Succhiaruote. E’ questa le definizione che si sono sentiti attribuire dal pubblico, italiano sottolineo, probabilmente geloso di non poter annoverare talenti simili nello sci di fondo nostrano.
Se già il giovane Petter Northug lo si era visto spesso scherzare rivali organicamente più dotati nella resistenza pura con i suoi assoli da strepitoso finisseur quando sembrava completamente bollito (a memoria, Pietro Piller Cottrer battuto nel finale nella 50 di Oslo-Holmenkollen 2010, forse la gara più bella della sua carriera, e un Giorgio Di Centa quasi quarantenne a Falun nel 2011 in uno skiathlon con epilogo simile), Johannes Høsflot Klæbo appare ancora più inavvicinabile, almeno nelle sprint e nelle gare in linea su distanze medie.
Chi è il più forte fra questi due fenomeni? Prima di dare un giudizio squisitamente tecnico o estetico, lasciamo parlare i freddi numeri.
Il confronto è basato sui risultati ottenuti nello stesso momento di carriera, preferito all’analisi comparativa per età (Northug 6/1/1986, Klæbo 22/10/1996) che in uno sport stagionale come lo sci di fondo può causare inutili discrepanze di giudizio.
Unica concessione a questo metro è ovviamente il dato relativo alla prima vittoria in Coppa del Mondo: Northug il più giovane di sempre a vincere con i suoi 20 anni e 61 giorni, Klæbo il secondo con 20 anni e 124 giorni.
Prendiamo quindi la macchina del tempo e ritorniamo esattamente a quasi 10 anni fa: era il 10 gennaio 2010, il discusso fuoriclasse di Levanger aveva appena visto sfuggirgli di mano il Tour de Ski, annichilito dalla furia ceca Lukas Bauer (non riuscirà mai a vincerlo sul campo, ma ne conquisterà uno successivamente ex post dopo la squalifica di Martin Johnsrud Sundby). Di lì a poco, sarà protagonista ai Giochi di Vancouver dove conquisterà il suo unico titolo olimpico individuale nella 50km, insieme a quello della team sprint. Un’Olimpiade dolceamara che gli regalerà altre due medaglie dal sapore molto diverso, il bronzo dietro ai russi nella sprint e l’argento dietro l’odiata Svezia in staffetta. Gli sci non lo aiuteranno nella 15km vinta dal rivale Dario Cologna su Piller Cottrer e nello skiathlon preda del "nemico" Marcus Hellner.
A Sochi 2014 le cose andranno molto peggio con uno zero medaglie, il momento più difficile della sua carriera. Si rifarà dominando ai Mondiali svedesi di Falun un anno dopo, mettendo in pista la versione più devastante di se stesso. A Pyeong Chang 2018 non verrà neanche convocato. La voglia di continuare ci sarebbe ma le prime gare dell’inverno seguente non danno le risposte cercate. Northug, commosso, mai così lontano nel porsi dall’arrogante sbruffone capace di uccellare chiunque nei finali di gara, soprattutto quelli con medaglie in palio, dice basta.
Nelle tre tabelle che seguiranno, le cifre fra parentesi nella colonna di Northug indicano i risultati definitivi alla data del ritiro.
Totale |
Northug |
Klæbo |
Titoli Olimpici individuali |
0 (1) |
1 |
Argenti Olimpici individuali |
0 |
0 |
Bronzi Olimpici individuali |
0 (1) |
0 |
Titoli Mondiali individuali |
2 (7) |
1 |
Argenti Mondiali individuali |
0 (2) |
0 |
Bronzi Mondiali individuali |
0 |
1 |
Coppe del Mondo assolute |
0 (2) |
2 |
Vittorie in Coppa del Mondo |
12 (38) |
33 |
Podi totali |
23 (84) |
44 |
Tour de Ski |
0 (1) |
1 |
Altri Tour e Finali |
0 (5) |
4 |
Podi Classifica Finale Tour |
2 – 0/2/0 (13 – 6/4/3) |
7 (5/1/1) |
Età prima vittoria in Coppa del Mondo |
20 anni e 61 giorni |
20 anni e 124 giorni |
Rispetto a Klæbo, Northug ha avuto il vantaggio, che però si esaurisce nelle categorie giovanili, di nascere a inizio anno.
E’ stato invece sfortunato a esplodere con il primo successo in carriera poche settimane dopo Torino 2006, diventando il vessillo da sventolare dei critici nei confronti di una nazionale norvegese che era uscita malconcia dalla quota di Pragelato.
Qualcuno si impuntò nel dire che con Northug alle Olimpiadi le cose sarebbero andate diversamente, tuttavia vincere a Falun contro atleti in disarmo non è la stessa cosa che affrontarli all’apice del quadriennio su una delle piste più ostiche del circuito. Sterili giustificazioni: Petter, molto semplicemente, non era ancora pronto.
Klæbo, avendo già vinto il titolo nella sprint di Pyeong Chang 2018, oltre a quelli delle due staffette da trascinatore, può solo scavalcare Northug quanto a bottino a cinque cerchi fra Pechino 2022 e Milano-Cortina 2026.
Più difficile sarà raggiungere i traguardi ai Campionati Mondiali. Northug alla stessa età vantava già 2 (skiathlon e 50km a Liberec 2009) dei 7 titoli individuali ottenuti in carriera, mentre Klæbo si tiene stretto quello della sprint in skating di Seefeld 2019 oltre al bronzo sempre in skating di Lahti 2017.
Nella giornata d’oro di Federico Pellegrino, le carriere dei due si incrociarono in finale. Northug fu quinto. Si ritrovarono in un’altra finale, secondo e quarto, un mese dopo nella classicissima Drammen.
Uno dei limiti finora riscontrati nella macchina infernale Klæbo, imbattuta da 13 sprint consecutive, è quello di non aver ancora conquistato una medaglia sulla distanza. L’abbondanza della squadra norvegese ha portato i tecnici a preferirgli altri atleti nelle rassegne delle ultime due stagioni (15km a cronometro e 50km), mentre nello skiathlon è uscito nettamente battuto entrambe le volte. E’ stato però sempre determinante nelle staffette e nelle team sprint in Corea e in Austria prendendosi la responsabilità di un ruolo che in passato era stato proprio di Northug.
Klæbo non è solo sprinter anche se adattissimo allo sci di fondo di oggi che facilità sicuramente i resistenti dotati di spunto veloce. Non si vincono 2 Coppe del Mondo (già pareggiato il totale di Northug che era fermo a 0 alla stessa età) senza qualità sulla distanza. Nemmeno il Tour de Ski come fatto nella stagione passata.
E’ stato proprio la corsa a tappa che termina con la durissima ascesa al Cermis invece a limitare la collezione di copponi di cristallo di Northug, oltre alle qualità di avversari come Dario Cologna e Martin Johnsrud Sundby. Quella sofferenza aveva qualcosa di metafisico; un avversario intimo, personale che mai sarebbe riuscito veramente a domare.
Nello stesso momento di carriera, Northug non aveva neanche mai vinto un mini-tour o le Finali di Coppa del Mondo. Klæbo è già a quota 5, Northug arrivò a 6 corse a tappe totali.
Inoltre, il leader attuale della squadra norvegese potrebbe già scavalcare per numero di vittorie Northug prima della fine della stagione grazie alla sua invulnerabilità nelle sprint. Al momento siamo 38 a 33. Northug dopo il Tour de Ski 2010 era arrivato a 12 con 23 podi totali contro i 44 di Klæbo.
Se un confronto diretto si può fare fra i due, bisogna guardare alle gare distance.
Gare Distance |
Northug |
Klæbo |
Titoli Olimpici individuali |
0 (1) |
0 |
Argenti Olimpici individuali |
0 |
0 |
Bronzi Olimpici individuali |
0 |
0 |
Titoli Mondiali individuali |
2 (6) |
0 |
Argenti Mondiali individuali |
0 |
0 |
Bronzi Mondiali individuali |
0 |
0 |
Coppe del Mondo Distance |
0 (1) |
0 |
Vittorie in Coppa del Mondo |
6 (19) |
8 |
Partenze in linea |
3 (9) |
5 |
Gundersen |
2 (5) |
2 |
Cronometro |
1 (5) |
1 |
Podi Distance |
10 – 6/2/2 (38 – 19/14/5) |
11 – 8/3/0 |
Partenze in linea |
5 – 3/2/0 (14 – 9/5/0) |
6 – 5/1/0 |
classico |
2 – 1/1/0 (6 – 3/3/0) |
4 – 4/0/0 |
skating |
1 – 1/0/0 (3 – 2/1/0) |
1 – 0/1/0 |
skiathlon |
1 – 1/0/0 (5 – 4/1/0) |
1 – 1/0/0 |
Gundersen |
2 – 2/0/0 (12 – 5/5/2) |
2 – 2/0/0 |
classico |
1 – 1/0/0 (4 – 2/1/1) |
1 – 1/0/0 |
skating |
1 – 1/0/0 (8 – 3/4/1) |
1 – 1/0/0 |
Cronometro |
3 – 1/0/2 (12 – 5/4/3) |
3 – 1/2/0 |
classico |
2 – 1/0/1 (6 – 3/1/2) |
3 – 1/2/0 |
skating |
1 – 0/0/1 (6 – 2/3/1) |
0 |
Non essendoci una grande manifestazione in questa stagione, Klæbo dovrà aspettare Oberstdorf 2021 e Pechino 2022 per dimostrare di saper vincere quando conta nelle gare su distanza. Finora la medaglia è stata solo un miraggio nelle tre occasioni che lo hanno visto impegnato: 15° nella 15km classica di Lahti 2017, 10° nello skiathlon a Pyeong Chang 2018, 30° nello skiathlon a Seefeld 2019.
Se dovessi puntare su due gare, direi lo skiathlon dei prossimi mondiali e la 15km classica olimpica, a patto che le condizioni siano di neve veloce. Attualmente i 6 titoli di Northug rimangono un miraggio, difficile che Klæbo riesca anche a vincere la coppa distance con un rivale come Alexander Bolshunov e la concorrenza casalinga. Northug ci riuscì una volta sola nel 2010.
In Coppa del Mondo il confronto sulle vittorie alla stessa età fra i due è a favore del più giovane per 8 a 6, ma se includiamo i due titoli iridati del 2009, siamo in perfetta parità. Sintonia totale anche nella distribuzione: partenze in linea 5, gundersen 3, cronometro 1.
Molti nostalgici considerano proprio il dato sulle gare a cronometro quello che misura il "vero" fondista: il totale dei podi è 3 per entrambi (in questa graduatoria ad esempio Bolshunov se li "mangia" con un bilancio di 3/2/3, sottolineando che è argento mondiale e olimpico in carica anche sulla 50km e tanti altri risultati che non rientrano in questa statistica) ma con Klæbo che vanta due secondi posti rispetto al Northug neo ventiquattrenne del 2010, il quale era salito sul gradino più basso del podio in due occasioni oltre alla vittoria in classico di Kuusamo 2009. Inoltre, Klæbo non è ancora stato in grado di salire sul podio in skating a cronometro.
Nella seconda fase della carriera, Northug è cresciuto anche nelle gare contro il cronometro (totale di carriera 5/4/3), su tutte il titolo nella 15km skating in Val di Fiemme 2013 e la 30km sempre pattinata di Davos 2011. Starà quindi nelle voglie e negli obiettivi di Klæbo lavorare in questa direzione, magari sacrificando qualcosa nello spunto veloce che tanto successo gli ha regalato finora, per ridurre il divario con gli specialisti delle lunghe distanze.
Passiamo quindi alle gare sprint. Ultimamente mi sono riappassionato di basket NBA dopo averlo trascurato per un decennio abbondante. Da qui il bizzarro parallelo che mi porta a paragonare l’evoluzione del ball handling allo sprint nello sci di fondo: se Tor Arne Hetland era Isiah Thomas e Northug è stato un mix sgraziato di genio e anarchia alla Allen Iverson, Klæbo fonde Kyrie Irving e Steph Curry per come ha raggiunto l’assoluta perfezione nel giostrare tutta una serie di opzioni tattiche e i fondamentali sci ai piedi ambo le tecniche. Penso alla mostruosa reattività della sua corsa in salita quando si sciolina o alla qualità e velocità del suo pattinaggio che impedisce a chiunque altro di poterlo attaccare sul rettilineo finale. In questo particolare, menzione d’onore anche per il nostro Pellegrino che è un po’ stato Klæbo prima di Klæbo fra il 2016 e il 2017.
Nell’analisi qui sotto, ho aggregato la tipologia "prologo", le gare a cronometro su 3/4km che inauguravano il Tour de Ski e alcune corse a tappe minori, un po’ per magnanimità nei confronti di Northug (4 vittorie per un totale di 8 podi), un po’ perché Klæbo avrebbe fatto altrettanto bene se avesse avuto modo di prendervi parte in sostituzione delle sprint.
Gare Sprint (+ prologo) |
Northug |
Klæbo |
Titoli Olimpici individuali |
0 |
1 |
Argenti Olimpici individuali |
0 |
0 |
Bronzi Olimpici individuali |
0 (1) |
0 |
Titoli Mondiali individuali |
0 (1) |
1 |
Argenti Mondiali individuali |
0 |
0 |
Bronzi Mondiali individuali |
0 (2) |
1 |
Coppe del Mondo Sprint |
0 |
3 |
Vittorie in Coppa del Mondo |
6 (13) |
20 |
classico |
1 (4) |
8 |
skating |
4 (5) |
12 |
prologo classico |
0 |
0 |
prologo skating |
1 (4) |
0 |
Podi Sprint |
11 – 6/3/2 (33 – 13/11/9) |
26 – 20/4/2 |
classico |
2 – 1/0/1 (13 – 4/7/2) |
11 – 8/2/1 |
skating |
6 – 4/1/1 (12 – 5/3/4) |
15 – 12/2/1 |
prologo classico |
0 (1 – 0/1/0) |
0 |
prologo skating |
2 – 1/0/1 (7 – 4/0/3) |
0 |
Non c’è partita. Klæbo è già arrivato a 20 vittorie nelle sprint contro le 13, 9 nelle sprint vere e proprie, di Northug. Quando la superiorità è così inoppugnabile non c’è alcuna possibilità di fare un vero confronto.
Diverso il discorso relativo all’utilizzo della volata nelle gare su distanza. Ho visto fare a Northug cose impensabili, degli sgraziatissimi quanto efficaci finali d’autore quando sembrava fuori dai giochi per la vittoria o semplicemente per annichilire il Marcus Hellner di turno. Rimane il rammarico di non averli visti incrociare gli sci in qualche significativa occasione con un titolo in palio.
Concludo col mio personalissimo giudizio numerico sui due fenomeni che tanto ci hanno fatto, Northug, e ci fanno, Klæbo, imbestialire quando battono i nostri, quanto godere per l’incontenibile magnificenza dei loro talenti.
Sprint classico 9 10Sprint skating 9 10Cronometro classico 8,5 8Cronometro skating 8,5 7,5Skiathlon 9,5 7,550km classico 9,5 650km skating 9,5 6Team sprint 10 10Staffetta 10 10 |