tutte delle bravissime persone. Per esempio ieri, dopo la sprint, Johannes Bø e Quentin Fillon Maillet si sono complimentati con me. È stato davvero bello. Ovviamente mi ha colpito anche il ritmo, qui spingono tutti come matti, vedendoli dal vivo fanno quasi paura».
Ma veramente Bø si è complimentato?
«Si, avevo appena preso il sacco dopo la gara, ero stanchissimo e sono passato davanti a lui, che stava aspettando per la premiazione. Gli ho stretto la mano e mi ha chiesto se fosse la mia prima gara di Coppa del Mondo, facendomi alcune domande sulla mia prestazione. A quel punto mi ha detto "bravissimo" e si è complimentato. È stato davvero gentile».
Come siete stati accolti tu e Didier all’interno della squadra azzurra?
«Benissimo, c’è veramente un bell’ambiente. Lukas (Hofer, ndr), poi, ci ha accolti come fosse il nostro mentore, ci ha insegnato un sacco di cose su tutto».

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