È felice Mattia Armellini di questo suo bellissimo argento mondiale, arrivato al termine di una gara emozionante, nella quale l’azzurro è stato bravo anche ad approfittare di qualche episodio fortunato, dote fondamentale in uno sprinter, perché quando agli altri va storto qualcosa, bisogna essere lì svegli e lesti ad approfittarne, cosa non da tutti.
Il giovane ’97 delle Fiamme Oro, uno dei volti più sorridenti dello sci di fondo italiano, ha vissuto forse la più bella giornata della sua carriera, arrivata al terzo anno Under 23. Il poliziotto lombardo ha sofferto il cambio di categoria dopo essersi ben comportato tra gli Juniores, per due anni non è riuscito a ottenere risultati di rilievo, poi quest’anno ha preparato con minuziosa attenzione l’obiettivo Mondiale Under 23, si è fatto vedere nelle posizioni migliori già nelle sprint di OPA Cup, mancando però l’appuntamento col suo momento di gloria. Proprio nel giorno più atteso, però, ce l’ha fatta.
«Oggi ci ho creduto dall’inizio, già a partire dalla qualificazione nella quale solitamente non sono un drago, invece questa volta è andata bene – ha affermato l’azzurro, contattato da Fondo Italia – poi nei quarti di finale è arrivata la squalifica di Chappaz per falsa partenza, cosa che mi ha avvantaggiato, in quanto si trattava di un quarto abbastanza difficile. In ogni caso sono riuscito a qualificarmi con il primo posto, anche un po’ sorpreso, in quanto sembrava che gestissi, tanto che mi sono anche voltato. In semifinale ho deciso di mettermi in seconda posizione, perché non mi piace stare in testa. Purtroppo mi sono perso un po’, restando un attimo indietro e sulla salita, dove potevo fare la differenza, sono stato costretto a passare sulla neve nuova all’esterno per superare e questo mi ha frenato abbastanza. Sono comunque riuscito a passare in finale da lucky loser. Insomma alla fine ho avuto un po’ di fortuna sia nei quarti sia in semifinale e, a quanto pare, anche in finale (ride, ndr). Qui sono uscito fuori dai blocchi secondo, mi hanno passato ma poi hanno abbassato il ritmo, così ho pensato di prendere la discesa in testa e mi hanno infilato in quattro. In quel momento mi sono buttato un attimo giù, ma non ho mollato perché consapevole di avere il cambio di ritmo su quella salita. In quel momento i due davanti si sono toccati cadendo a terra e ciò mi ha dato una spinta in più, anche se sarei comunque partito lo stesso. La loro caduta, però, mi ha aiutato in quanto mi sono trovato sulla destra dove c’era neve battuta, anziché la sinistra dove c’era neve nuova che mi avrebbe frenato. Mi sono trovato terzo, mi si è acceso qualcosa dentro, così sull’ultimo dosso ho tirato tutto quello che avevo per staccare Amundsen e mettere al sicuro il terzo posto. Poi sul rettilineo finale anche il secondo è caduto da solo ed è andata così, ho vinto l’argento».
Nel momento di felicità per il suo secondo posto, Armellini ha voluto però dedicare un pensiero al suo compagno di squadra Simone Mocellini, eliminato di un soffio in batteria, quasi a sottolineare che il suo argento individuale è in realtà un risultato di squadra: «Mi è dispiaciuto tanto per Mocellini oggi, perché si sarebbe meritato molto di più. Dedico il risultato di oggi, che per me vale una vittoria, perché ho dimostrato a me stesso quanto posso valere, proprio a Simone, perché ci siamo allenati insieme a partire dalla scorsa estate e sento che in questo periodo di tempo siamo cresciuti tantissimo, non soltanto come fondisti ma soprattutto come persone, che è la cosa più importante nella vita».
Armellini è il primo azzurro a ottenere una medaglia nella sprint ai Mondiali Under 23 da Pellegrino nel 2013 a Liberec. Il lombardo però non vuole dare troppo peso a questa cosa: «Non sono interessato alle statistiche o agli eventi storici. Oggi mi sono trovato al posto giusto nel momento giusto ed è ciò che più conta. Niente di più».
Fondo – La soddisfazione di Armellini: “Per me vale una vittoria, ho dimostrato a me stesso cosa posso fare”
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