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Sci di fondo

Fondo – Elisa Brocard 13ª a Meraker: “Risultato che mi ripaga di questa stagione difficile”

Dopo una prima parte di stagione complicata, anche a causa di alcune problematiche che ne avevano frenato la preparazione estiva, Elisa Brocard è entrata in condizione proprio in tempo per presentarsi al meglio al tanto atteso Ski Tour 2020. Nella 34 km di Meraker, con un parco partenti di alto livello, la valdostana del CS Esercito ha chiuso al 13° posto, ottenendo così il suo secondo miglior risultato in Coppa del Mondo, dopo aver lottato per quasi tutta la gara per una top ten. La sua bella prestazione le ha consentito anche di posizionarsi in un’ottima 17ª piazza nella classifica del Tour, quando al termine mancano due gare, entrambe in classico, sprint e inseguimento da 15km.
Tanta la soddisfazione dell’azzurra per il risultato di ieri: «Sono molto contenta della gara di ieri, è stata tosta perché il tracciato era abbastanza duro e il vento complicava le cose. Ho fatto una partenza veloce per agganciarmi al gruppo con il quale ho poi fatto quasi tutta la gara, tranne gli ultimi chilometri, quando mi sono un po’ staccata. Sono soddisfatta della mia gestione della 34km. È stata veramente dura, ma sono felicissima del mio 13° posto. Tenevo particolarmente a questo Tour e alla gara di ieri perché mi si addiceva. Sono maggiormente soddisfatta perché è stata una gara difficile e l’ho portata a termine con un bel risultato, che mi ripaga finalmente di questa stagione molto difficile per me».
Quattro anni fa Elisa Brocard disputò un anno nel circuito long distance. Per questo motivo le abbiamo chiesto se ciò l’ha aiutata nei ritmi di gara o nella gestione. L’azzurra crede che in realtà le sia servito soprattutto dal punto di vista mentale. «Aver disputato una stagione nelle lunghe distanze forse mi ha aiutato mentalmente, mi ha dato consapevolezza di dover soffrire. Alcune cose, poi sono diverse. Per esempio quando ho fatto le lunghe non dovevo portarmi il rifornimento, come accaduto ieri, anche se avevamo pure un rifornimento in pista. Sui ritmi non mi ha aiutato, in quanto quello di una long distance sono più tranquilli, almeno lo erano nell’anno in cui ho gareggiato io. In Coppa del Mondo si va più veloce e la pista era molto dura, perché la partenza era tosta con un gran dislivello. Direi quindi, che i ritmi in Coppa del Mondo sono più sostenuti. In più, se rimani da solo o ti stacchi dal gruppetto, non hai nessuno ad aiutarti, mentre nelle long distance hai i maschi o gli amatori che comunque possono tirarti e aiutarti. Qui in gara c’erano solo le donne, se ti staccavi dal gruppetto finivi per restare da sola e con il vento facevi fatica. Per questo ho cercato nel primo tratto di andare a tutta per agganciarmi a quel gruppo».

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